N.B. in questo capitolo c'è un piccolo spoiler del manga.
Kenma sapeva di essere una persona timida e tranquilla.
Per le persone che gli erano estranee, si mostrava in quel modo.
Nient'altro che mormorii e occhi abbassati, sfuggendo ai loro sguardi altrui. Quello era il Kozume Kenma che la maggior parte delle persone conosceva.Ma c'era anche il Kenma a suo agio con le persone che conosceva bene, tanto da mostrare il suo lato più espansivo. Si riusciva a vedere lo scintillio nei suoi occhi, l'eccitazione della sua voce quando parlava di qualcosa a cui teneva veramente. Era sicuro che in momenti come questi avesse persino raggiunto il volume di Bokuto. O almeno così gli era stato detto.
Una persona che era stata testimone di ognuno dei momenti più rumorosi di Kenma era sicuramente Kuroo. Era proprio lì quando era così tanto preso da un videogioco che cominciò ad urlare quando ha perso la sua ultima vita, ed era lì quando Kenma urlò in campo quando pensava che Nekoma stesse per perdere le nazionali, era stato lì per festeggiare l'emozione della prima partnership di Bouncing Ball Corp.
Forse non erano state queste diverse esperienze che avevano permesso a Kenma di agire in quel modo tanto inconsueto, e forse era proprio il fatto che Kuroo fossi lì, insieme a lui. Quello era l'unico filo conduttore che collegava quei momenti.
Forse era per questo che non era sorpreso dal suo sfogo pubblico, perché riguardava l'unica passione importante della sua vita: Kuroo Tetsurou.
"Sono fottute stronzate, Akaashi!" Le iridi blu notte dell'amico si spalancarono al volume alterato della voce di Kenma mentre stringeva la sua tazza di tè.
Akaashi sospirò, poggiando l'oggetto di ceramica sul tavolo del piccolo caffè in cui risiedevano. "Non riesco a immaginare cosa sia tutto ciò per lui, per entrambi."
Kenma si passò una mano tra i capelli, tirando le ciocche per la frustrazione. Non riusciva nemmeno a trovare le parole per esprimere tutta la sua preoccupazione ad Akaashi. Non pensava che ci fossero nemmeno le parole per spiegarlo.
"Si trasmette geneticamente, non è vero?" Chiese Akaashi, puntando gli occhi direttamente su Kenma, chiedendogli di parlarne, ma attento a non oltrepassare i confini dell'indelicatezza. A Kenma non importava.
"Anche sua madre aveva la SLA, se è questo che stai chiedendo", disse Kenma, fissando il tavolo. Non aveva mai avuto la possibilità di incontrare la madre di Kuroo, la malattia l'aveva strappata al mondo prima ancora che avesse avuto la possibilità di vedere suo figlio crescere. Ma aveva sentito delle storie. Storie di come fosse la donna più gentile che il corvino e suo padre avessero mai conosciuto, di come avesse sempre cantato al figlio per farlo addormentare, di come avesse sempre trovato qualcosa per cui sorridere in ogni situazione. Kenma aveva sempre pensato che i ricordi a lui raccontati ricordassero Kuroo, alla sua somiglianza con la madre ed era qualcosa di cui Kuroo era sempre stato orgoglioso.
La SLA però era una somiglianza senza la quale avrebbe potuto vivere.
"Mi dispiace." La presa di Kenma si strinse sulla sua tazza di cioccolata calda alle parole di Akaashi. Le condoglianze non erano destinate ai vivi, ma Kenma non aveva intenzione di biasimarlo per averci provato.
"Come sta prendendo Bokuto?" Era ben consapevole che l'amico sapesse cosa stava succedendo prima che glielo dicesse il bassino, anche se Kuroo non glielo aveva detto esplicitamente. Sapeva che Bokuto era quello che aveva portato Kuroo alle visite del medico precedente, che aveva promesso di stargli vicino fino a quando non si sarebbe sentito pronto a dirglielo, e che sarebbe stato con lui fino alla fine dei suoi giorni.
Anche oggi erano insieme. Aveva detto che voleva portare Kuroo in un ristorante dove andavano spesso, in onore dei vecchi tempi. E forse era un bene per entrambi, divertirsi finché potevano, cosicché Akaashi potesse raggiungere Kenma, poiché lui stesso aveva promesso a Kuroo che lo avrebbe fatto.
Il corvino sospirò. "Non bene." Kenma aspettò che Akaashi continuasse, ma le parole non arrivarono mai. Probabilmente perché era preoccupato di aver sconvolto o offeso Kenma in qualche modo. Questo lo infastidì molto.
"Come mai?" Insistette l'ex alzatore del Nekoma.
"Parliamo invece di come stai vivendo tu la cosa."
Kenma sbatté di nuovo la tazza sul tavolo, facendo schizzare la cioccolata calda dal lato e gocciolando verso il basso, rovesciandosi sul tavolo. Non intendeva avere uno sfogo del genere, ma non poteva farci niente, non con un argomento come questo. Non quando Akaashi gli stava parlando come se Kuroo se ne fosse già andato.
"Come pensi che lo stia gestendo, Akaashi?! Non posso guardarlo senza pensare 'presto non potrò più averlo al mio fianco'! E non posso nemmeno dirglielo, cazzo, perché se la SLA non è la cosa che lo ferisce, allora lo è il suo senso di colpa. E soffre, costantemente. Alcuni giorni deve sedersi e concentrarsi solo sul suo respiro finendo comunque per avere un attacco di panico, perché ancora non sa come gestire la cosa. E me lo accenna a malapena perché non vuole che mi arrabbi o mi preoccupi. E dio, mentre amo il fatto che gli importi così tanto di come la sto prendendo io, non credo che capisca che, in realtà, mi importa di più di come la sta vivendo lui. Ergo, entrambi siamo veramente fottuti." Kenma non aveva intenzione di straparlare e divagare per così tanto tempo, ma una volta tolto il tappo dalla sua bottiglia, non riuscì a fermare il flusso delle sue frustrazioni.
Akaashi alzò una mano per riaggiustare gli occhiali lungo il ponte del naso. E il ragazzo dai capelli budino sapeva a cosa stava pensando. 'Kenma non ha mai detto tante parole contemporaneamente. Deve gestirlo terribilmente. Cosa posso dire per migliorare la situazione?'
Se Kenma fosse stato più uno stronzo, avrebbe detto ad Akaashi che non c'erano parole che potessero aggiustare le cose. Ma non aveva intenzione di scagliarsi contro di lui in quel modo, niente di tutto questo era colpa sua, dopotutto. Stava solo cercando di essere un buon amico.
Kenma sospirò di nuovo. "Scusa. È solo che... Non capisco come il mondo possa essere così crudele da portare via una persona come Kuro. "
Akaashi si limitò ad annuire, cercando di ancora di capire cosa dire.
"L'universo è un posto orribile", sentenziò alla fine.
E Kenma dovette dargli ragione questa volta.
Spazio autrice
Sono riuscita a pubblicare per non so quale grazia divina, ma ho ancora problemi con wattpad quindi se ancora non vedete titoli o descrizioni, sorry, non posso farci nulla.
Btw devo riprendermi dal primo episodio di aot, perché sono inevitabilmente confusa e chi ha letto il manga per adesso se la ride lol
Lasciate una stellina e alla prossima!
fly high.
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the galaxy is endless // kuroken (TRADUZIONE)
Fanfiction(CAPITOLI NON REVISIONATI) soulmate / ˈSəʊlmeɪt / • sostantivo Una persona che è stata creata dalla tua stessa stella. AU in cui le ultime parole che la tua anima gemella ti dirà appaiono sulla pelle quando compirai 16 anni; la storia di Kuroo e Ken...