Ora ha pure il potere di farmi addormentare quando più lo aggrada? Cazzo, sono messa davvero male a questo punto. Davvero può fare di me quello che vuole? Dio... speriamo di no!
In questo momento se ne sta di fronte a me, calmo e sorridente. Dov'è finita la sua arroganza? Dov'è finito il suo dolore di oggi pomeriggio? Possibile che cambi umore così facilmente?!
Il suo abbigliamento è cambiato, sorprendentemente: ora, infatti, indossa una maglietta senza maniche bianca e un paio di pantaloni molto aderenti di cuoio nero. Non mi ero mai accorta, in tutto questo tempo, quanto il suo corpo fosse così... perfetto?
Mi sembra assurdo però: come si può essere così dannatamente belli? È innaturale.
«Un tempo collezionavo farfalle.» sbotta di punto in bianco, inclinando un poco la testa di lato e sorridendomi con aria incredibilmente allegra. Non lo avevo mai visto così.
«Cosa?»
«Si! La cosa che amavo di più era soffocarle e infilare tante spille nei loro corpicini inerti.» insiste, esaltandosi ad ogni parola. Possibile che sia davvero così sadico?
«Oh mio Dio...» mormoro in risposta, guardandolo con aria piuttosto disgustata.
Insomma, come si può essere così felici di una cosa simile? Come può esaltarsi tanto all'idea di infilzare con degli spilli degli esserini tanto indifesi?
«Sapevi che alcune farfalle hanno l'abitudine di passare la notte in gruppi che arrivano fino a quarantamila esemplari?» domanda dopo un brevissimo istante di silenzio, guardandomi stavolta con aria perplessa, non dandomi però il tempo di rispondere «Ecco: perché cazzo lo fanno?»
Non riesco a trattenermi dal sorridergli, divertita da questo suo strano atteggiamento. È piacevole, tutto sommato.
«Tutto questo cosa c'entra?»
«Non ne ho assolutamente idea.» ammette sorridendo di rimando, facendo spallucce «Mi andava semplicemente di fare conversazione.»
«Strano modo di fare conversazione.» mi avvicino cautamente a lui, senza però avere il coraggio -inspiegabilmente- di guardarlo negli occhi «Comunque grazie per avermi fatta addormentare. Stavo impazzendo.»
Non so neanche descrivere a parole quanto la cosa m'imbarazzi. Piegarmi a ringraziarlo per avermi fatta addormentare. Insomma, sono impazzita di colpo? Cioè, mi tratta da schifo continuamente, si prende costantemente gioco di me, e io lo ringrazio?
«Lo so. Credimi, ci sono passato anche io da ragazzetto...» ammette con una certa indifferenza, cominciando a camminare nel vuoto. Non riesco ancora a capire, ma pare quasi che riesca a vedere qualcosa in tutta questa oscurità.
«Quanti anni hai?» domando dopo qualche istante, guardandolo speranzosa, ricevendo in risposta uno sguardo altamente scocciato.
«Dai, ti prego, rispondi a qualche domanda...» lo sto pregando. Oh porca puttana!
Mi guarda per una manciata di secondi con un'espressione indecifrabile, per poi sciogliersi in un sorriso divertito «Quanti me ne dai? Guarda che mi offendo se esageri!»
Sorrido come un'ebete per il semplice fatto che mi sta accontentando e senza esitazioni rispondo «Non arrivi ai trenta.»
«Numero preciso, carina.» mi sorride con aria divertita, senza però avvicinarsi di un millimetro a me. Mi guarda e basta, con un'espressione incredibilmente diversa dal solito. Pare estremamente tranquillo, in pace con tutto.
«Venti... quattro? Cinque?» azzardo, mordicchiandomi il labbro inferiore per paura di irritarlo e riportarlo al solito stato di strafottenza.
«Ne stavo per compiere ventiquattro, in effetti.» sorride soddisfatto, guardandomi con allegria crescente «Brava!» inclina un poco la testa di lato, facendo cambiare la sua espressione da allegra ad una piena curiosità «Ora rispondi tu a una mia domanda: cosa sei disposta a fare per averlo?»
«No, ascolta: non ci provare nemmeno. Non voglio nessuna lezione di seduzione o altro.» ok, non volevo farlo innervosire, ma questo argomento è totalmente da evitare.
«Perché?» domanda semplicemente, realmente sorpreso dalla mia risposta.
«Perché tutti sulla nave, lui incluso, mi vedono solo come una sorella, come è giusto che sia. Devo solo riuscire ad entrare in quest'ottica e sono a posto.»
«Ne sei sicura?» mi guarda con aria scettica, inarcando un sopracciglio e sorridendo con l'aria di chi la sa lunga «Beh, contenta tu...»
Rimaniamo in silenzio per un po', pensando ognuno ai fatti propri, finché poi si rigira verso di me e guardarmi seriamente domanda «Posso chiederti un favore personale?»
«CON CHE CORAGGIO?!» non riesco a trattenermi dall'alzare la voce, facendolo ridere.
Credo che non esista nessuno al mondo in grado di farmi cambiare umore in questo modo.
«Non so se l'hai notato, ragazzina, ma ho la faccia come il culo.» afferma con un'ovvietà disarmante e io non riesco a trattenere una grossa risata, a cui si aggrega anche lui.
Lo devo ammettere: in questo momento un pochettino, in fondo, mi piace.
«Questa risposta non me l'aspettavo!»
«Ho alcuni sbalzi di pura sincerità, di tanto in tanto.» borbotta tra una risata e l'altra, per poi ricomporsi e tornare a guardarmi allegro e vagamente speranzoso «Allora, me lo fai questo favore?»
«Sentiamo.» cedo immediatamente, dandomi ulteriormente dell'idiota. Da quando non riesco a tener testa a qualcuno?
«Puoi vestirti meglio? Ti prego, sembri una stracciona!»
Questa sua richiesta mi spiazza completamente. Come si permette?! Piccolo bastardo schizofrenico!
«Forse non l'hai notato, ma sono su una nave pirata! Non c'è un centro commerciale a bordo, quindi devo adattarmi.» controbatto offesa, incrociando le braccia al petto e voltandomi dall'altra parte, trovandomi così inspiegabilmente a pochi centimetri dal suo viso.
«Adattarti un cazzo!» sbotta sbracciando come impazzito, mettendomi poi le mani sulle spalle per tenermi ferma e costringermi a guardarlo negli occhi «Non so se l'hai notato, ma su dieci piratesse, sette sono delle fighe mozzafiato. Non vorrai mica rientrare tra le tre sfigate di turno?»
«Co-»
«Andiamo, hai un bel faccino e un corpo niente male: valorizzati!» odio quando m'interrompe, sul serio. La cosa più odiosa è che pare goderci proprio nel farlo, quasi amasse il suono della sua stessa voce.
«Convinci il tuo adorato paparino a farti sbarcare anche solo per un giorno su un'isola e comprati della roba decente!» insiste, lasciandomi finalmente andare e ricominciando a camminare senza meta. Il modo il cui ha marcato quelle due semplici parole, però, non mi è piaciuto. Erano cariche di disprezzo e sarcasmo, tanto che per un breve istante ho creduto che mi avrebbe vomitato addosso.
«Come mai ci tieni tanto?» domando dopo qualche secondo di silenzio, massaggiandomi le tempie esasperata.
«Perché sono un'esteta, seppur a modo mio.»
Lo guardo come se avesse appena detto la più grande delle eresie della storia dell'umanità, ma lui pare non badarci minimamente. Suppongo sia abituato...
«E cosa c'entra con me?» domando acidamente, fregandomene tutto in un colpo delle sue possibili reazioni.
«Devo vederti ogni giorno e mi urta moltissimo vederti sempre coperta con degli stracci. Guarda che non lo trovi mica un uomo se continui così!» eccolo che lo riconosco di nuovo: egocentrico, arrogante e maleducato. Mi sembrava troppo bello per poter durare a lungo.
«E chi dice che lo voglio trovare?» domando con il suo stesso tono insolente, guardandolo con aria di superiorità. Superiorità che poi non esiste neanche per sbaglio, ma non voglio che sappia che me ne sono perfettamente resa conto. Voglio assolutamente che creda che io sia convinta di potergli tener testa quanto voglio!
«Ecco un'altra cosa che non sai di me: sono un abile lettore di anime.» afferma con una certa indifferenza, leggendo velocemente nei miei occhi il mio più completo smarrimento. È capace di sostenere una conversazione normale?!
«Non leggo nel pensiero o stronzate simili, tranquilla, però riesco a scovare i desideri più remoti di una persona osservandola attentamente.» si affretta a puntualizzare, sorridendo sornione e avvicinandosi di nuovo a me con passo lento ed incredibilmente silenzioso.
«Allora mi hai osservata male.»
«Proprio no! Guarda come hai reagito con Killian! Lui, esattamente come te e come me, ha un animo lussurioso-»
«Conosci Killian?!» perché mi sorprendo tanto, in realtà? Conosce pure i due bastardi che mi hanno attaccata tempo addietro! Già... ma come fa a conoscerli? Che siano stati loro ad ucciderlo?
«E chi non conosce il Titano?» Titano? Ma che diavolo dice? Da quel che sono riuscita a scoprire non aveva neanche una taglia sulla testa!
Però, a giudicare dal suo sguardo e dal suo tono di voce incredibilmente serio, temo che non stia scherzando. Che fosse realmente così forte da guadagnarsi un simile appellativo?
«Beh, direi che il nostro tempo per adesso è finito.» mi tira un lieve buffetto sul naso, cosa che onestamente mi manda notevolmente in bestia, e subito dopo si allontana di qualche passo, salutandomi con una mano in un gesto profondamente derisorio «Alla prossima, cara rompipalle.» detto questo, batte semplicemente le mani due volte, e tutto sparisce.
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La Fenice e l'angelo demoniaco
FanfictionDurante una tranquilla giornata di navigazione, Barbabianca e la sua famiglia trovano qualcosa di incredibile in mare: una bambina, di cui però ignorano la vera natura. Decidono di tenerla, di crescerla in mezzo a loro, ovviamente inconsapevoli dell...