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<<Ma che cazzo..>> scuoto la testa senza spostarle lo sguardo di dosso.
Lei mi sorride velocemente per poi portare l'attenzione sulle altre ragazze.
Mi sentivo ribollire, un fuoco caldo e devastante si era appena innalzato nel mio petto. Dovevo farle capire cosa provavo, chi mi tormentava da giorni.

Non riuscivo a distrarmi, continuavo insistentemente a trovare una sua reazione, una sua occhiata.
Guardami. Guarda cosa ci è successo.

<<Ah!>> il naso di Victoria inizia a perdere sangue ininterrottamente.
Nella mia bocca si diffondeva un sapore ferroso,ma ero completamente assolta da quel liquido rossiccio da non riconoscerlo.

<<Lilith?>> che vocina lontana..

<<Lilith!>> così distante..

Le mie gambe non reggono.

                      *      *      *
-Svegliati.

Quella voce cupa ha un reazione istantanea sul mio corpo.
I miei occhi si aprono di scatto, mi sembra quasi di riprendere fiato da una lunga corsa.

<<Dio mio, tesoro!>> la mamma mi stringe a se tanto forte da rischiare di spezzarmi in due.

<<Che succede?>> la mia voce è roca, ed il sapore non era sparito.
L'emicrania era tanto forte da far girare l'intera stanza.
Non riconoscevo minimamente il luogo. Iniziavo ad agitarmi in quelle avvolgenti lenzuola di seta.

La camera è bianca, tendenti a ingiallire, decorate da foto di bambini. Tanti armadietti riempiti di medicinali, al mio fianco c'era un'asta dove era attaccata la mia flebo.
I lettini vicini al mio erano vuoti, le lenzuola intatte davano l'idea di nuovo.

<<Siamo in ospedale tesoro>> spiega Sandy.
Notando la mia espressione confusa e corrucciata decide di spiegarsi.

<<Hai avuto una specie di emorragia interna, molto lieve nulla di grave! Ma perdendo molto sangue...>> gesticola lei.

<<Come è poss->> veniamo interrotte dall'entrata improvvisa di un'infermiera.

<<Signora l'orario di visita è concluso, la prego di abbandonare la stanza>> ci informa la donna sulla soglia della porta.

Mia madre annuisce in silenzio.

<<Adesso abbandona tutte le domande che vagano in questa testolina e riposa>> mi sorride lei dandomi un bacio sulla fonte prima di andarsene.

La vedo allontanarsi per il corridoio da una piccola finestrella posta sulla porta.
Abbandonare le mie domande? Ma se non mi aveva dato nemmeno una risposta precisa.
Avrei voluto alzarmi e sgranchire le gambe ma ero dolente dalla testa ai piedi.

L'infermiera chiude le tende della grande finestra sul muro a pochi metri da me.

<<Grazie>> sussurro prima che possa abbandonare la stanza, nessuna riposta.
Esce in silenzio lasciandomi sola nella grande e cupa camera.
Finalmente decido di chiudere gli occhi.

Mi sveglio affannata con la strana sensazione di essere osservata.
Nessuna parte del mio corpo aveva intenzione di muoversi, se non gli occhi.
Spostai immediatamente lo sguardo alla porta, proprio lì notai una cupa figura, che come informe, era in piedi dietro quella fragile porta.
I brividi mi attraversavano veloci, le gambe tremavano e la pelle d'oca era bagnata dal mio sudore freddo.

Quella cosa mi stava facendo impazzire. Chiudo gli occhi sperando fosse solo la mia immaginazione, o addirittura un gioco di luci.
Ma riaprendoli...era lì...in piedi, alla fine del mio letto.
Finalmente riuscivo a definire la sua sagoma avvolta nell'oscurità, gli spigoli della sua bocca erano alti, prendevano il posto degli zigomi, i suoi occhi erano iniettati di sangue, un rosso brillante che risaltava nel buio, sulla testa sporgevano alte due corna.
Chiusi in men che non si dica gli occhi, cercando di riaddormentarmi.

<<Li...>> la voce cupa e familiare liberata dalle sue fauci si faceva vicina.

<<...li...>> sentivo il suo respiro caldo sul volto, mentre il mio mancava.

<<...th...>> il silenzio.

Non sentivo più il suo fiato su di me, che sia andato via?

Riapro gli occhi lentamente, tempo di mettere a fuoco e notare il suo sorriso storto e macabro decorato da lunghi denti aguzzi, che si dilata rigettando un forte acuto.

Il mio corpo decide di reagire,salto a sedere sul letto gridando in cerca di aiuto.

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