Era passato un anno.
Un anno molto lungo, molto strano.
Kenma lanciò le chiavi sul tavolino vicino alla porta del suo appartamento, scrollandosi di dosso la giacca e appendendola lì vicino. Mai tornare a casa di venerdì sera era stato così insignificante. Aveva la sensazione che stesse per venire un forte mal di testa, a giudicare dalla fitta al lato della testa.
Non era sorpreso, visto la giornata che aveva avuto. Gestire un'azienda non era una passeggiata aveva anche i suoi lati negativi.
Oggi c'era stato un calo. Aveva intenzione di firmare un contratto di cinque anni con gli MSBY Jackals come partner ufficiale, ma verso la fine della giornata era diventato un po' nervoso e chiese di riprogrammare l'incontro. Se avesse ufficializzato la sua partnership in quel modo... ci si aspetterebbe che partecipasse ad ogni partita.
E lui semplicemente non pensava di essere pronto per farlo. Logicamente, sapeva che non aveva senso evitare la pallavolo, dopotutto sponsorizzava ancora Shouyou. Ma il legame con quello sport gli faceva male al cuore.
Kenma stava facendo progressi, lo sapeva. Era riuscito a risollevarsi in qualche modo. Gestiva la sua azienda nel tentativo di andare avanti, proprio come Kuroo gli aveva chiesto di fare. Ma il vuoto nel suo petto non era stato riempito - non pensava che lo sarebbe mai stato. Non completamente, almeno.
Pensare a Kuroo faceva ancora male. Lo spazio tra le sue dita dove quelle del ragazzo di incastravano così perfettamente era ancora freddo e vuoto. Gli sarebbe mancato per sempre, come alle stelle manca la luna. Cercava di non pensarci troppo.
Non sapeva che sarebbe stato in grado di vedere una partita di pallavolo e di non associarla immediatamente a Kuroo, però. Non sarebbe stato in grado di spingere quel vuoto nel profondo della sua mente mentre guardava cinque interi set settimana dopo settimana. La facciata che stava cercando di costruire pezzo dopo pezzo, si sarebbe sicuramente incrinata sotto quel tipo di pressione.
Ancora pensare a lui gli provocava del dolore, ma pian piano stava cercando di andare avanti. Per un po' sembrava che il suo mondo avesse smesso di girare, ma col tempo, però, Kenma riuscì a trovare dei piccoli sollievi, anche nei suoi pensieri. In alcune sue azioni o gesti, pensava che Kuroo sarebbe stato orgoglioso di lui per questo, o si chiedeva quale sarebbe stato il sorriso sul suo viso se avesse avuto la possibilità di parlarne. A volte vedeva qualcosa in un negozio che sapeva che Kuroo avrebbe amato, e sebbene gli arrivasse una fitta di dolore al cuore il fatto che non fosse lì per poterlo vedere, Kenma era felice di ricordarsi ancora così bene delle piccole cose che gli riguardavano.
Kenma accese il fornello senza pensare, riempiendo d'acqua una pentola. Avrebbe fatto bollire degli spaghetti o qualcosa del genere. Non aveva voglia di sopportare dell'altro.
Il telefono che aveva in tasca vibrò. Non voleva controllarlo. In tutta onestà, non gli importava chi ci fosse dall'altra parte. Se non aveva voglia di parlare con qualcuno, allora perché avrebbe dovuto rispondere?
Il telefono continuava a vibrare, lasciando a Kenma due opzioni. Rispondere come un adulto ragionevole, o per lanciarlo contro il muro e sperare che si rompesse. Mentre la seconda opzione era allettante, pensava che avrebbe potuto dargli fastidio in seguito, optando quindi di vedere chi fosse, come dovrebbe fare qualsiasi persona normale.
Akaashi: Koutarou mi ha detto cosa è successo oggi. (19:33)
Akaashi: Avresti dovuto parlarcene prima, siamo qui per aiutarti, Kenma. (19:33)
Akaashi: Forse è troppo forzata come cosa, mi dispiace. (19:34)
Akaashi: Per favore, parlaci. Vuoi che ti chiami? (19:35)
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the galaxy is endless // kuroken (TRADUZIONE)
Fanfiction(CAPITOLI NON REVISIONATI) soulmate / ˈSəʊlmeɪt / • sostantivo Una persona che è stata creata dalla tua stessa stella. AU in cui le ultime parole che la tua anima gemella ti dirà appaiono sulla pelle quando compirai 16 anni; la storia di Kuroo e Ken...