|Capitolo 5

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Beverly's pov

Inizialmente non pensavo che sarei rimasta fuori quasi tutto il giorno ma tra una cosa e l'altra con Shell era passato davvero molto e a me stessa dovevo ammettere che non sarei voluta tornare tanto presto.
Ero sicurissima che Billie e Samantha se ne fossero andate a casa, non volevo nemmeno pensare a fare cosa, e fossero rimasti mia madre e Marcus.
Nonostante quell'uomo fosse il meglio per lei, ed era davvero gentile e tutto, mi ricordava troppo la figlia e il fatto che si sarebbero trasferiti da noi, al pensiero di trovarmela per casa con la mia ex mi si strinse lo stomaco, era davvero orrendo.
Ero combattuta, lei per me era un passato da dimenticare e gli unici ricordi belli erano di quella festa prima che venissi a sapere tutto e ora dovermela trovare davanti non faceva altro che aumentare la voglia di chiudermi in camera e sparire da loro.
"Quella stronza della sua ragazza sicuramente lo avrebbe voluto" Pensai tra me e me mentre imboccavo l'ultima via per tornare a casa.
Strinsi forte il volante e quasi mi venne voglia di mollarci un pugno sopra da quanto mi ribolliva il sangue.
Al pensiero del sorrisetto beffardo di Samantha mi si scatenava un inferno nell'addome.
Da quando tutto era finito mi ero ripromessa di non pensarci più ma non immaginavo che sarebbe stato così difficile anche dopo due anni a questa parte.
La maggior parte delle volte tutto ciò che mi veniva da urlare per sfogarmi erano insulti e far capire a Billie quanto cazzo aveva rovinato quel "noi" per cui l'avevo perdonata più volte e per cui avevamo lavorato così tanto.
Continuai a guidare accelerando di più, non avevo alcuna voglia di rimanere ancora a lungo fuori, ero stanca, davvero troppo stanca per la giornata e stanca di ripensare al momento in cui incrociai gli occhi di Billie sul vialetto di casa mia ricordando che non era lì per me.
L'unica grande consolazione che avevo era il fatto che ci è stata più male lei quando l'ho piantata in asso.
Il ricordo delle sue parole che cercavano di giustificarsi per quello che aveva fatto, il suo sguardo disperato e sconfitto, il suo pensiero di aver fallito ancora una volta, tutto questo alleviava il mio male e sopprimeva ancora una volta tutto quello che c'è stato.
Smisi di pensarci poiché ero finalmente a casa anche se nemmeno il tempo di avvicinarmi di più per parcheggiare sul vialetto che notai di nuovo la macchina di Billie.
Spensi l'auto e mi presi un momento per prepararmi ad entrare in quella che quasi non riconoscevo come casa, ma come strumento di tortura psicologica.
"Almeno l'umorismo non mi abbandona in queste situazioni" Risi lasciando cadere la testa sul volante.
Respirai profondamente, il mio corpo era rigido ancora prima di vedere tutti quanti, soprattutto loro due e non vedevo l'ora di salire in camera e rilassare ogni muscolo.
Dopo alcuni minuti mi decisi a scendere e mi trovai invasa dal freddo, mi creò una sensazione di sollievo da tutto lo stress che avevo in corpo, ero letteralmente bollente.
Camminai svelta alla porta e inserii la chiave, feci i giri necessari e la aprii.
Entrai e già potevo sentire le loro voci conversare in salotto, improvvisamente mi sentii estranea ai sentimenti rabbiosi provati poco prima in macchina anzi non sentivo nulla in particolare.
Ero sicura che mi sarei fermata e avrei detto che non mangiavo con tutta la calma del mondo, senza prestare troppa attenzione.
"Hey tesoro" Mi chiamò mia madre insicura, sapeva che la presenza di Billie e Samantha mi turbava e non poco.
Mi avvicinai rimettendo le chiavi in tasca.
Lei era sul divano accanto a Marcus che a sua volta mi guardava con un sorriso solare in volto che inevitabilmente replicai.
Non so se fosse vero o meno ma ogni tanto non faceva mai male.
"Hey, sono davvero stanchissima, oggi abbiamo fatto un sacco di giri con Shel..non aspettatemi per la cena davvero, non ho fame" La precedei.
"Mi spiace" Poi mi rivolsi a lui con un'espressione sinceramente dispiaciuta.
Si, inizialmente non ero totalmente d'accordo con tutta quella storia, poi mi resi conto che era solo per Samantha e non volevo fare la fredda e comportarmi male con mia madre che voleva solo un nuovo inizio.
"tranquilla cara" Mi rispose lei con tono confortante.
Non avrei voluto ma spostai lo sguardo su quelle due.
Avevano smesso di parlare appena sentirono della mia presenza e Billie teneva la testa bassa sul telefono mentre l'altra era visibilmente irritata dal suo comportamento.
Li salutai l'ultima volta prima di salire e togliermi la giacchetta che lasciai accasciata a terra.
Mi stesi sul letto e iniziai a guardare fuori dalla finestra.
Buio pesto anche per via della nebbia che era scesa, non riuscivo a vedere nemmeno il chiaro di luna.
Persa in quel garbuglio di luci sfumate avevo ripreso a pensare e la mia mente come al solito andava davvero indietro, fin troppo.
Con gli occhi seguii la cornice della finestra e mi trovai a ricordare quella volta in cui Billie venne qui a notte fonda solo per chiarire un litigio che avevamo avuto, finimmo per farlo sul mio letto.
Non ce la feci ancora a lungo a rimanere sdraiata, al solo ricordo mi venne un vuoto allo stomaco ed era come se avessi appena ingoiato un boccone che mi bloccava la gola.
Lo guardai, guardai quel letto e mi portai una mano sulla bocca, iniziavo già a sentire i lacrimoni agli occhi.
Mi domandavo perché ogni volta dovesse finire così.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo, non riuscivo a non immaginare tutte le volte che l'avevamo fatto e ogni ricordo era una fitta allo stomaco.
Strinsi i denti, era davvero peggiore delle altre volte, era come se le mie difese fossero cadute fino all'ultima.
Mi apprestai ad aprire la finestra per prendere una boccata d'aria e anche questa volta il gelo notturno mi diede conforto.
Guardavo giù, mi faceva sempre stare meglio e sentii subito la nausea passarmi nonostante stessi tremando sia per il freddo che per tutto il resto.
Una volta ristabilita la lucidità andai al comodino e dal cassetto presi il pacchetto di sigarette che tenevo per sere come queste.
Lo appoggiai sul davanzale dopo averne accesa una e subito il bruciore piacevole alla gola mi distrasse.
Mi ostinai a guardare fuori, tipico di me autodistruggermi in questo modo.
Vedevo le luci deboli in lontananza e il rumore della città mi invadeva le orecchie proprio come nelle sere estive quando tenevo aperta la finestra per il troppo caldo o quando stavo con lei.
Chiusi gli occhi per farmi trasportare da quel rumore frastornato e non del tutto chiaro e ovviamente altri ricordi si impossessarono della mia mente.
Erano frammenti di immagini, era tutto così calmo e incasinato allo stesso tempo, era silenzioso e rumoroso e tutto questo non faceva altro che farmi battere più forte il cuore in petto.
Mi lasciai andare ad un pianto questa volta, feci un altro tiro e la gola mi bruciò nuovamente.
Odiavo tutto questo niente tra me e lei. Non c'era più niente, lei era andata avanti e io mi ero creata una sorta di corazza per cosa poi? Fare finta di essere la stronza senza sentimenti?
Mentivo a me stessa perché almeno una volta alla settimana mi trovavo ad avere un pianto nervoso proprio all'interno della mia corazza.
Per lo meno avevo ancora la capacità di capire i sentimenti di Billie solo guardandola e non se la passava affatto bene nemmeno lei, i suoi occhi non mentivano mai.
"Chi lo sa" Mi dissi.
La speranza è sempre l'ultima a morire no?

Bhe che dire.
Si sono davvero imperdonabile LO SO.
Non aggiorno da davvero tanto e mi dispiace tanto, ma sono contenta che nonostante ciò voi mi stiate sempre accanto (siete degli amori🥺)
alla prossima!

"You're the reason 2"                                        -Billie Eilish-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora