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"Sei davvero sicuro che debba guidare io?" Chiese Kenma, inserendo le chiavi della macchina del suo ragazzo, mentre passava una mano tra le lunghe ciocche scure con qualche residuo di biondo. Che Kenma guidasse era rarità, non si era nemmeno preso la briga di comprare un'auto propria, optando di utilizzare i mezzi pubblici o la direttamente l'auto di Kuroo, o almeno. La scelta della seconda opzione però era così rara tanto che il corvino per scherzo se la segnava sul calendario personale.

Kuroo aprì la portiera del lato passeggero. "Dato che è il mio compleanno, si. Ora fa' silenzio e guida." In tutta risposta gli fece la linguaccia, dando quel tocco maturo in più all'affermazione precedente. Perciò Kenma, sospirando,  salì in macchina, posando nei sedili di dietro il cestino da picnic, chiudendo la portiera prima che Kuroo aggiungesse altro e altrettanto stupido.

Scuotendo la testa, il più piccolo si sedette al posto di guida e accese il motore. "Cerca di non farci schiantare in qualche muretto." È vero che Kenma non era il più grande guidatore del Giappone, ma nemmeno così idiota come lo descriveva l'altro. A volte aveva qualche difficoltà, ma nulla che potesse mettere a repentaglio le loro vite. Semplicemente non era così facile come nei videogiochi.

"Quindi cerca di non guidare come se stessi cercando di evitare una buccia di banana come in Mario Kart." Concluse per poi cambiare stazione radio almeno quindici volte prima che Kenma riuscisse a uscire dal garage del loro condominio.

"Non mi hai ancora detto dove stiamo andando", sentenziò Kenma una volta arrivati ​​al primo incrocio. "Sarebbe ora che tu lo facessi"

"Ken, avresti dovuto chiederlo prima di partire," disse Kuroo in tono beffardo.

L'altro gli lanciò uno sguardo di rappresaglia. "Non trattarmi con indulgenza."

"Non lo faccio, però è carina la costante fiducia nei miei confronti. Sono sbalordito."

"La tua auto è dotata di un pulsante di espulsione? Perché sono tentato di lanciarmi in questo preciso momento."

Prima che Kuroo avesse la possibilità di rispondere, il semaforo divenne verde. "Sinistra! Vai a sinistra."

Kenma sbuffò, girando il volante e pregando mentalmente che nessuno gli venisse contro per non aver acceso gli indicatori di direzione. "E poi dove?"

"Sai dov'è il il parco di Mizumoto ? Vai lì."

"Va bene," disse il ragazzo, ora completamente concentrato sulla strada. Guidò in silenzio per un po', l'unico suono suono proveniente era quello della radio, le cui stazioni erano continuamente cambiate dal corvino.

Una volta raggiunto il tratto di strada principale, Kenma finalmente staccò gli occhi dal parabrezza, lanciando una rapida occhiata in direzione di Kuroo. Era tranquillo, le labbra serrate e gli occhi guardavano fuori dal finestrino come se stesse cercando di capire quale fosse il significato della vita. Le occhiaie sotto i suoi occhi si erano scurite, segno delle nottate che aveva trascorse che lo portavano comunque a dormire poco durante la notte. Kenma si morse il labbro preoccupato. Tolse una mano dal volante per allungarsi invece e afferrare la mano di Kuroo, disegnando con il pollice dei cerchi immaginari sul suo palmo. "A cosa stai pensando?"

Questo strappò Kuroo dai suoi pensieri, diede una stretta alla mano di Kenma. "Nulla. Penso solo di essere fortunato ad avere un'anima gemella come te."

Kenma roteò gli occhi. Era quasi certo che fosse una bugia, ma non voleva dirlo, non oggi. Era il compleanno di Kuroo, e avesse avuto voglia di parlargli, lo avrebbe fatto.

"Anche io, credo."

"Quel 'credo' potevi anche risparmiartelo" Kuroo si strofinò una mano alla fronte. "Non credo di poter continuare così."

the galaxy is endless // kuroken (TRADUZIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora