ℭ𝔥𝔞𝔭𝔱𝔢𝔯 15

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Althea nelle stalle stava provvedendo a mettere del fieno nella mangiatoia di quello che ormai era il suo cavallo. Aveva deciso di chiamarlo Salem. Prese velocemente il pesante secchio colmo di fieno e lo riversò nella mangiatoia.

Subito dopo prese il secchio pieno d'acqua e fece lo stesso, nello scomparto dedicato all'acqua, cercò di mirare bene il centro per non far sgorgare il liquido fuori, dopo di che, rigirandosi su se stessa, vide che la sua stalla era piena di sterco.

Sospirò asciugandosi le goccioline di sudore che le si erano formate sulla fronte, prese i secchi vuoti  ed  uscì fuori per prendere il rastrello ,posò a terra i secchi ed afferrò il manico dell'oggetto, soffermandosi a guardare  dei leggiadri fiocchi di neve che ricadevano danzanti al suolo. Non aveva mai visto così tanta neve, la cosa che la stupiva di più, era la quantità di giorni in cui nevicava senza sosta.

Le scappò un sorriso ma rientrò velocemente per evitare di prendersi un malanno dato essendo anche senza pelliccia. Iniziò a spalare la paglia sporca del letame del suo destriero. era più faticoso di quanto pensasse, ma comunque i suoi pensieri non le davano pace.

Non riusciva a smettere di pensare all'avvenimento della sera prima, detestava essere il motivo della divisione di una famiglia, ma non poteva nemmeno andare via, non sapeva dove andare e non sarebbe sopravvissuta per più di due giorni con quelle temperature.

Detestava sentirsi così dannatamente impotenti, e quasi come un riflesso i suoi movimenti si fecero più aggressivi. Non riusciva nemmeno a spiegarsi come poteva sentirsi anche minimamente attratta da quel Vichingo dai lunghi capelli chiari.

Eppure, anche se non voleva ammetterlo, ogni volta che il suo sguardo incontrava quegli occhi così cristallini, il suo cuore smetteva per un attimo di battere ed iniziava a farlo così velocemente da impedirle addirittura di respirare.

Era così  strano, sentirsi legata ad una persona, e il fatto che non avrebbe potuto averlo le faceva ancora più male. Sbuffò infastidita e si portò i capelli sciolti, che le ricadevano davanti al viso, indietro. No era capace di intrecciarsi i capelli e quella mattina Tyria era stata impegnata a tessere con la regina.

Detestava sentirsi in quella maniera, era come imprigionata, ma sapeva che se solo lo avesse chiesto Ragnar le avrebbe aperto le porte del palazzo e le avrebbe permesso di andare via. Quella società era così strana, lì le donne contavano qualcosa ed erano considerate persone, e non proprietà di un padre, di un fratello o di un marito.

Le donne erano libere di scegliere e di vivere, era strano per lei, le era sempre stato detto di servire gli uomini, ma quando Ragnar aveva provato a toccarla e lei si era spostata lui l'aveva rispettata. Non era così usuale in Inghilterra.

"Cosa stai facendo?" Era la voce di Bjorn che la fece sobbalzare.

Si girò di scatto portandosi una mano al petto. "Santa madre ..." Mormorò scrutando il volto di Bjorn, corrucciato e confuso. "Mi sto prendendo cura di Salem..?" Domandò retoricamente accarezzando il garrese della sua creatura.

"E secondo te perchè abbiamo dei servitori?" Domandò lui incrociando le braccia al petto. Lei lo guardò con le labbra socchiuse per poi abbassare lo sguardo scorrendo lungo tutta la sua figura, mastodontica e ben curata. Lei era abituata a fare da sola, essere servita e riverita la metteva a disagio.

"Vieni via di lì, dai.." Sospirò addolcendo il tono di voce, la afferrò delicatamente dal gomito e lat tirò via dalla paglia sporca. Lei lasciò cadere il rastrello sorpresa da tutta quella gentilezza.

"Perchè non hai la pelliccia? Odino, ti prenderai qualcosa..." Lui si tolse velocemente la pelliccia e fece per mettergliela sulle spalle ma lei, insospettita da quell'atteggiamento gentile  si allontanò inciampando sul secchio dietro di lei finendo con il sedere a terra.

"Ma che diamine fai? attenta.." Lui ridacchiò porgendole la mano. "Perchè?" lei domandò con la voce tagliente come la lama di un rasoio. "Cosa?" La guardò confusa con ancora la pelliccia in mano.

"Tu mi disprezzi, perchè ora sei magicamente gentile?"  Lui sospirò tirandola su. "Ho capito che ero solamente geloso delle attenzioni che ricevevi da mio padre, volevo chiederti scusa per il mio atteggiamento." Sospirò riuscendo ad appoggiarle la pelliccia sulle spalle.

Lei si strinse in essa, accolta in un dolce tepore. "Va... bene" lo guardò ancora diffidente. Bjorn le scompigliò i capelli sciolti accennando un sorriso. "Chiederò a Tyri di provvedere a sistemare la stalla." Disse scortandola verso l'entrata del palazzo.

"Ma a me dispiace." Disse lei. "Sono servi, fanno questo.." Disse lui confuso.  Lei scosse la testa sospirando. "Sono persone..." diede dei colpetti al suolo con la punta degli stivali per scrollare la neve da essi e poi entrò  nell'atrio del palazzo, trovandosi Rollo e Ragnar in tenuta da caccia, muniti di arco e frecce.

"Dov'eri?" Domandò il re mentre si sistemava l'arco in spalla. "Stava pulendo la stalla.." Borbottò Bjorn mentre le toglieva la pelliccia dalle spalle. Rollo accennò una risata. "Ancora devi ambientarti rossa?" Domandò lui.

Althea alzò il sopracciglio abbassando impercettibilmente, "Preferisco prendermi cura da sola del mio cavallo." Rispose lei guardandolo con sfida, dritto negli occhi; sotto lo sguardo fiero di Ragnar. Subito dopo si girò verso il re "Andate a caccia?" Domandò portandosi le mani dietro la schiena.

"Beh si.." Iniziò l'uomo ma non fece in tempo a finire che venne interrotto dalla ragazza."Vengo anche io." Disse avvicinandosi all'appendi abiti in legno, appeso al muro. Rollo la guardò confuso "In che senso, perchè sa cacciare?" L'uomo era quasi spaventato da quel temperamento sicuro. "No." Rispose Althea prendendo la sua pelliccia. "Ma c'è sempre una prima volta." Bjorn la aiutò ad infilare l'enorme pelliccia, accennando una risata divertita.

Poi,la ragazza, si avvicinò alla parete arricchita dalle armi e prese l'arco e le frecce. "Andiamo?" Fece saettare lo sguardo tra i due. Ragnar alzò le mani in segno di resa ed i tre uscirono, insieme alla perplessità di Rollo.


***

Dopo aver sellato i destrieri i tre si erano avventurati nella fitta boscaglia innevata in procinto di trovare qualche lepre. Althea si sentiva al sicuro affianco al Re ed era completamente tranquilla e rilassata si guardava intorno curiosa, quando vide un cespuglietto innevato muoversi, facendo rotolare via un po' di neve.

Socchiuse gli occhi per mettere a fuoco il cumulo di foglie e prontamente Althea brandì l'arco ed una freccia, mirò velocemente e scoccò il fendente che si piantò in qualcosa. Rollo spalancò la bocca sorpreso, e Ragnar sorrise compiaciuto e scese da cavallo avvicinandosi alla freccia.

"Siamo sicuri che non si sia conficcata nel suolo?" La prese in giro il re, facendo ridere il fratello. "Controlla, tutto può essere." Disse Althea tenendogli il gioco. Il re si accovacciò, spostando di lato la pelliccia ,in modo da favorire il movimento, e prese la bestiolina con la freccia conficcata nello stomaco che ancora muoveva le zampette. Era un cucciolo di lepre, quasi gli dispiaceva ucciderlo, ma ormai era in fin di vita.

Althea sul momento si sentì in colpa. "Beh, la porterò a caccia più spesso." Disse Rollo mentre Ragnar sgozzava la creaturina per evitarle altre sofferenze. La mise nel sacchetto apposito accanto alla sella, per poi risalire  in sella. Nella sua mente non era sorpreso sapeva che Althea avrebbe potuto fare grandi cose.

"Era la prima volta che usavi l'arco?" Domandò Rollo serio questa volta. Althea riprese la freccia che le stava porgendo ragnar ed annuì. "Già.." Diede dei colpetti sotto la pancia del cavallo facendoli ripartire.

I due uomini si guardarono accennando una risata e la raggiunsero al trotto. Quella caccia fu molto proficua e non sono grazie alla giovane dai capelli rosso splendente.

𝑨́𝒔𝒕𝒓𝒊ð𝒓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora