Erano ormai tre giorni che avevo passato in quel grande ospedale.
Mi avrebbero dovuto lasciare andare il giorno dopo il ricovero, quando la situazione si sarebbe calmata.
Eppure non è andata così, ero crollata drasticamente in una febbre lacerante, ossa e muscoli parevano voler scappare dal mio fragile corpo.Per fortuna però, Alysa e il suo accento mi erano vicini, con le sue storie strampalate sulla Russia.
Eravamo sedute sullo stretto cornicione della finestra, il fumo della sua sigaretta mi intorpidiva il naso, prese dai nostri pensieri.<<Quando pensi che ci faranno uscire?>> le chiedo osservando il fumo che pianpiano si dissolveva nell'aria.
Mi rivolge un occhiata furtiva, quasi incuriosita.<<Chissà>> risponde aspirando di nuovo la cicca.
Annuisco tornando ai miei pensieri.
Come se la caveranno i miei amici? Sara avrà trovato compagnia? Una buona compagnia? E la cosa, si farà più viva?Picchettai con le dita,leggermente, la testa come per comprimere in una piccola area del mio cervello quei pensieri; faccio per rientrare ma Alysa mi ferma mettendomi la sua mano, fredda, sulla spalla.
<<Che fai?>> chiede puntando i suoi grandi occhi celesti su di me.<<Entro, ho freddo>> mi giustifico saltando all'interno della camera.
<<Tu fighetta, non è freddo, in Russia freddo>> la vedo spegnere la sigaretta, ormai finita, sul vetro della finestra per poi seguirmi all'interno.<<Come vuoi>> sussurro sedendomi sul letto. Osservo il cellulare che mi era stato restituito il giorno prima, non avevo ancora il coraggio di accenderlo e dare spiegazioni a chiunque mi rintracciasse.
<<Ti hanno dato telefono, perché non accendi?>> chiede lei sollevandolo dal comodino.
<<Ma che cavolo, non sono affari tuoi>> riprendo il dispositivo fulminandola con lo sguardo.
Si era effettivamente offesa dal mio comportamento aggressivo, decido di rimediare a modo mio.<<Mi dispiace, non voglio sentire nessuno per ora>> le spiego osservando la poca parte di pavimento che ci separava.
<<Io sono qui per te, quando vuole parlare>> mi informa prima di stringermi a se.
Doveva aver passato qualcosa di anche peggiore rispetto a me, il pensiero mi incuriosiva e allo stesso tempo rattristiva.
Era una ragazza interessante, allegra e apparentemente spensierata, ma ho notato diverse volte le sue ricadute, i farmaci, lo sguardo.Il nostro abbraccio viene interrotto dall'entrata improvvisa di mia madre e Ryan.
Il ragazzino si avvicina a passi veloci al mio letto, passando lo sguardo tra me e l'alta russa.
<<Ciao>> li salutiamo all'unisono.Mamma mi sorrise avvicinandosi con fare entusiasta.
<<Ciao ragazze>> ci saluta frettolosa.
Appoggia una mano sulla spalla di mio fratello.
<<Hanno deciso di rilasciati>> mi informa sorridente.Io e Alysa ci scambiamo un occhiata interrogativa, con un piccolo salto scendo giù dal lettino. Le gambe quasi mi tremavano dall'emozione.
<<Davvero? >> chiedo incredula.
Lei annuisce invitandomi con un gesto a prepararmi per abbandonare l'edificio.Alysa era ancora seduta sul mio letto, con un sorriso perso, lo sguardo fisso sui miei movimenti.
Mia madre era uscita a comprare qualche schifezza al bar per quel moccioso di mio fratello, decido di farmi coraggio ed esplorare le fragilità che ostacolavano la mia amica.<<Tutto bene?>> le chiedo gettando lo zaino a terra.
Lei si limita ad annuire, con lo sguardo perso nel vuoto.
La affianco pronta a confortarla qualsiasi cosa avesse da dire.
<<Verrò ogni giorno a trovarti>> la rassicuro posandole una mano sulla spalla.Mi rinfaccia una smorfia cercando di nascondere gli angoli della bocca che ormai erano rivolti verso l'alto, pareva farle piacere.
<<Ti aspetterò>>
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Different Souls
ChickLitUn romanzo horror decisamente fuori dagli schemi. Lilith Jones è una sedicenne che, nella sua fase peggiore, vuole scoprire se stessa e i segreti che la sua famiglia le ha tenuto nascosto. I comportamenti strani che si manifestano in lei,e intorno...