o' diavòl ca' teng rinto

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Sabato 26 febbraio 2011
Bianca
Finalmente il giorno tanto atteso era arrivato, non avevo più ne rivisto ne sentito Ciro, avevo due notizie solo attraverso Edoardo che mi aggiornava costantemente sul suo umore che ogni giorno sembrava peggiorare sempre di più, si era chiuso in se stesso come aveva fatto solo una volta nella vita quando aveva perso Francesco, e io mi sentivo terribilmente in colpa.
Cercai di farmi forza solo per superare questo giorno,alla festa c'erano già Edo, Chiara, Andrea e Marco arrivati a posta da Milano per me e tutti gli altri, Pietro e i suoi genitori, Sabrina suo fratello Mattia e i suoi amici, ma di Ciro non c'era ancora traccia, e nessuno sapeva dove fosse, c'era anche Don Antonio che mi aveva chiesto dove fosse finito e io riposi con un tristissimo "non lo so", dopo circa due ore arrivò completamente da solo, aveva una camicia bianca i jeans neri e una giacca elegante sopra anch'essa nera, non riuscivo a toglierli gli occhi di dosso da quanto era bello, aveva salutato tutti tranne me, ma sicuramente sarebbe venuto a farlo se solo Andrea non l'avesse preso da parte per parlare, avrei tanto voluto sentire cosa si stavano dicendo quei due ma a causa della musica non capivo niente, nemmeno il labbiale, Simone si alzò per invitarmi a ballare e dopo quello che era successo tra lui e Ciro ero tentata a digli di no, scatenare la sua l'ira era l'ultima cosa che volevo fare, cercai aiuto incerta di cosa fare e per fortuna lo trovai nello sguardo di Edo che mi fece segno di accettare l'invito, accettai certa che se le cose si fossero complicate lui sarebbe intervenuto, Ciro mi fissò sott'occhio per l'intero ballo e io me ne resi conto perché nemmeno io riuscì a staccargli i occhi di dosso.

Ciro
È stata una settimana di merda, ho litigato con Pietro, sono nervoso e intrattabile e me ne rendo conto, non voglio parlare con nessuno, non vedo l'ora che Bianca lasci Napoli per ricominciare da zero, perché fin quando sarà qui mi sarà impossibile farlo, sono arrivato alla festa di Bianca lei è bellissima, ha un vestito nero in velluto che le sta da dio, appena i miei si sono posati su di lei è come se tutto il mio malessere fosse sparito, ma la mia coscienza non fatica a tardare per ricordami che è lei la principale causa di tutti i miei problemi, saluto tutti anche Andrea e Marco, do una pacca sulla spalla a mio fratello con la quale non parlo da tre giorni, che lui ricambia con un saluto seccato, non lo biasimo l ho trattato davvero di merda, "scusàm Piè chesta sera te spiegò tuttò giuro" gli sussurro nell'orecchio per non farci sentire da nessuno, "Iò ppe te ci song sempe" mi risponde, mi giro per andare a salutare la festeggiata ma poi Andrea mi prende da parte per parlare.
<<Ciro qualunque sia il problema tu devi risolverlo>> mi disse
<<nun me fa' incazzàr nun ne teng voglia te pregò>> dissi lui mi guardò con uno sguardo compiaciuto
<<Posso fare qualcosa? Le parlo io?>> Disse, feci di no con la testa, tanto sapevo che sarebbe stato tutto inutile, a quel punto mi diede una pacca sulla spalla.
Non potevo non notare nel frattempo che Bianca stava ballando con Simone , che non era proprio intenzionato a levarsi da lì, secondo me aveva solo bisogno di un piccolo aiuto che ero intenzionato a dargli.
<<Spostàt>> gli dissi mentre Edo e Pino erano sull'attenti già pronti a dividerci.
<<M ca' modì sonò? Ciaò eh>> disse lui, feci un ghigno maligno avevo un gran voglia di picchiare qualcuno e la sua faccia mi stava proprio chiamando
<<Quèll ca' te teng ritt l altrà vota nun te è bastàt vero?>> Dissi
<<Iò nun teng paurà e' te Cirò, me meravigliò e' te comm cazzo fa a piacèrt nu' così >> disse a Bianca
<<Tu non sai niente di noi>> disse lei, noi, suonava così bene tra le sue labbra.
Mi avvicinai e la presi dai fianchi e lei mi mise le braccia intorno al collo.
<<Sei venuto>>disse
<<te dovevò nu' ultimò ballò ricòrd>>
Vedo Teresa avvicinarci al dj e ti richiedere una canzone, già sapevo cosa mi sarebbe aspettato e invece mi soprese perché non la conoscevo, ascoltavo quella canzone che sembrava scritta a posta per noi.
"Tu sei la sola che può amare il diavolo che ho dentro
Sono una rosa che brucia in eterno
Sono l'inferno e tu il mio paradiso
O mi salvi o bruci con me.."
<<Si a' solà ca' può amarè o' diavòl ca' teng rinto, nun te vas pecché si o' facèss nun riuscireì cchiu' a staccàrm>> le sussurrai nell'orecchio, <<Ah nun è verò ca' te odiò si a' cosà cchiu' luminòs ra' mia vità! Ciao ciù ciù>> dissi guardando i suoi bellissimi occhi per l'ultima volta, le diedi un bacio sulla fronte, non feci finire nemmeno la canzone che andai via. Tutti mi guardavano come se avessi appena ucciso qualcuno, mio padre mi guardava malissimo per come mi stavo comportando agli occhi di tutti ma nessuno poteva capirmi, nessuno.
Edo si alzò per venire con me, ma Andrea lo fermò, lui era l'unico che sapeva tutto.
<<Ascolta cos ha da dire Bianca e dopo capirete il perché di tutti i suoi comportamenti>> disse al nostro tavolo, mio fratello lo guardò con uno sguardo interrogativo si stava di sicuro chiedendo che cos'è che lui sapeva che loro avevano ignorato per giorni.
<<Ciro aspettami vengo con te>> mi disse. Salimmo in macchina e vagammo senza meta.

Mammà perdona sta vita sbagliata. ~Ciro Ricci & Edoardo Conte~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora