Presagi

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15.Capitolo quindici.

Ered Lûin – 2938, Terza Era.

Sulla via di casa, Emyrin si fermò a comprare qualcosa per la cena.
Quella sera sarebbero stati soltanto lei, Kili e 'Fili...' Pensò con un sospiro.
Le sarebbe piaciuto passare del tempo da sola con Kili, ma sfortuna aveva voluto che Fili si fosse preso la febbre e che quindi sarebbe rimasto dentro casa per un po'.
"Sono a casa." Disse entrando, sciogliendosi la sciarpa dal collo e posando la mantellina chiara sull'attaccapanni.
Entrò in cucina, posando la cesta con le verdure. Con quel freddo, quello che ci voleva era una bella zuppa calda. L'inverno era ogni anno più rigido e poi a Fili avrebbe fatto più che bene.
"Ciao, Emy." La salutarono i fratelli, sedendosi al tavolo.
"Come stai, Fili?"
"Sono stato meglio. Ho un terribile mal di testa."
Kili prese la mano della giovane e la attirò a sé in un bacio veloce.
"Tu come stai?" Le chiese, massaggiandole la schiena.
"Bene." Rispose sorridendo, poi si rimboccò le maniche. "State tranquilli, ci penserò io a farvi sentire meglio!"
"Basta che non dai fuoco a niente." Scherzò il biondo, stringendosi le tempie subito dopo.
"Spiritoso." Ribatté lei, iniziando a tagliare le verdure.


Dopo cena, Fili se ne andò in camera sua a dormire, sperando che il mal di testa se ne andasse durante la notte.
Si erano scaldati con l'ottima zuppa di Emyrin e dopo aver dato una sistemata anche gli altri due salirono di sopra.
"Vuoi venire in camera mia?" Domandò la ragazza, indicando con la testa la porta della sua stanza. "Così non disturbiamo tuo fratello." Sorrise.
***
Si distesero l'uno accanto all'altra con le mani intrecciate.
Emyrin si alzò su un gomito e rubò un bacio al suo amante, venendo subito imprigionata in un abbraccio dolce e protettivo.
Le loro pelli si scontravano, traendo calore reciprocamente, e i loro cuori battevano all'unisono.
"Kili?"
"Mh?"
"Ti amo."
"Anche io ti amo, mia dolce, dolcissima Emyrin."
Il Nano le alzò il mento con le dita e le regalò un lungo bacio.
Quando si divisero, Emyrin lo strinse forte e nascose il volto nell'incavo del suo collo.
"Ehi, va tutto bene?" Le sussurrò dolcemente lui, accarezzandole i capelli.
Lei annuì e senza allontanare il volto disse: "Voglio che tu mi prometta una cosa."
"Di cosa si tratta?"
"Promettimi... Promettimi che non te ne andrai mai dal mio fianco."
"Certo che no. Come ti viene in mente una cosa del genere?" La allontanò da sé per guardarla negli occhi e la scoprì con gli occhi lucidi di lacrime. "Perché stai piangendo? Ascoltami, Emy, te lo prometto. Ti prometto che non ti lascerò mai. Ma non fare così, mi spaventi. È successo qualcosa?"
"No." Sorrise lei, lasciandosi sfuggire una lacrima che si infranse sul pollice di Kili, sulla sua guancia.
"Oh, vieni qui." La abbracciò forte, poi la baciò con dolcezza e desiderio e in un attimo fu sopra di lei.
Si sorrisero entrambi, poi Emy allacciò le gambe al suo bacino e insieme vennero trasportati da un turbinio di passione e amore e desiderio.


Di nuovo sdraiati l'uno accanto all'altra, Emyrin fece un lungo sospiro, riempiendosi le narici del profumo della pelle di Kili mischiato al suo.
Alla fine avevano ritagliato il loro angolino di tempo tanto atteso e ora potevano coccolarsi tranquillamente l'una fra le braccia dell'altro, amandosi con dolcezza.
E fu in quel momento che Emyrin si rese conto del tempo che era passato.
Stavano insieme da ben nove anni e lei ormai era in tutto e per tutto una donna.
A volte, guardando Dìs prendersi cura dei suoi "bambini", come li chiamava ancora la Nana, le veniva voglia di stringere tra le mani uno di quei fagottini appena nati. Ma poi si riscuoteva sempre.
Non poteva dirlo a Kili.
Erano ancora così giovani e sicuramente lui avrebbe voluto aspettare.
Ma entrambi non ne avevano mai parlato né avevano mai preso provvedimenti al riguardo.
Forse, a differenza sua, Kili non ci pensava.
Magari, pensò la giovane, era troppo preso dal loro amore per pensare ad una cosa del genere.
Ma lei... Lei ci pensava eccome.
Visto e considerato che probabilmente Thorin li avrebbe prima o poi portati allo sfacelo, se fosse rimasta incinta aveva già deciso che lo avrebbe tenuto e che, anzi, ne sarebbe stata perfino contenta.
"Emy?"
"Cosa?"
"Mi stai ascoltando?"
Kili la fece trasalire, tanto che si scostò di colpo, arrossendo.
"Scusami." Disse alla svelta, passandosi una mano nei capelli.
Si sedette stringendosi il lenzuolo al petto, lasciando la schiena nuda alla mercé del suo Nano che prese ad accarezzargliela.
"Sei strana oggi. Sei sicura che va tutto bene?" Le chiese, tracciando la linea della colonna vertebrale.
"Si, stai tranquillo. È solo che sono un po' stanca." Venne scossa da un brivido quando il giovane arrivò in fondo. Si sdraiò di nuovo e lo abbracciò. "Però, potrei rimanere per ore e ore a bearmi delle tue carezze, senza stancarmi mai."
"Oh Emy." Sussurrò lui, attirandola in un bacio che pareva non avere fine.


La mattina seguente entrambi fecero fatica ad alzarsi e quando scesero in cucina trovarono Fili già in piedi che...
"Che cavolo stai facendo?!" Domandò Kili, sconvolto alla vista di suo fratello con il grembiule che tentava di cucinare la colazione.
"Beh, voi non vi alzavate e io avevo fame." Fece spallucce, Fili, tornando al suo operato. "Fare queste dannatissime frittelle è difficilissimo. Come fate tu e mia madre a non bruciarle? Ne ho già buttate un paio..." Si lamentò poi, guardando Emyrin che sospirò.
"Avanti, spostati. Lascia fare a me, pivello." La giovane gli strappò cucchiaio e mestolo dalle mani e lo allontanò sorridendo divertita.
"Sei proprio una frana, fratello." Ridacchiò il minore, dandogli una gomitata.
"Ha parlato lo chef!" Rimbeccò l'altro, offeso dal comportamento di quei due ingrati. Poi ridusse gli occhi a due fessure e mise su un sorrisino malizioso. "Guardate che la colazione era anche per voi, piccioncini. Ho pensato avreste avuto fame dopo una notte di attività fisica."
Emyrin si sentì avvampare e si lasciò cadere il mestolo dalle mani mentre Kili guardò suo fratello con aria sconcertata.
"Cosa c'è? Credete che non sappia cosa avete fatto questa notte?" Sorrise malizioso, rivolgendo ai due un'occhiata eloquente.
"A quanto pare ti è passata la febbre. Mi sembra che tu stia benissimo stamattina!" Esclamò la giovane in tono tagliente.
Il gelo calò nella stanza, tanto che i due fratelli rabbrividirono.
"Ehm... mi dispiace, sorella, non volevo metterti in imbarazzo." Si scusò Fili, anche se a entrambi sembrò tutto fuorché dispiaciuto.
"Come...?"
"Beh, Kili, se volete un consiglio, dovreste essere più silenziosi quando ci sono altre persone in casa." Spiegò il biondo, poggiandosi allo schienale della sedia.
"Adesso basta. Se non vuoi che ti bruci la faccia farai meglio a tenere la bocca chiusa, sono stata chiara?" Gli occhi di Emyrin mandavano lampi e le guance erano rosse come pomodori maturi.
"Va bene, va bene, mi dispiace... Veramente." Fili alzò le mani in segno di resa e sorrise. Quel suo sorriso disarmante che le fece svanire la rabbia e l'imbarazzo.
"Comunque, vedo che ti sei ripreso dal tuo malessere."
"Già, fratello, proprio così. Ed è tutto merito della tua ragazza. Quella zuppa calda è stata un toccasana."
"Mi fa piacere." Fece la giovane, soddisfatta, posando in tavola un piatto ricolmo di frittelle.
Kili ne mise in bocca una e la ingoiò con il sorriso sulle labbra.
"Impara da lei, fratello." Disse a Fili, prendendone ancora.
Emyrin scoppiò a ridere e arruffò i capelli del biondo che aveva messo di nuovo su un cipiglio offeso.


La giornata alla bottega passò in fretta e senza intoppi di alcun genere, così salutò Bofur e si inoltrò nelle vie di Gabilgathol per tornare a casa.
Accanto alla fontana ghiacciata incontrò Lirys, di ritorno da casa sua.
"Sono andata a trovare Fili." Spiegò la biondina, sorridendo all'amica.
Quanto era cambiata anche lei. Sembrava più grande della sua età ed era diventata ancora più bella.
I suoi occhi brillavano del colore del cielo e aveva un sorriso luminoso che ti scaldava il cuore.
Si era chiesta più volte cosa avrebbe dovuto fare: se dirle o no quel che le aveva detto Thorin anni prima, ovvero che prima o poi i due fratelli sarebbero partiti con lui per affrontare un Drago e le avrebbero lasciate da sole. Ma fino a quel momento non ne aveva mai avuto il coraggio.
Lirys era così serena, sempre, che le sarebbe dispiaciuto troppo essere la causa della sua tristezza.
E poi, sicuramente lo sarebbe andato a dire a Fili che lo avrebbe detto a Kili... non poteva farlo.
Doveva essere Thorin a dirlo ai ragazzi, su questo rispettava la sua scelta.

Parlarono ancora un po', poi Emyrin la salutò con la scusa che il suo naso sarebbe caduto di lì a poco per il freddo e si avviò verso il boschetto che l'avrebbe condotta al giardino di casa.
Quando entrò, venendo subito accolta dal tepore del camino, udì delle voci nuove provenire dalla cucina unite a quelle di Dìs e Thorin.
Quando entrò nella stanza scoprì che erano presenti anche Fili, Kili e Dwalin e Balin.
"Oh, Emyrin, sei arrivata. Ti presento i nostri cugini Oin e Gloin." Fece Dìs, non appena la vide comparire sula soglia.
"Ehm... salve." Salutò lei, un po' sorpresa dal trovarsi così tanta gente in casa.
I due le fecero un cenno col capo, poi Kili la prese per mano e la fece sedere tra lui e suo fratello.
"Riprendiamo il discorso." Intimò Thorin, incrociando le braccia al petto, lanciando uno sguardo alla giovane.
"Cosa succede?" Sussurrò Emyrin nell'orecchio di Kili e quello le rivolse uno sguardo enigmatico.
"Come vi stavo dicendo, c'è una profezia sulla casata di Durin, lo sapete. Ultimamente, uno ad uno, corvi e tordi hanno iniziato a tornare sulle vie a Est. Oin pensa sia un segno." Disse il Nano fulvo, con tono serio e sguardo altrettanto grave.
"E quando pensate sia più opportuno partire?" Domandò Thorin, impaziente.
Emyrin voltò di scatto la testa verso di lui.
"Non è ancora il momento, ma Oin pensa che dovremmo iniziare a radunare un esercito il più in fretta possibile, così che al momento giusto saremo pronti per andare a reclamare la nostra casa." Rispose Gloin.
Emyrin vide Dìs torcersi nervosamente un lembo del vestito.
Non andava affatto bene. Quando perfino Dìs era nervosa allora le cose non si stavano mettendo bene.
"È scritto che quando gli uccelli del passato torneranno alla Montagna, il regno del Drago avrà fine. Ma credo sia più opportuno attendere. Se qualche tordo e un paio di corvi hanno deciso di andare a Est, quest'anno, non è detto che sia il segno." Spiegò l'altro Nano, Oin, tenendo sull'orecchio destro un cornetto acustico.
"In ogni caso, noi siamo con te, cugino." Gloin diede una pacca sulla spalla di Thorin che annuì pensoso.
Emyrin si sentì sparire la terra sotto i piedi per un momento.
Così, pensò, infine era giunto il momento della separazione.
Si aggrappò al braccio di Kili senza nemmeno accorgersene – come se volesse tenerlo stretto a sé, bloccarlo impedendogli di partire – continuando a tenere lo sguardo fisso su Thorin. Uno sguardo truce.
"Emyrin, va tutto...?"
"Ti prego, non chiedermelo." Disse lei, con un filo di voce, stringendo la presa, questa volta volontariamente.
Il Nano le circondò le spalle e l'attirò a sé, confuso.
Guardò suo fratello, ma anch'egli aveva un'espressione spaesata.
"Bene, vorrà dire che attenderemo il momento più propizio." Con quella frase, Thorin mise fine alla conversazione e si voltò verso i suoi nipoti, facendogli cenno di seguirlo.
Con lui, si alzarono anche tutti gli altri e ad uno ad uno, salutando, lasciarono la casa.
Alla fine rimasero solamente Emyrin e Dìs e il silenzio che aleggiava nell'aria iniziò a pesare sulle spalle di entrambe.
"Preparo la cena." Disse la Principessa d'improvviso, stanca di stare con le mani in mano. Doveva fare qualcosa per non pensare all'esito della riunione appena conclusasi.
"Dìs... Cosa accadrà esattamente quando arriverà il momento più propizio?" Domandò Emyrin, arrestando i movimenti della Nana che si voltò a guardarla.


Dìs sospirò, terribilmente affranta dalla reazione della giovane.
"Ti prego, dobbiamo fermarlo." Diceva Emyrin, camminando avanti e indietro per la cucina. "Ci deve essere un modo per persuaderlo da questa follia."
"Mi dispiace, piccola Emy, ma lui è il Re e non possiamo fare nulla per mutare le sue decisioni." Le disse Dìs, sofferente, abbracciandola.
"Non voglio che partano... è pericoloso, potrebbe succedere loro qualsiasi cosa!" Esclamò la rossa, esasperata.
"Lo so. Semmai dovesse accadere loro qualcosa di brutto io giuro davanti a Mahal che ucciderò mio fratello con le mie stesse mani." Disse con rabbia la Principessa, allontanandosi per guardare in viso Emyrin. Con il pollice le asciugò qualche lacrima. "Non piangere, Emy, dobbiamo essere forti. E lo dovremo essere ancora di più quando rimarremo da sole."

Il tramonto è nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora