Ci sono silenzi che costruiscono enormi castelli nelle nostre anime; e noi raccogliamo in essi bauli di parole, di emozioni, che finiscono o con l'incenerirsi al primo fuoco o con l'ammuffire, e coinvolgono nel loro decadimento le mura intere.
Questo è ciò che è successo in tutti quei secoli a Fenrir. Ha taciuto su ciò che Peter è sempre stato per lui, e questo silenzio ha annientato quel poco che rimaneva della sua anima.
Con la nascita di Akemi credeva di aver trovato una nuova ragione per vivere, per ricominciare, e le sue speranze sono state alimentate con il matrimonio con la donna della sua vita, la nascita dei gemelli e la resurrezione dell'amato fratello.
Ma si sbagliava.
«Quello psicopatico è tuo figlio e non hai mai pensato di dovercelo dire?!»
Týr continua ad urlargli contro, furioso come mai è stato in vita sua. Sente un dolore lancinante allo stomaco, un dolore continuo che sembra volerlo mangiare da dentro.
Lui, suo fratello, l'uomo che da sempre stima di più, colui che ha seguito per tutta la vita, colui a cui ha detto ogni singola cosa, anche la più brutta, gli ha tenuta segreta una cosa del genere.
Lo stesso dolore sta colpendo Astrid.
Il dolore, per lei, è così forte da impedirle pure di respirare. Ma sa, in cuor suo, che purtroppo deve reagire anche quando non si trova la forza, ed è per questo che si alza di nuovo in piedi, fiera e statuaria, e si porta al fianco di Fenrir. Anche se le ha tenuta segreta una cosa del genere, anche se è riuscito a minare la sua fiducia, gli ha comunque giurato fedeltà eterna. Ha giurato di stargli vicino nella buona e nella cattiva sorte al cospetto di tutti gli Déi in cui crede, quindi non lo abbandonerà neanche in questo orrendo momento.
«Non erano affari che vi riguardavano.» sibila tetro l'Imperatore, sostenendo a fatica gli sguardi sconcertati dei presenti.
L'unico che non gli ha voltato le spalle, che non lo sta guardando come se fosse il più grande traditore mai esistito, è Freki, colui che da sempre sa di questa parentela e che ha contribuito a tenerla segreta.
«Ah! Tu dici?!» gli urla contro Wulfric, furioso.
«Lo abbiamo creduto morto per secoli! Sai bene quanto me che i licantropi non sopravvivono da soli, soprattutto se feriti!» controbatte prontamente Freki, in difesa del proprio Signore.
Il fratello lo guarda sconcertato e offeso, colpito dallo stesso dolore provato da Týr.
«Beh, lui c'è riuscito!» soffia assottigliando lo sguardo l'antico vampiro dai capelli d'argento, trattenendosi con tutto sé stesso dal saltargli alla gola e staccargli la testa di netto a morsi.
«Mi hai delusa, Fenrir...» mormora con un filo di voce Astrid, che ancora non riesce a togliersi dalle orecchie il suono graffiante della sua precedente affermazione.
“Non erano affari che vi riguardavano.” Non riguardavano neanche lei, sua moglie. Avrebbe accettato qualsiasi cosa, qualsiasi scusa, ma non può digerire una tale affermazione.
Lo guarda da sotto i capelli scompigliati, con due grandi e lucidi occhioni ricolmi di lacrime.
«Delusa per cosa, Astrid? Per aver avuto un figlio che non ho mai voluto riconoscere? O perché così è evidente che non sono il perfetto cagnolino a cui bastava un fischio perché tornasse da te?» non vorrebbe essere crudele con lei, non in un momento del genere, ma si sente seriamente troppo attaccato e di conseguenza il suo istinto gli impone di difendersi come può «Quando ci lasciavamo tu vedevi altri uomini e questo è un dato di fatto. Io non sono mai stato stupido, Astrid, e per evitare altre inutili chiacchiere mi muovevo nell'ombra!»
Astrid boccheggia in cerca di una risposta tagliente da urlargli in faccia, ma un insopportabile blocco in gola le impedisce di pronunciare una qualsiasi sillaba.
Silly, accovacciata a terra al fianco di un più che distrutto Ace, osserva sconcertata la sua Signora. Non l'ha mai vista piangere, non l'ha mai vista distrutta in questo modo.
Pure lei, come tutti gli altri, è rimasta allibita nell'apprendere la notizia, ma non ha osato esprimere alcun parere. In fondo tutti quanti hanno dei segreti, chi più importanti di altri, e sapeva, in cuor suo, che pure il grande e forte Fenrir non poteva essere immacolato come voleva apparire.
«Un giorno, tantissimo tempo fa, incontrai una donna... ed era... bellissima. Davvero, era la donna più bella che avessi mai visto. Il suo nome era Maddalena.» tutti ascoltano le flebili parole che escono dalle labbra dell'Imperatore, rimanendo shockati.
Nessuno ricorda di aver mai visto quella donna, nessuno ricorda di averne mai sentito parlare.
Quell'antica bellezza vive solo nei ricordi di Fenrir, che finalmente ha deciso di riportarla alla luce.
«Pelle d'avorio, lunghi ricci neri e brillanti, occhi color della pece... rimasi incantato. Anche quando scoprii che per mantenere sé stessa e i tre bastardi che aveva messo al mondo faceva la puttana, non mi tirai indietro. La corteggiai come la sua bellezza meritava, suscitando un certo scalpore nel piccolo e misero villaggio in cui viveva.» lo ricorda bene, Fenrir. Ricorda che le portava sempre dei bellissimi fiori di campo; ricorda le sue gote pallide imporporarsi ad ogni complimento; ricorda il suo stupore quando la invitò a cena la prima volta, e ricorda ancor meglio quanto la sua semplice compagnia riusciva ad affievolire il dolore che provava a causa della recente rottura con Astrid.
«Tutto sembrò andar bene per qualche mese, finché non cominciò a manifestare dei malori all'addome.» in questo momento Fenrir non guarda nessuno di loro. Preferisce fissare la pallida Luna quasi piena sopra le loro teste, mentre i ricordi scorrono veloci e violenti nella sua mente «Il feto cresceva troppo velocemente e di quel passo sarebbero morti entrambi. Ed è a questo punto che è entrato in scena Freki.»
Il castano fa un passo in avanti, tenendo la testa alta. Non si vergogna di quel che ha fatto, non si pente di aver aiutato il suo Signore in un momento del genere. Certo, ha sempre detestato Peter, e adesso lo detesta ancora di più, ma non per questo si pente delle proprie azioni.
«Per far nascere il bambino e far sopravvivere la donna, ho cominciato a somministrare loro un leggero infuso di strozzalupo. Onestamente non sapevo se avrebbe funzionato o se avrebbe ucciso il nascituro, ma Fenrir volle provare lo stesso.»
«Tutto andò per il meglio.» lo interrompe prontamente Fenrir, passandosi nervosamente le mani tra i capelli «Il piccolo nacque prematuro, ma era forte ed è riuscito a sottrarsi alla morte. Per mia fortuna somigliava in tutto alla madre, così mi potei allontanare. Prima di andarmene, però, ordinai a Maddalena di somministrare al piccolo due gocce di strozzalupo ad ogni pasto, così da rallentare la sua crescita e farlo sembrare un bambino come un altro, fino al giorno in cui sarei tornato a prenderlo.»
Un profondo ed assordante silenzio regna sovrano in quella spiaggia. I presenti sembrano pure trattenere il respiro, tanto sono shockati.
Solo Týr si lascia scappare una risatina isterica, mentre i ricordi di quei lunghi anni trascorsi a Raug senza una ragione logica assumono finalmente un senso. Solo ora riesce a capire perché erano rimasti confinati in grotte sotterranee, lontani dalla civiltà, per più di vent'anni: voleva monitorare il bastardo.
«Lo presi con me quando aveva raggiunto l'età che mi ero prefissato. Era debole al tempo, odiato dalla sua gente, e per questo decisi di donargli il morso. Non avrei mai pensato che potesse diventare un tale mostro.» gli fa male ricordare tutte quelle cose. Gli fa male ricordare il suo sorriso pieno di meraviglia ogni volta che gli mostrava qualcosa, ogni volta che lo rendeva partecipe di ciò che faceva. E gli fa ancor più male ricordare quello splendido sorriso pieno di meraviglia e dolcezza trasformarsi in un ghigno sadico e perverso dopo i primi brutali omicidi.
«Ecco, adesso sapete tutto ciò che vi ho tenuto segreto in questi anni. Spero che la cosa vi rallegri. Adesso, col vostro permesso, devo andare a capire come ucciderlo.» detto questo si congeda, allontanandosi lentamente verso il tempio di Odino. È un tempio piccolo, lontano da occhi indiscreti, dove pochi si recano di rado per trovare risposte a dilemmi a cui non riescono a venire a capo.
I presenti lo guardano allontanarsi ammutoliti, con una nuova e spaventosa consapevolezza nel cuore: Helheimr, la loro adorata isola, non è più sicura.
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La Fenice e l'angelo demoniaco
FanfictionDurante una tranquilla giornata di navigazione, Barbabianca e la sua famiglia trovano qualcosa di incredibile in mare: una bambina, di cui però ignorano la vera natura. Decidono di tenerla, di crescerla in mezzo a loro, ovviamente inconsapevoli dell...