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Chi fosse lo spilungone ancora non mi era chiaro, ma non mi aspettavo nulla di diverso da una giornata simile. Avevo la terribile sensazione che mi aspettasse di peggio in futuro.
Camminavo avanti e indietro per il marciapiede appena fuori l'uscita di sicurezza, frugando tra le varie opzioni da prendere in considerazione nella mia testa.
Dovevo informare la polizia? La CIA? O peggio, mia madre?
<<La strega>> sussurra una voce distante.
Mi volto nella sua direzione, cercando il volto femminile del sussurro.
<<Ecco ora ci ha visti, cretina!>> uno dei quattro ragazzi da una leggera pacca alla nuca della biondina, che dovevo aver già visto tra le cheerleader.
Resto immobile ad osservare il loro gruppetto che, distante, blaterava osservandomi.
<<Ma che palle>> il ragazzo nascosto dietro i primi due, si fa strada avvicinandosi a passo veloce.
Metto a fuoco il suo viso manmano che si avvicina, quegli occhi che sembrano seguirmi da giorni erano fissati sui miei.
<<Oh aspetta Scott->>
Mi afferra per il polso trascinandomi verso i suoi amici,non oso oppormi alla forza di quella stretta, il mio corpo non reagiva affatto.
La bionda indietreggia sorpresa; abbozzo, tuttavia, una specie di sorriso per risultare il meno strana possibile.
<<Avanti, falle vedere che non sei una strega>> sbuffa appoggiandosi al muro di mattoni, vicino al gruppetto.
Mi guardo attorno attendendo che qualcuno esca dalle aiuole avvisandomi di star partecipando a qualche scherzo, ma evidentemente questi idioti erano seri.
<<Vi state sbagliando>> ridacchio gesticolando.
<<Non so come dimostrartelo ma ti stai->>
<<Cazzate! Come spieghi questo?>> Esclama la ragazza portando il cellulare dritto davanti ai miei occhi, mostrando una gif in ripetizione della scena accaduta in mensa.
<<Ho...>> osservo il video velocemente, cercando una giustificazione a quell'azione del tutto anormale.
<<Ho solo spinto il tavolo,vedi?>> le spiego indicando lo schermo nel momento esatto dello spostamento.
Non potevo credere che il video stesse già girando così velocemente.

Lei si acciglia leggermente mentre riguarda la scena in loop; alza lo sguardo verso di me sorridendomi imbarazzata.
<<Mi dispiace>> dice arrossendo.
Le sorrido a mia volta cercando di allontanarmi da quella situazione fastidiosa.
<<Beh io dovrei->> mi giustifico indicando col pollice la porta della stazione, da cui ero uscita.
<<Allora perché non vieni con noi?>> chiede entusiasta accarezzandosi i capelli, avvicinandosi di nuovo con un piccolo saltello.
<<Non penso sia...>> contemplo le espressioni degli altri, completamente indifferenti.
<<...il caso>>
La ragazza afferra le mie mani trascinandomi con lei.
<<Io sono Avril comunque>> mi informa continuando a camminare verso le loro macchine.
<<Lilith>> dico quasi in un sussurro.

Erano due Suv, grandi e costosi.
Mi lascio sfuggire un sussulto alla vista di tutti quei soldi mutati in veicoli.
Incredula seguo i ragazzi che si dividono i posti.
La seconda auto era di Mason, quindi non sarebbe stato con noi.
Lo osservo del finestrino posteriore mentre si sistema sul sedile, aggancia la cintura e infila violentemente la chiave nel foro d'accensione del motore.
Rivolge un'occhiata veloce all'amico al volante, nella macchina dove mi trovavo io.
Poso lo sguardo sul biondo che, sorridente, con un ruggito del motore, si allontana dal parcheggio.
Avril appoggia la sua testolina bionda sulla mia spalla, osservandomi di sottecchi.
<<Hai paura di questi maschioni?>> sussurra con tono sarcastico.
<<Mai>> rispondo sorridendole.
Avril non sembrava un pericolo apparentemente, gli altri erano totalmente indifferenti dalla mia presenza. Come se non ci fossi minimamente.
<<Con la forza che hai nelle mani dovremmo avere noi paura di te>> osserva il ragazzo roscio sul sedile del passeggero.
Annuisco leggermente accennando una specie di risata imbarazzata.
Sospiro rilassandomi sul caldo sedile di pelle.
Cerco il cellulare nella tasca dello zaino per avvisare velocemente mia madre, con qualche scusa plausibile.

"esco con Tay, è un problema?"

Tay mi avrebbe sicuramente assecondata, seppure dopo avrei dovuto raccontargli per filo e per segno la situazione.
Come immaginavo, mi madre risponde quasi subito.
Mamma
"No tesoro, stai attenta,dove andate?"

Fisso il cellulare in cerca di una risposta.
<<Dove stiamo andando precisamente?>> chiedo ad Avril.
Lei mi osserva confusa.
<<Da Paige>> risponde con tono ovvio prima di tornare a scorrere la home di Instagram.

Torno alla chat inventandomi l'ennesima scusa.
"A studiare da Starbucks"

Visualizza il messaggio, per poi rispondere con
"Sono felice che tu abbia ripreso a uscire"

Ho avuto un periodo fermo della mia vita, in cui tutto sembrava più pesante del dovuto; scuola, amici, anche le cose più semplici erano complicate. Quindi per via di cose, avevo smesso di interagire con la mia vita sociale. Tuttavia fu Tay a tirarmi fuori da quella brutta situazione.
I periodi, devono restare tali.
Osservo fuori dal finestrino il paesaggio antropico, immersa nel passato. 
I palazzi giganti che ci circondavano erano da volta stomaco, non riesco nemmeno ad immaginare come ci si senta a vivere lassù.
La macchina di Mason volta in un parcheggio interno, di uno dei grandi grattacieli.
<<Ma si può fare?>> Mi viene spontaneo chiedere.
Avril mi osserva silenziosa, per poi lanciare un'occhiata al ragazzo al suo fianco, che mi pare si chiamasse William.
Ritorna su di me con un sorriso sfottente.
<<È qui che dobbiamo andare>>

Infatti, anche la nostra macchina attraversa il parcheggio; una volta dentro, Mason era appoggiato al cofano del suo suv, intento ad accendere la sigaretta che teneva stretta tra le labbra.
Ci fermiamo nel posteggio proprio accanto a lui.

L'aria era fredda, il disagio palpabile.
I ragazzi sghignazzano tra loro mentre ci avviciniamo all'ascensore, che ci avrebbe portato all'atrio del palazzo.
Io e Avril restiamo leggermente indietro, completamente in silenzio.
<<Perché sei così tesa?>>
Il suo essere così schietta era un privilegio, ma assolutamente imbarazzante.
<<È una cosa nuova per me, non pensi che a questa Paige possa dare fastidio che io sia qui?>>
Lei si avvinghia al mio braccio, appoggiando la testa sulla mia spalla.
<<Le farà più che piacere>>

Different SoulsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora