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"Ehi, Kuroo. Sei sveglio?"

Ma nessuna sillaba fu emessa dalle labbra sottili e screpolate.
Kenma suppose che stesse dormendo, posandogli un'occhiata più attenta notò quanto fosse così immobile, così pallido, quasi come una statua marmorea.

Avvicinò la sedia al letto in modo che fosse più vicino. Allungò un braccio per afferrargli leggermente la mano, tenendola nella sua.

Era più freddo del normale, ancor più ghiacciato di quanto ricordasse.

Kenma esitò per un momento, non sapendo cosa fare, cosa dire. Boccheggiò un paio di volte prima di trovare il coraggio di parlare. "Ho molte cose da dirti, ma non sono molto bravo con i discorsi profondi, lo sai. Ma il tuo più grande pregio è sempre stato quello di capirlo in ogni situazione.

Si fermò, nella speranza di avere un segno di risposta.
Niente.
Nessun suono.
Nessun leggero movimento delle palpebre.
Niente di niente.
Solo il debole segnale acustico che ricordava a quella piccola stanza spoglia che Kuroo era ancora lì.

"Ho molta paura", iniziò. Fino a quel momento era un taboo difficile da ammettere, ma una volta che lo disse, le parole cominciarono ad uscire dalle sue labbra come un flusso inarrestabile. "Sono sempre stato forte, per te. Ma forse anche per entrambi. Non riesco a immaginare un mondo senza di te, ma non voglio nemmeno pensarci."

"Mi sento così egoista nel dirti di continuare a resistere e combattere. Non so neanche se è ciò che vuoi veramente, se ormai sei deciso a lasciarti andare. Ma allo stesso tempo non voglio, non riesco a lasciartelo fare. Questo mi rende una persona cattiva? Stai soffrendo e il fatto che io non possa fare nulla per alleviare il tuo dolore mi uccide giorno dopo giorno." Kenma ormai stava balbettando, lasciando che fosse il suo cuore a parlare invece che il suo cervello, per una volta.

"Mi sento così perso senza di te. Akaashi continua a dirmi che forse dovrei parlarne con qualcuno di competente, ma trovo che sia una cosa così stupida. Non sono io quello che sta soffrendo qui, sei tu. E poi, come potrei spiegare a qualcuno com'è perdere qualcuno come te?"

Kenma non si rese conto di quando lacrime calde cominciarono a rigargli il viso, ma ormai non aveva senso trattenerle. Voleva togliersi tutto questo peso dal petto, per ricominciare a respirare.
Non gli importava quanto facesse male, sarebbe stato peggio tenerlo dentro.

"Vorrei poter dire di non avere rimpianti, perché il mio unico sei tu.
Perché, cazzo, è da 18 anni che siamo insieme e Dio sa quanto altro tempo ancora vorrei starti vicino.
Vorrei non aver sbuffato prima di una nostra uscita, e vorrei non averti spinto via quando sei diventato troppo appiccicoso, e vorrei averti baciato prima di partire per il lavoro ogni giorno, e vorrei non aver lavorato e starti lontano tutto il giorno.
È passato troppo poco tempo e io vorrei fare così tante cose."

Un singhiozzo rumoroso lacerò il petto del ragazzo. Un altro, è un altro ancora, così forti che gli impedivano di respirare.

"Ho la migliore anima gemella del pianeta, lo sapevi? Sei il mio migliore amico, il mio ragazzo, la la migliore famiglia che avessi mai potuto desiderare", balbettò, il petto dolorante come non si non aveva mai fatto prima. Ormai aveva aveva scoperchiato il suo vaso di Pandora, facendo fuoriuscire tutti quei sentimenti repressi da tempo per rimanere forte e non crollare davanti alla sofferenza del corvino.

"Ma sai che c'è? Forse non tornerei indietro, non avrei scambiato per nulla al mondo tutto ciò che abbiamo affrontato."

Il labbro inferiore di Kenma continuava a tremare mentre parlava, è le lacrime scendevano copiose lungo le guance arrossate. "Spero che tu sappia quanto io tenga a te. Anche se a volte mi sono comportato male nei tuoi confronti, non sono mai stata bravo nei grandi gesti romantici come facevi tu e mi sta uccidendo il fatto che, probabilmente, non avrò mai la possibilità di restituirti nemmeno la metà di quello che tu hai fatto per me. Ti sono grato per tutto quanto."

Kenma si morse il labbro inferiore per alcuni istanti prima di continuare, sfiorando pigramente con le dita, quella maledetta frase che marchiava la sua clavicola.
"Non ti ho mai detto che ti amo più di ogni altra cosa è meritavi che te lo dicessi che ogni singolo giorno, sai?"

Quelle sue fatidiche parole non furono pronunciate una singola una volta dalle sue labbra.
Forse perché le voleva riservare al momento giusto, e più andava avanti più si rendeva conto che quel momento forse era arrivato.

"Quindi... se iniziassi da adesso?"

Kenma fece un respiro profondo nel un debole tentativo di fare appello ad un po' di lucidità.

"Ti amo."

Una volta.

"Ti amo."

Una seconda volta.

"Ti amo."

Una terza volta.

"Ti amo."

Circa un milione di volte di più.

Un 'ti amo' per ogni stella che era posata in cielo.

Kenma era convinto che Kuroo stesse dormendo, e che però non  avesse sentito una singola proveniente dal suo fragile cuore.

Ma quando sentì una lieve stretta alla mano, comprese che era stato ascoltato fin dall'inizio.

the galaxy is endless // kuroken (TRADUZIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora