Questa volta i ricordi saranno visti in maniera differente: se prima Akemi/Lilith li vedeva e li commentava, adesso non lo fa. Stavolta non avrà modo di reagire, commentare, ma solo di sentire quello che il proprietario del ricordo prova. Appariranno -in ordine- i ricordi di Astrid, Wulfric, Sakura e Killian.
Il terpore del corpo forte di Killian avvinghiato al suo la rilassa completamente.
Ogni preoccupazione è svanita, permettendole di sognare in pace per la prima volta. Addormentandosi era convinta che avrebbe rivisto Týr, che avrebbe potuto insultarlo e picchiarlo, mentre si è ritrovata su di un isola dove tutti erano polli e lei invece era un tapiro, che aveva la missione di recuperare l'uovo d'oro e portarlo al pesce pagliaccio nella boccia dell'ufficio del Sindaco Polletto. Non ha senso, ma la rende inconsciamente felice.
Si raggomitola ancora di più, lasciandosi stringere, sognando di essere premiata dal pesce adesso libero grazie a quell'uovo, quando qualcosa le salta addosso con incredibile forza, facendola saltare e appendere alle travi di legno del letto a baldacchino come un gatto.
«BUON GIORNO!» strilla la nuova arrivata, scuotendo con forza Killian, ancora mezzo addormentato.
«Ma che cazzo...?» biascica infastidito, portandosi le coperte sin sopra la testa per nascondersi dal terremoto ambulante che ha appena deciso di disturbare la sua quiete.
«Ki-llian, Ki-llian, sve-glia, sve-glia!!!» insiste la giovane lupa, saltellandogli allegramente addosso come se fosse una cosa del tutto normale.
Killian se la scrolla di dosso con un gesto brusco, passandosi le mani sul volto assonnato, per poi rendersi conto che Akemi non è più al suo fianco.
Allarmato, comincia a guardarsi freneticamente attorno, finché non alza lo sguardo e la trova appesa come una scimmia alla trave di legno.
«Tranquilla Akemi: questo pidocchio non ti farà del male.» la tranquillizza, dando una forte spinta alla ragazza al suo fianco, facendola capitolare di sotto dal grande e comodo letto.
«Però, che riflessi!» commenta questa, mostrando sempre un raggiante sorriso. Quando poi la ragazza decide finalmente di scendere dal suo sicurissimo nascondiglio, le porge sorridendo la mano, pronta a presentarsi alla creatura che ha fatto tanto scalpore «Io sono Silly!»
Akemi la guarda titubante: è una ragazza minuta di neanche vent'anni, dai capelli di un dolce color rame legati malamente un in una treccia laterale, la pelle candida, gli occhi scuri, grandi e luminosi, quasi quanto il sorriso pieno di allegria e vitalità che ha stampato in volto.
«Come fai ad essere così allegra di prima mattina?» biascica Killian, ancora completamente intontito, attirando malauguratamente su di sé l'attenzione dell'esuberante amica.
«È un dono.» risponde con ovvietà, saltando agilmente in piedi e strattonandolo per un braccio «Forza e coraggio, pasticcino: l'Imperatore e la Regina vi attendono!»
«Da quando stai ai loro ordini?» le domanda divertito il lupo, alzandosi da quel comodo materasso sotto lo sguardo attento e spaventato della corvina.
«Da quando Astrid snuda le zanne e minaccia di squarciarmi la gola.» risponde con una certa indifferenza la minore, osservando con attenzione ciò che la circonda. Perché è ben consapevole, Silly, che essendo Lilith la primogenita di quella rompipalle perfettina della Regina, le avrà riempito la stanza di cose interessanti su cui poter mettere le zampe assieme a Mimì, e non può certo lasciarsi scappare un'opportunità tanto invitante.
«Intelligente.» commenta Killian, afferrandola per i fianchi snelli e conducendola, senza tante cerimonie, verso la porta per potersene sbarazzare «Dì loro che arriviamo tra due minuti.»
La ragazza si volta lentamente, incenerendolo con lo sguardo «Non sono mica la tua messaggera! Diglielo da solo!» afferma inviperita, girando poi sui tacchi e andandosene velocemente, imprecando ad alta voce in una lingua che Akemi non comprende.
«E quella chi diavolo è?!» sbotta impaurita la ragazza, facendo voltare verso di sé il giovane lupo.
«Silly Silva, una randagia che Rin trovò più di duemila anni fa. È divertente, se ti piaciono i tipi chiassosi ed esuberanti.» risponde pacatamente il maggiore, stiracchiandosi la schiena e le braccia. Riabbassa gli occhi sulla ragazza quando si accorge che lei sta continuando a fissarlo con aria accigliata «Vuoi che ti parli di lei mentre ti prepari o preferisci restare da sola?»
«Onestamente, Killian?» sbuffa Akemi, alzandosi a sua volta mentre si tortura le mani per il nervoso, tenendo sempre lo sguardo basso per il disagio «Non voglio stare sola. Ho una paura fottuta di questo posto. Ho come la sensazione che delle creature viscide ed insanguinate potrebbero strisciare fuori dalle pareti da un momento all'altro!»
Killian ridacchia appena, tenendo una mano davanti alla bocca per educazione.
In realtà non lo sorprende per niente il fatto che la ragazza abbia così paura, che sia tanto spaesata e circospetta. Pure lui, licantropo millenario e feroce come pochi, si troverebbe decisamente a disagio in un luogo sconosciuto con persone tanto pericolose.
«Allora ti parlerò un po' di lei, così impari a conoscere un po' chi ti circonda.» afferma mantenendo sempre il sorriso, deciso a farla calmare con qualsiasi mezzo «Silly viene dal mare Occidentale, da un isola estiva chiamata Komakhalu. Rin la trovò mentre sbranava una carcassa. Poverina... era pelle e ossa. Nessuno le aveva mai insegnato niente e tutt'ora non sappiamo chi siano i suoi creatori. Secondo molti, me compreso, sono morti in qualche scontro per il territorio e lei è rimasta sola.»
Akemi ascolta con attenzione ogni parola, continuando a pensare con insistenza che siano tutti una brancata di imbecilli con seri problemi mentali. Non lo dà certo a vedere, ma non riesce a pensare altro.
«La prese con sé, la portò da Fenrir, e Silly giurò fedeltà al Sovrano dicendo che gli ispirava fiducia. Da allora sta con noi e ha stretto un profondissimo legame con Mimì. Aspetta, perché lo fece? Ah, si: Mimì aveva i capelli azzurri come il cielo e le punte bianche come la neve, e Silly disse di trovarli troppo fighi, così hanno legato e da allora sono ottime amiche. Quando poi i due gruppi si sono separati, lei rimase sull'isola con Mimì.
È una bravissima ragazza, puoi fidarti di lei. Giurò fedeltà a te e alla tua famiglia per prima, squarciandosi la mano per marcare la cosa. È fedele, allegra, sempre pronta a tirarti su di morale. Credo di non averla mai vista triste, in effetti...» continua Killian, sistemandosi distrattamente i capelli davanti allo specchio. In realtà sta tirando il discorso per le lunghe solo per poter passare più tempo con lei, per poter conquistare la sua fiducia «La riconosceresti anche se ti togliessero l'olfatto! Se qui tutte le lupe, che in realtà sono oche travestite, si mettono sempre in ghingheri per niente, lei indossa sempre camice bianche o maglie fiorite, niente pantaloni neanche se ci fosse una bufera, il tutto sempre con sotto un costume da bagno molto colorato e un hibiscus tra i capelli.» termina sorridendole allegramente, facendola sospirare, piuttosto indifferente alle sue parole.
«Non sembra male.» borbotta poco convinta, pettinandosi i capelli con le dita e acciuffandoli distrattamente sulla testa in una coda assai disordinata. Lanciando un'occhiata allo specchio, poi, si accorge di quanto il suo aspetto sia incredibilmente simile a quello di un panda, così comincia a ripulirsi gli occhi con il dorso delle mani, imprecando a denti stretti.
«Allora, andiamo?» le domanda Killian, poggiando una mano sulla maniglia dorata della porta.
Akemi abbassa titubante lo sguardo, rialzandolo subito dopo e scoccando al mannaro uno sguardo assai scocciato. Indica subito con un dito la sua meravigliosa mise, composta da una maglia da uomo arancione che le arriva alle ginocchia e un paio di calzini viola, facendolo sospirare esasperato.
«Tutte uguali voi donne, eh?» commenta sovrappensiero, andando con passo svelto verso gli enormi armadi situati nel lato opposto della stanza. Quando poi apre le ante di quello nel mezzo, Akemi sente distintamente la mascella schioccare. È sicura che le manchino pochi centimetri per farle toccare il suolo.
«Tua madre ti ha completamente fatto il guardaroba mentre dormivamo. È una fissazione la sua, ci farai l'abitudine.» afferma il ragazzo, frugando tra i vari vestiti che la sua adorata madre le ha messo a disposizione. Si era accorto di lei durante la notte, fiutando semplicemente il suo dolce ed inconfondibile odore, ma non ci ha fatto troppo caso. È rimasto addormentato con la giovane immortale stretta tra le braccia, lasciandola fare.
«Opterei per questo.» dichiara dopo un'attenta ricerca, mostrandole un vestito bianco, semplice, lungo fino a metà polpaccio, le maniche svolazzanti e con un leggero scollo sulla schiena.
«Grazie.» mormora la corvina, afferrando con una certa riluttanza il vestito.
«Ti aspetto fuori!» esclama con un sorriso dolce Killian, dandole una lieve pacca sulla spalla prima di dileguarsi per poterle lasciare la sua privacy.
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La Fenice e l'angelo demoniaco
FanfictionDurante una tranquilla giornata di navigazione, Barbabianca e la sua famiglia trovano qualcosa di incredibile in mare: una bambina, di cui però ignorano la vera natura. Decidono di tenerla, di crescerla in mezzo a loro, ovviamente inconsapevoli dell...