~ Special ~

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Esiste una piccola isola lungo la Rotta Maggiore, nel Mare Orientale. È piccola, circa diciotto metri quadri, e vi sorge solamente un minuscolo edificio. Quattro mura grige, spoglie, alte circa tre metri, con una piccola porta verde. C'è qualche albero intorno, che si erge fiero verso la Luna Piena che illumina il circondario.
Tyrion Bennington Bàthory rimane in piedi di fronte a quella piccola porta verde. La sua vita è stata totalmente rovinata quando è stato adottato – o per meglio dire, rapito – da Peter Lothbrook.
Non è più un vero essere umano, per colpa del virus con cui è stato contaminato. Non è più un Dragone, perché ormai è una creatura demoniaca. Non è più niente.
Si passa una mano sulla testa rasata a zero, gli occhi rosei puntati davanti a sé.
Vuole scappare dal bunker sotterraneo simile ad un enorme alveare in cui viene costantemente usato come cavia da laboratorio; vuole andarsene da quell'isola maledetta e tornare a vivere. Ma, più di ogni altra cosa, vuole vendetta. Vendetta contro quel dannato Clan che gli ha portato via ogni cosa.
«Tu non dovresti stare qui.»
Roxane, una delle seguaci di Peter, ora sua tutrice. Non lo lascia mai andare, non lo lascia respirare. Grazie a lei ha imparato a combattere con la stessa ferocia e brutalità di un licantropo, e sta imparando a mentire come fanno i vampiri, senza quelle fastidiose variazioni cardiache.
Il più grande problema con Roxane sta nel fatto che sia capace di leggergli dentro, di capire cosa stia pensando. È un problema, adesso, ma Tyrion sa bene che un giorno potrà sfruttare la cosa a suo vantaggio.
«I Lothbrook...» ridacchia beffarda la mannara, avvicinando cautamente quello che può essere definito come il più grande risultato della sperimentazione genetica degli ultimi secoli. Si avvicina, senza toccarlo.
«Combattono... insorgono!» continua, sentendo la rabbia crescente nell'organismo del giovane uomo al suo fianco. «Non possono essere governati.»
Tyrion abbassa lo sguardo e allunga una mano, poggiando il palmo aperto sulla corteggia di una grossa quercia secolare. Sente la sua energia vitale scorrere più velocemente grazie a lui, la sente affluire nella sua mano.
«Non voglio governarli.» asserisce tetro il giovane albino, ritraendo di scatto la mano.
La quercia, privata della sua energia vitale, si accartoccia su sé stessa, morente.

«Io voglio estinguerli!»

La Fenice e l'angelo demoniaco Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora