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"Ah, così finalmente ci incontriamo. Kuroo ti nomina almeno cinque volte per visita."

L'uomo di fronte a Kenma tese la mano, che strinse leggermente. "Sono il dottor Yamazaki."

"Kozume Kenma." Il suo tono fu neutro, come al solito. Non aveva mai incontrato quest'uomo perché il ragazzo ogni volta gli chiedeva di aspettarlo fuori, oppure capitava che fosse semplicemente a lavoro. Ma già il bassino sentiva l'irrefrenabile necessità di fare una serie di domande al medico, per poter raccogliere il più informazioni possibili sulla situazione dell'ex capitano del Nekoma.

Forse era proprio per questo che Kuroo aveva cercato di non farli incontrare per così tanto tempo, dandogli il tempo per elaborare e giungere alle proprie conclusioni invece che tartassare il dottore. Una mossa intelligente, ma non lo avrebbe mai ammesso.

"E io sono Kuroo," aggiunse Kuroo inutilmente accanto a lui. Il dottore rise e il ragazzo di fianco si chiese se avrebbe dovuto fare lo stesso.

Non era un grande fan degli ospedali, il suo umore divenne immediatamente cupo quando mise piede sul pavimento bianco incontaminato, con il profumo ospedaliero che gli riempì i polmoni. Prima di scendere il corvino gli chiese se avesse voluto aspettare in macchina ma lui rifiutò immediatamente.

"Va bene, ti dispiace venire un momento con me per fare degli esami? Niente di grave, devo solo prelevarti del sangue", chiese cordialmente con voce gentile, ma Kenma non poteva fare a meno di detestarlo.

Kuroo annuì, alzandosi dal posto su cui era adagiato.

L'altro si mosse per alzarsi e andare con loro, ma il dottore intervenne. "Puoi aspettare qui, Kozume, non ci metteremo molto. Così poi discuteremo sulla situazione di Kuroo".

Almeno aveva un motivo per non piacergli, adesso. Non aveva mai preso in simpatia nessuno che cercasse di separarlo dal suo ragazzo.

Lo guardò, la preoccupazione incisa chiaramente sul volto. Non sapeva se Kuroo voleva andare a fare i test da solo, il pensiero sembrava terribilmente isolante per Kenma. Ma Kuroo sorrise, posando una mano gentile sulla spalla di Kenma. "Va tutto bene, Ken, torneremo tra un secondo."

"È in buone mani, Non preoccuparti! Perché non prendi qualche biscotto dal tavolo e ti rilassi un po' ?" Arricciò il naso a quella frase, il suo stomaco era troppo chiuso anche per ingerire un solo biscotto.

Detto questo, Kuroo e il dottor Yamazaki lasciarono la stanza, lasciandolo da solo in quella stanza che lo stava per soffocare. Non era mai stato una persona che detestava la solitudine e spesso vi aveva trovato conforto in essa. In un ospedale, tuttavia, si sentiva risucchiare via l'anima.

Il suo ragazzo era mai venuto qui da solo? Sicuramente, per via degli allenamenti dei MSBY Black Jackals, Bokuto non riusciva ad accompagnarlo ad ognuna delle visite. Il che significava molte volte che si era seduto in sala d'attesa completamente senza supporto. Delle lacrime si formarono gli angoli delle iridi color oro al sol pensiero. Il suo Kuroo era sempre stato troppo coraggioso per questo mondo.

Detestava questo posto.

Le pareti e il pavimento bianchi facevano sembrare la stanza più grande, o forse, facevano sentire Kenma più piccolo. Il dottore non aveva effetti personali sulla sua scrivania, né foto o altre cianfrusaglie, solo la targa con il nome. Solo una scrivania vuota, completamente impersonale, di nessun senso di conforto. Le persiane della finestra adiacente erano chiuse, la luce nella stanza invece proveniva dai led in alto, creando una luce innaturalmente bianca, come un semplice, ordinario e triste ospedale.

Tirò fuori il telefono per passare il tempo, rispondendo a un paio di e-mail di lavoro che prima aveva ignorato. Poi iniziò a giocare a qualche gioco, desiderando che il tempo passasse il più velocemente possibile.

the galaxy is endless // kuroken (TRADUZIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora