Speranza

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20.Capitolo venti.

Verde Cammino – 29 Víressë 2941, Terza Era.

"Non dovremmo dirlo a Thorin?"
La vocina di Bilbo era alquanto preoccupata e un po' impaurita.
"Nah, non diamogli troppe preoccupazioni. Possiamo cavarcela da soli, non è così mastro Scassinatore?"
Fili andò avanti, seguito da Kili e dallo Hobbit.
"Ci sono delle luci laggiù." Disse il Nano biondo, facendo accucciare i due dietro un tronco spezzato.
Bilbo sentiva il sudore scorrergli sulla schiena e la fronte.
"Troll." Disse semplicemente Kili, facendo un cenno agli altri di seguirlo.


Ered Lûin – 29 Víressë 2941, Terza Era.

Emyrin sospirò per l'ennesima volta, accarezzandosi il ventre piatto.
'Sarà un maschio o una femmina?'
'Avrà i capelli rossi, oppure scuri come quelli del papà?'
'Ricci o lisci?'
'Avrà le lentiggini come me?'
'A chi somiglierà di più?'
'Quale sarà la prima parola che dirà?'
Tutte quelle domande affollavano la sua mente e il silenzio della casa era riempito dal rumore che essere facevano. Un rumore dolce, carico di amore.
Pensò che era un vero peccato non poter vedere la faccia di Kili quando lo scoprirà.
Si tirò su e gattonò fino alla finestra, aprendola e affacciandosi.
Guardò le stelle.
"Chissà cosa sta facendo il tuo papà..." Disse, toccandosi di nuovo la pancia con dolcezza. "...Chissà se è al sicuro."


Verde Cammino – 29 Víressë 2941, Terza Era.

"Ho detto: lascialo andare!" Kili ripeté la frase con fermezza, stringendo l'elsa della spada.
Non appena i tre Troll gli lanciarono il povero Bilbo addosso, i Nani uscirono allo scoperto e andarono all'attacco.
Combatterono coraggiosamente, ma di nuovo, Bilbo fu fatto prigioniero dalle tozze mani di quei mostri e la Compagnia finì – letteralmente – allo spiedo.

Per fortuna, Gandalf fu rapido e nel momento giusto, spaccò una roccia inondando così i Troll della luce dell'alba, tramutandoli in pietra.
Fu un atto un po' scenico, degno dello Stregone qual'era.


Ered Lûin – 29 Víressë 2941, Terza Era.

La mattina era trascorsa in tranquillità, eccetto per il senso di nausea che ancora la tormentava.
Tentò comunque di mandare giù qualche boccone della colazione sperando che non le si ripresentasse dopo qualche secondo.
Si vestì e andò in città, dirigendosi subito alla bottega delle spezie.
Trovò Lirys seduta a fare colazione mentre Hirina preparava le ultime cose prima di aprire il negozio.
"Buongiorno, Emy. Come mai qui a quest'ora?" Chiese la bionda, non appena la vide, dando un sorso di latte fresco.
"Buongiorno a voi. Prima che Glorin lo dicesse ad Hirina, volevo essere io a darvi... una notizia." Sorrise, rimanendo calma.
'Niente panico.' Pensò, guardando le due.
"Così mi metti sulle spine. Avanti, dicci di cosa si tratta! Stai male, forse?"
Emyrin si accigliò un momento, ma poi realizzò che essendo un guaritore, Glorin poteva averle detto qualsiasi cosa.
"No, non direi proprio." Disse, sentendosi in imbarazzo.
"Tutto a posto, cara?" Hirina, si appoggiò al bancone e la guardò da sotto gli occhiali
"Ecco... aspetto un bambino." Disse infine, diretta e tutto d'un fiato, guardando le due Nane con curiosità e impazienza.
Hirina era rimasta immobile ad assimilare quanto detto mentre Lirys, dopo una momentanea perdita di colorito, scoppiò in una fragorosa risata, rischiando di gettarsi la tazza di latte sul vestito. "Si, anch'io!" Continuò a ridere, mentre le altre due la guardarono esterrefatte.
"Cosa?" Dissero infatti all'unisono Hirina ed Emyrin, a bocca aperta.
"Oh, andiamo," Fece Lirys, asciugandosi le lacrime. "stavo scherzando. Volevo stare al gioco di Emy. Avanti, dicci cosa ti ha detto Glorin. Niente scherzi stavolta, eh!"
Emyrin rimase di sasso.
Davvero pensava che l'avesse prese in giro?
'Questa ragazza non smetterà mai di stupirmi...'
"Ehm... veramente io dicevo sul serio..." Mormorò, attorcigliandosi una ciocca di capelli intorno al dito, nervosa.
"Oh, Emyrin, ma è una notizia bellissima! Congratulazioni!" Esclamò Hirina, con un grande sorriso, andando ad abbracciarla.
"Grazie, Hirina. Non sai quanto sono felice."
"Ehi, aspetta un momento. Sul serio?" Lirys posò la tazza vuota e fissò Emyrin con occhi sgranati.


"Già mi immagino quella Nanetta che mi chiamerà zia Lirys!"
Dopo aver realizzato, la bionda aveva preso la tangente con discorsi di bebè, vestitini su misura, probabili nomi...
"Cosa ti dice che sarà una femmina?" Emyrin rise divertita.
"Non lo so... ma se sarà maschio mi chiamerà comunque zia, vero?"
Le due scoppiarono in una risata.
Sedute sulla fontana della piazza, osservavano la vita cittadina svolgersi al solito di tutti i giorni: il mercato, le mamme e i loro figli, i Nani che andavano e venivano chi trasportando merci, chi dirigendosi alle fucine.
Un Nanetto tirò la manica della mamma e indicò le due ragazze, poi sia l'uno che l'altra salutarono Emyrin e si addentrarono tra le bancarelle.
"I bambini ti adorano, Emy. Sarai una mamma perfetta." Le disse d'un tratto Lirys, dopo aver osservato la scena.
Aveva riconosciuto quel bimbo: lo aveva visto una volta uscire felice dalla bottega di Bofur.
"Sai, non vedo l'ora di stringerlo – o stringerla – tra le braccia."
"Beh, come potrei biasimarti. Al tuo posto non aspetterei altro."
Ci fu un attimo di silenzio.
Emyrin si voltò a guardarla e notò un'ombra balenare sul suo viso luminoso.
Le prese le mani nelle sue: "Lirys, un giorno anche tu diventerai madre e sarai altrettanto fantastica. Sei buona, hai un gran cuore. I tuoi figli ti ameranno."
La bionda la guardò negli occhi; sentiva le lacrime pungerle agli angoli degli occhi.
"Forse sì." Disse, abbassando lo sguardo.
"Hei, guardami." La giovane le prese il mento fra le dita e le alzò il viso. "Lo sai come la penso, non posso illuderti dicendo che andrà tutto bene, ma non dovrai mai perdere la speranza, intesi?"
Lei annuì.
"E ora fammi uno dei tuoi bellissimi sorrisi! Non voglio che mio figlio senta che la sua zia è triste."
Lirys rise, poi aprì le labbra in un grande sorriso e abbracciò l'amica: "Congratulazioni."


Gran Burrone – 29 Víressë 2941, Terza Era.

"Dov'è la carne?" Dwalin guardò gli altri Nani sconvolto.
Con rammarico, tutti si erano accorti che gli Elfi si cibavano di roba verde e basta.
"Come si può vivere senza carne? Insomma, si perdono il paradiso, 'sti qui!" Disse Nori, scansando la ciotola di insalata da davanti il suo viso schifato.
"Che vi aspettavate? Guardate quella, per esempio: alta – beh, certo, è un'Elfa – e magra come un chiodo per appendere i quadri. Questi non sanno nemmeno cosa siano le proteine." Sbuffò Kili, indicando uno dei tanti Elfi presenti sulla terrazza.
"Guarda che quello non è un Elfo femmina." Alle parole di Dwalin, si scatenò un riso comune e Fili diede una pacca sulla spalla del fratello, tanto per prenderlo ulteriormente in giro.
"Simpatici... sono tutti uguali!" Si lamentò lui, a bassa voce, scatenando altre risate.


Ered Lûin – 29 Víressë 2941, Terza Era.

"È tutto pronto. Dobbiamo solo sperare che li raggiunga senza perdersi*." Dìs guardò il corvo nelle sue mani con una smorfia.
"Beh, spero proprio di si." Commentò Emyrin, con un po' di ansia nella voce.
Lanciarono il volatile e lo guardarono allontanarsi nella direzione presa dai Nani.
In cuor loro, pregarono Mahal di farlo arrivare a destinazione, di far ricevere a Kili il biglietto legato alla sua zampa.
'Mahal, ti prego...'

* A volte i corvi si perdono, questa è una cosa che ho imparato leggendo e guardando Game of Thrones! Un'altra cosa che mi sono sempre chiesta è come facciano i corvi o i piccioni o qualsiasi altro volatile a sapere dove devono andare... mah, sinceramente non l'ho mai capito!

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