Capitolo 26- Confessioni

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"L'amore vuol sentirsi dire le cose che sa già. L'amore dev'essere un'eterna confessione."
-Victor Hugo

Back mi guarda come se avesse appena visto un fantasma, io rivolgo ad entrambi un sorriso per far capire ad entrambi di non sentirsi in imbarazzo.

Liam cerca di ricomporsi ed è in evidente in imbarazzo, noto che non si aspettava di vedere proprio me, siamo in due. Liam è una persona fantastica, se fosse etero ci avrei fatto un pensierino, è un bel ragazzo niente da dire, ma è proprio la persona che è che lo contraddistingue.

Back non muove un muscolo, ha il viso fra le mani e non guarda ne me ne Liam, quest'ultimo sembra essere ferito da questo comportamento. E' come se si vergognasse della situazione e di lui stesso, non c'è assolutamente nulla di cui vergognarsi, non so cosa gli passi per la testa in questo momento , ma posso capire il suo shock. Questo mi fa pensare che non lo sappia nessuno, Sammy non ne aveva accennato e nessuno di loro nemmeno.

<< Io vado, si è fatto tardi. Ci vediamo domani a scuola Julie, e Back... si beh... se vuoi chiamami>> Prende la parola Liam, passandosi la mano fra i capelli in disordine e grattandosi goffamente la nuca, per poi farmi un cenno con la mano.

Io ricambio il saluto, prima di vederlo salire su una macchina un po' a pezzi come la mia Bessy. Il mio sguardo ritorna su Back che continua a guardare verso i suoi piedi e a martoriarsi le mani. Non voglio lasciarlo da solo ma nemmeno sembrare una ficcanaso che vuole sapere tutto della sua vita, è una situazione delicata e non me la sento. Anche se vorrei sapere, è un grande punto interrogativo da quando lo visto per la prima volta, non mi rivolge mai la parola e mi guarda spesso male, vorrei chiedergli almeno il perchè.

<< Vuoi che ti lasci solo?>> Gli chiedo cercando di non sembrare patetica, figurati se vuole la compagnia di una perfetta sconosciuta che per di più non sopporta.

Non dovevo neanche chiedere, sicuro vuole stare da solo. Ma dato che sono tutto che una menefreghista, odio lasciar da sole le persone se si vede palesemente che sono in uno stato di trans o che stiano male. Lui alza lo sguardo verso di me per la prima volta da quando li ho visti, sembra sconfortato, ma sorpreso, penso per la mia domanda.

Stranamente mi a un sorriso tirato e smette di torturarsi le mani. Più lo guardo più noto somiglianze con Isaac, non di carattere sono completamente diversi, ma gli occhi la loro forma sono molto simili. Non che possa vedere più di tanto c'è solo uno spiraglio di luce che illumina entrambi, tutto il resto è buio.

<< No resta, avrai sicuramente molte domande>> Cavolo questa sì che non me lo aspettavo.

<< Oh non vorrei sembrare invadente. Le mie domande possono aspettare se non vuoi parlarne non sentirti obbligato.>>

<< Davvero, magari parlarne mi farà bene>> Mi dice sorridendo facendomi segno di avvicinarmi. Così faccio, mi metto proprio davanti a lui appoggiato all'altro muro, imitando la sua posizione.

E' molto nervoso, si vede dalla braccia tese che tiene vicino ai fianchi e agli occhi che continuano a guardarsi intorno. So a cosa sta pensando, se può fidarsi di me, non lo biasimo sono una sconosciuto, anche io avrei timori. Sta pensando anche se appena di quello che ho vito andrò a dirlo ai quattro venti, forse ai suoi amici o perfino a suo fratello, non lo farò , non ci avrei neanche nemmeno pensato.

<< Non lo dirò a nessuno, sono cose che riguardano la tua vita personale, non lo farei mai. La tua vita privata non deve essere di dominio pubblico se non lo vuoi>> Cerco di rassicurarlo, infatti, sembra rilassarsi per quanto sia possibile. Cerco anche di smorzare l'aria tesa che si è creata fra di noi.

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