Origini

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Kara?

Nessuna risposta.

Kara!?

Panico, un'immediata sensazione di panico si stava formando in lei.
Mentre si faceva strada nell'appartamento che condivideva con la reporter, non poteva che notare la mancanza di alcuni oggetti... oggetti di Kara.
Mentre con passo tremante entrava in cucina, la sua attenzione venne catturata da un foglio attaccato al frigo.
Avrebbe riconosciuto quella grafia tra mille.

Mi dispiace Lena, ma non posso continuare così.
Lo so, ti avevo promesso che non me ne sarei mai andata, che saremmo state noi due contro il mondo, ma io non ci riesco.
Mi sento tremendamente in colpa, dirti addio così non è da me, ma credo sia colpa della disperazione, perchè so che di persona non sarei mai stata in grado di andarmene.
Non è colpa tua, o per lo meno non tutta, abbiamo commesso entrambe degli errori, e so che entrambe necessitiamo di un nuovo inizio.
Ti prego di non cercarmi, ho ricevuto un'offerta di lavoro fuori città, e non so quando tornerò.
Ti auguro il meglio.

Kara.

Se n'era andata così, come una codarda, incapace di dirle addio di persona.

Sappiamo tutti quello che è successo dopo.
Ma forse, c'è qualcosa che non è ancora stato detto.

Ovviamente i problemi che Lena aveva sul fatto di dare fiducia alle persone si erano amplificati.
Si era chiusa nel suo mondo e nel suo lavoro così, quando aveva iniziato a fantasticare sul miglioramento e realizzazione del suo progetto, una domanda, o meglio, un'incertezza aveva iniziato ad insinuarsi nella sua mente.

E se anche lei decidesse di lasciarmi?

Non riusciva nemmeno ad immaginare l'idea di essere tradita da una sua creazione, per questo non si era data pace.
Aveva studiato un'innumerevole quantità di soluzioni, che l'avevano poi condotta a quella finale.
Creando il suo progetto, sarebbe dovuta partire da zero, aveva sviluppato una tecnologia in grado di generare i tessuti del corpo umano.
In questo ovviamente rientrava il soggetto principale della soluzione di Lena... il cervello.
Sapeva già che realizzando il cervello avrebbe dovuto instillare dei falsi ricordi, ma a questo aveva già pensato.
Avrebbe selezionato alcuni dei sui ricordi e li avrebbe "condivisi" con Kara, e manipolati, attraverso delle stimolazioni elettriche.
Per assicurarsi l'eterna fiducia della sua creazione, aveva pensato di ispirarsi all'ipnosi, dando vita a quella che definiva una safe word.
In caso di estrema ed assoluta necessità, questa parola avrebbe riportato le cose al proprio posto.

(So che ne vorreste sapere di più, ma ricordiamoci che stiamo pur sempre parlando di scoperte scientifiche top-secret, e al momento sto già fornendo fin troppe informazioni).

Così, dopo due lunghi anni, la sua Kara aveva finalmente aperto gli occhi al mondo, ignara della sua condizione e sul chi (o cosa) fosse veramente.

L'anno che seguì la realizzazione del progetto, fu per Lena la realizzazione di un sogno.
Andare al lavoro la mattina, e tornare a casa la sera, sapendo che avrebbe trovato la sua ragazza ad aspettarla, furono per lei uno dei periodi più belli da quando Kara se n'era andata.

Ma, come qualcuno disse una volta, la felicità è solo la sospensione momentanea del dolore, e anche un idillio come quello creato da Lena non si sarebbe potuto protrarre all'infinito.


ANGOLO AUTRICE:
Allora, vorrei partire con il dire che non avevo intenzione di continuare la storia oltre il primo capitolo, ma le cose possono cambiare.
Questa storia è nata da un'idea, una sensazione, ed è con un'altra sensazione che ho deciso di scrivere questo secondo capitolo/mezzo prequel.
Non ho ancora la minima idea di dove tutto questo andrà a parare, o quanto la storia durerà, quindi quello che vi posso dire e di seguirmi in questo viaggio/delirio che ho intrapreso.
Alla prossima Chypotter01 😉.

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