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L'atrio della scuola era più affollato del resto delle mattine, probabilmente per qualche evento della squadra di football.
Mi trascino tra la gente mantenendo un punto fisso a cui avvicinarmi, ossia il mio armadietto.
Avevo la testa tra le nuvole, frastornata da miliardi di pensieri.
Sospiro inserendo il codice sulla rotellina della porticina di ferro,però pareva non collaborare.
<<Andiamo..>> blatero dando qualche manata sulla maniglia.
Di certo così non si sarebbe aperto, ma tanto valeva provare.
<<Puoi smettere di importunare il mio armadietto?>> la voce roca che giunse dalle mie spalle mi fa quasi sussultare.
Con un nodo alla gola mi volto lentamente.
Incrocio quasi subito due occhi verdi smeraldo, che alla luce fredda delle lampade sopra di noi parevano anche più chiari.

<<È il mio armadietto, in realtà>> ribatto, rivolgendomi nuovamente verso la porticina difettosa.
Con un'occhiata veloce controllo il numero dell'armadietto, sicura che fosse il 46.
<<È il 36, ossia il mio>> continua il ragazzo alle mie spalle.
L'armadietto era spoglio, completamente blu, senza graffiti o poster che coprivano la superficie, probabilmente era il motivo della mia confusione.
Mi sposto velocemente di lato, lasciandogli il posto che effettivamente gli apparteneva.
<<Scusa>> dico risistemandomi lo zaino sulle spalle, come una specie di tic.
Ignora completamente le mie scuse afferrando qualche quaderno rovinato e allontanandosi per la sua classe.
Sbuffo rigirandomi sui talloni, avvicinandomi all'aula di letteratura.

Sara e Tay erano seduti infondo alla stanza, chiacchierando e ridacchiando, mentre il professore preparava il programma per la lezione.
<<Buongiorno>> dico attraversando la soglia della porta.
Lui ricambia con un sorriso per poi tornare alle scartoffie da sistemare.
Tay in lontananza si sbraccia, indicandomi un banco libero difronte al suo.
Mi siedo goffamente sulla scomoda sedia di legno, sospirando per la ventesima volta in un giorno.
<<Che palle>> sussurro voltandomi dai miei amici.
<<Che c'è Jones? Giornataccia?>> chiede sarcastico tirandomi leggermente un ciocca di capelli.
<<Come fa a interessare a qualcuno Mason Scott?>> chiedo con tono sarcastico.
Lui pare sorpreso dalla mia domanda tanto che le sue sopracciglia si inarcano verso l'alto.
<<È una divinità greca, in tutto e per tutto>> gesticola lui.
<<È uno stronzo>> ribatto divertita.
Lui si finge offeso portando una mano sul petto come trafitto dalle mie parole.
<<Perché?!>> chiede lui con voce stridula.
Scrollo le spalle imponendomi di non ridere alla sua reazione teatrale.
<<Ragazza non hai buon gusto!>> esclama lui accasciandosi sullo schienale della sedia.
<<Addirittura>> rido io.
Tay sbuffa giocherellando con la zip della sua giacchetta di jeans.
<<Non ti regoli mai>> sospira dandomi una pacca sulla testa.
Ero pronta a ricambiare quando il professore decide di intromettersi nella nostra vivida discussione iniziando la lezione.
Letteratura non era affatto una materia che mi interessava, seppure amassi scrivere.

Getto velocemente i quaderni nello zaino lasciando qualche foglio stropicciarsi sotto il loro peso.
Lo posiziono sulle spalle e mi allontano verso la porta, dove Tay e Sara mi aspettavano impazienti.
Il professore dell'ora successiva mancava, quindi in quel lasso di tempo avevamo deciso di raggiungere il giardino interno della scuola.
Silenziosi ci addentriamo nei corridoi.
Tay sembrava preso dal suo cellulare mentre messaggiava piuttosto distratto.
<<A chi scrivi?>>mi sporgo io cercando di sbirciare.
Lui spegne velocemente lo schermo guardandomi storto.
<<Nessuno>> sorride camminando avanti.
<<Tay hai il fidanzato? >> chiede Sara dopo un lungo silenzio.
Ci blocchiamo sui nostri passi.
Scoppio in una goffa risata accovacciandomi a terra.
<<Tay? Fidanzato?>> scossa dalle risate torno in piedi asciugandomi gli occhi.
Lui sbuffa spostando la frangia dalla fronte e tornando a camminare.
<<Deficiente, da che pulpito poi>> brontola superandoci.

Raggiungiamo il giardino continuando a stuzzicare la mancanza del mio migliore amico.
<<Ragazze ne ho avuti e come!>>

<<Avere tanti partner a letto non è paragonabile ad avere un fidanzato>> ribatto io sghignazzando.
Scuote la testa in disapprovazione, sedendosi su una delle panchine malridotte.
<<Noiose>> dice buttando fuori l'aria trattenuta.
Sara gli accarezza delicatamente la testa confortandolo.
Lui le sorride portando una sigaretta spenta alla bocca, con l'altra mano raggiunge la cicca con l'accendino.

<<Che cazzo>> impreca non riuscendo ad accenderla.
Mi impongo di non ridere per la sua espressione delusa.
Sbuffando riposa tutto nello zaino per poi gettarlo sull'erba fresca.
Sara mi lancia un'occhiata che urlava un "dovremmo intervenire".
Sospiro voltandomi nuovamente verso di lui.
<<Che succede Tay? >> gli chiedo con tono quasi sfottente.

A differenza di quel che immaginavo il suo sguardo era perso nel vuoto, rigettato nei suoi pensieri.
Infilo una mano tra i suoi capelli, spettinandoli leggermente.
<<Parlami>> sussurro al suo orecchio.

Si acciglia improvvisamente sbattendo più volte le palpebre.
Gli occhi erano lucidi e aveva già deglutito un paio di volte.
Lancia un'occhiata furtiva allo schermo del cellulare, intravedo varie chiamate perse e altrettanti messaggi non letti.
<<Ho il corso di cinese tra poco>> annuncia alzandosi velocemente dalla fredda panchina.

<<Ci vediamo dopo! >>
Senza darci il tempo di replicare si allontana verso la sua classe.

Io e Sara ci scambiamo sguardi confusi ed esitanti di saperne di più.
<<Andiamo a prendere qualcosa da mangiare>> consiglio.
<<Ma tra poco è ora di pranzo>> osserva lei.
Sospiro annoiata riaccasciandomi sulla panchina.
<<Ma io ho fame>> mi lamento.
Sorride scompigliandomi i capelli.
<<Sai, come ogni volta, che se mangi ora non ti basteranno i soldi dopo!>> si sistema le grinze della gonna prima di farmi cenno di seguirla.

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