ℭ𝔥𝔞𝔭𝔱𝔢𝔯 13

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Althea entrò nella sala da pranzo un po' titubante, era completamente in legno e le uniche decorazioni erano rune incise ui muri ed armi appese come trofei. Al lungo tavolo trovò seduti tutto. Aslaug e Ragnar ai capi opposti del tavolo, Ubbe, Ivar e Sigur al lato sinistro e Hvitserk e bjorn al lato destro.

L'unico posto libero era tra Bjorn e Ragnar. Althea sospirò sentendo gli occhi dei due uomini bruciarle addosso. Bjorn la trovò incantevole con quelle tunica rosa, ma subito si scosse dai suoi pensieri ritornando con lo sguardo serio e tagliente.

La rossa prese velocemente posto accennando un sorriso alla famiglia. Tyria iniziò velocemente a servire vino e bistecche di maiale. "Bene..." Iniziò Ragnar dopo aver tracannato un sorso di vino.

"Volevi proporci qualcosa, giusto marito?" Domandò seria la regina che non aveva toccato ancora nulla dal piatto. Althea teneva lo sguardo basso sul piatto, sapeva che quel qualcosa riguardava lei e che non sarebbe stata una cosa piacevole per la regina.

"Volevo proporre ad Althea di venire con noi nelle prossime razzie in Inghilterra." Bjorn si strafogò con il vino guardando il padre atterrito. "Cosa?" I due giovani quasi urlarono contemporaneamente. "Hai visto anche tu come combatte, con un po' di addestramento potremo essere ancora più in vantaggio." Ragnar era praticamente euforico.

"Marito, ma sei appena tornato a Kattegat..." Disse Aslaug mentre imboccava il piccolo Ivar. "Torneremo a raziare tra due lune è ancora primavera. Ho trovato anche questa in Inghilterra." Disse prendendo un fazzoletto di  tessuto ingiallito, lo aprì e sopra vi era una piccola mappa europea, con su presente l'Italia.

Althea si sporse per osservare, mentre l'uomo puntava il centro dello stivale. "Roma." Disse entusiasta. Bjorn lo guardava curioso ma i sogni furono infranti dalla moglie. "E' solo una mappa non esiste quel posto." Borbottò.

Althea ridacchiò suscitando la curiosità dei due uomini. "tu cosa ne sai rossa?" Lo sguardo di Bjorn era interrogativo. "Molti anni fa, Roma era la capitale del sacro romano impero, oggi è disgregato, ma si Roma esiste ed è la sede del cristianesimo, è una città ricchissima." Disse.

"Andiamo allora." Disse Ragnar mentre Aslaug fulminava Althea con lo sguardo. "C'è un Ma, Ragnar Lothbrok." Disse tenendo la mano sulla mappa. Lui la incitò a continuare con un cenno del capo. "beh, sarebbe un viaggio troppo lungo da proseguire solo in nave. dunque dovremmo sostare in inghilterra, o almeno in Francia e continuare via terra. Ma Parigi è una città inespugnabile ci darà molti problemi." Disse la Rrossa.

Ragnar si accarezzò la barba. "Parigi, Athelstan me ne ha parlato, sorge in mezzo al Senna." Mormorò il re. "Esattamente, anche se sostassimo in spagna dovremmo per forza passare per Parigi." Disse Althea.

"Allora prossima meta, Parigi." Lui alzò il calice seguito da Bjorn,Althea li imitò e per ultimo alzò il bicchiere Aslaug. "SKOL" Urlarono gli uomini seguiti dalle due donne.

***

"Già stanca?" Althea guardava Bjorn ansimando mentre lui la prendeva in giro. "Ti piacerebbe." Disse tirando un fendente con la spada, ma lui lo parò con lo scudo e le fece uno sgambetto. La ragazza inciampò finendo con le ginocchia per terra. Si stavano allenano da tre ore ormai.

"Sai che saresti morta?" Borbottò lui vedendola sedersi ansimando. Lei portò le mani dietro il busto e lo guardò godendosi il venticello freddo della primavera norrena. "Si ma è solo un allenamento Bjorn."

Lui le gettò la spada accanto e si sedette, le porse la borraccia in pelle di capra e lei bevve un sorso d'acqua. "Grazie." Subito dopo bevve lui. "Non sei così male comunque." Disse il ragazzo guardando difronte a se.

"Ti riferisci al combattimento?" Lei aggrottò le sopracciglia. " Si... ma anche in generale." Finalmente lui si girò a guardarla. Somigliava moltissimo al padre, avevano gli stessi occhi e quasi gli stessi lineamenti, ma la forma del viso era meno spigolosa, simile a quella di Lagherta.

"Ti ringrazio." Mormorò lei. Ragnar era riuscito a farle cucire una stupenda divisa personalizzata. Idossava una camcia di lino, aveva le maniche larghe e le permettevano qualsiasi movimento,stretta con un corsetto di cuoio che la teneva dritta ma le favoriva i movimenti. Aveva dei larghi pantaloni di lana, marroni ed un paio di stivali, che le arrivavano fino a sopra il polpaccio,in pelle con la chiusura interna per evitare che si rovinasse troppo.I capelli erano stati  parzialmente intrecciati da Tyria in sottili treccine ben strette.

"Che fate fannulloni" Floki ridacchiò. Era seguito da una ragazza biondissima e dagli occhi scuri. Anche lei, come Floki, li aveva truccati di nero. Non era altissima ed indossava una tunica giallo canarino. "Un po' di pausa." Disse Bjorn indicando le armi e gli scudi sparsi al suolo.

"Lei chi è Floki?" Domandò Althea alzandosi. "Oh, lei è Helga, la mia compagna." Althea andò subito a presentarsi, le sembrava una brava ragazza, ma per stare con Floki sarebbe dovuta essere folle  quasi quanto lui.

"Per tutti gli Dei ma sei identica ad Eir!" Esclamò la ragazza. Althea spostò lo sguardo su Floki con un'espressione confusa. "Eir è una Dea..." Spiegò velocemente. "Grazie... Helga." Sorrise Althea.

"Non è una Dea qualunque, è figlia delle Valkyrie. Sceglie i guerrieri da plerevale durante le battaglie per portarli nel Valhalla, ed è la Dea della medicina e delle erbe." Ne parlava con così tanta passione e devozione che Althea rimase in silenzio ad ascoltarla incantata.

Bjorn si alzò leccandosi le labbra facendo segno a Floki di stoppare la sua compagna. "Dolce Helga lei non conosce bene la nostra religione, potresti spaventarla." Subito gli occhi di Helga divennero tristi ed iniziò a scusarsi, ma Althea le afferrò le braccia scuotendo la testa.

"Potrei rimanere ad ascoltarti per ore Helga. Che ne dici di fare una cavalcata mentre mi parli ancora dei vostri Dei? é così interessante." Floki la guardò stupito,la stessa reazione ebbe Bjorn, mentre il volto di Helga si riempì di gioia.

Si girò verso Floki come a chiedere il permesso e lui allargò le braccia in segno di consenso. "Non posso di certo dirti no Helga" lui sghignazzò contento.

Althea guardò Bjorn mordicchiandosi la guancia, era lui che rispondeva delle sue azioni ,dopo un momento di esitazione lui acconsentì.

"State attente e tornate prima del crepuscolo." Disse Bjorn raccogliendo le armi sparse al suolo. "Certamente andiamo a sellare i cavalli!" Disse  Althea afferrando Helga per l'avambraccio.

Spazio Autrice
Scusate l'assenza ma ho dovuto studiare molto, F for i 7 autori di filosofia che ho portato oggi all'interrogazione, viva la DAD. Scusate anche se il capitolo è più corto del solito ma spero vi sia piaciuto. Un bacio

𝑨́𝒔𝒕𝒓𝒊ð𝒓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora