|Capitolo 12

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Beverly pov's
"Ehm..io..si, si sto uscendo con qualcuno in realtà. Un ragazzo conosciuto all'università, si chiama Austin."
Decisi di mentirti.
Non potevo dirti la verità o tantomeno dirti che non sono riuscita più a provare un sentimento così forte come era il nostro per nessun altro.
Austin di sicuro mi perdonerà per aver messo su quel teatrino orribile, ma fu la prima persona che mi venne in mente.
Eppure, mi sentivo tremendamente in colpa per averti mentito soprattutto quando vidi il tuo sguardo farsi più serio.
C'eri per caso rimasta male?

Billie pov's
Ero contenta di come stesse andando quel pomeriggio a casa tua, in fin dei conti la tensione era quasi del tutto sparita.
Mi sentivo a mio agio a parlare con te, e soprattutto adesso riuscivo finalmente a sentirmi leggera.
Ti avevo spiegato tutto, ti avevo chiesto scusa e tu mi avevi ascoltata in silenzio senza proferire parola, non ebbi il coraggi di guardarti negli occhi durante il mio discorso, ero vigliacca..lo so.
Ma solo alla fine riuscì a trovare la forza di puntare i miei occhi nei tuoi notando con mio stupore che tu mi stessi davvero ascoltando quella volta.
Ricordo ancora qualche sera prima quando, preoccupata per te, entrai in camera tua per accertarmi che andasse tutto bene ma tu ,come una tempesta, ti eri abbattuta su di me dicendomi di tutto.
Dicendomi tutto quello che avevi provato in quei due anni, tutto quel dolore, ascoltarti fu una vera e propria agonia.
Ma nonostante tutto adesso eri lì, ferma, statica, come se ora mi comprendessi, forse anche un po' persa nei tuoi pensieri ma comunque attenta.
Mi fece ridere il modo in cui mi chiesi di Samatha, soprattutto perché credevo che dopo la sfuriata che avevi avuto a tavola, dopo l'annuncio del fidanzamento ufficiale, di lei non ne volessi proprio sapere.
Però adesso quella colpita dalla curiosità ero io.
Di te ormai non sapevo più nulla se non che ti eri alzata di qualche centimetro e che tua madre si stesse per risposare con il padre della mia ragazza.
Ma per il resto?
Andavi all'università ora? lavoravi? Stavi con qualcuno? eri fidanzata? single?
Ma ecco che che la codardia torna ad essere mio amico, facendomi trattenere dal porti quella domanda...volevo davvero sentire quella risposta?
Non oso immaginare quanta forza tu abbia dovuto avere nel momento in cui mi hai vista entrare nella tua casa dopo due anni stretta ad un'altra ragazza che adesso chiamo con lo stesso nomignolo che tu amavi tanto.
Amore.
Lo stesso sentimento che mi tormenta da ormai due anni.
Era davvero amore quello che provavo per Sam? Era davvero amore ciò che le promettevo?
Non ne avevo davvero idea, dato che l'unica forma d'amore che conoscevo era quella che avevo provato per te e di sicuro non era lo stesso che provavo per Sam.
Decisamente no.
Mai avrei provato un sentimento così forte per un'altra persona, se non per te.
E quindi devo sapere, necessito sapere.
Eri riuscita a dare questo tipo di amore, il nostro amore, a qualcun altro? Eri riuscita ad andare avanti facendo conoscere a qualcun altro tutti quei lati belli e brutti che ti rappresentano?
Dovevo sapere, e liberandomi dalla mia fragilità te lo chiesi.
"E tu invece? stai con qualcuno o...?"
Quei secondi che precedettero la tua risposta sembrarono interminabili.
Ma comunque volevo apparire calma, serena ,come quando parli di un argomento qualsiasi con i tuoi amici.
Ma se io ci stavo riuscendo, almeno apparentemente, tu ti stavi torturando le mani.
Eri nervosa e infatti mentalmente mi scuso con te per averti posto in questa posizione.
Magari non volevi parlarne, o magari non avevi appoggiato quella mia spavalderia nel porti una domanda simile, magari mi volevi fuori dalla tua vita.
Ma alla fine la risposta arrivò dritta nelle mie orecchie, sinceramente avrei preferito diventare sorda piuttosto che sentire quella frase.
Ti stavi sentendo con qualcuno che andava nella tua stessa università.
Strinsi la mascella di poco irrigidendomi, ero molto contraddittoria con me stessa in quel momento:
se da una parte avevo scoperto ben due novità su di te, dall'altra avrei preferito essere codarda e non averti chiesto nulla.
"Ah, capito, sono felice dai"
Dato che, come avevi detto tu, ero una scheggia nel dire le bugie, mentì un'altra volta facendo finta di essere contenta di quell'avvenimento quando in realtà le tue parole mi stavano solo logorando dentro.
E anche questa sensazione di vuoto mi diede l'ennesima conferma del fatto che mi mancavi Bev e che non avrei permesso a nessuno di avere ciò che è sempre stato mio.
Ma ovviamente non mi era concesso dirti tutto questo di conseguenza misi su uno stupido sorrisetto alla fine della frase, come per farti capire che ero genuinamente felice per te.
Altra bugia.
Come potevo esserlo se non eri più mia?
Ma come potevi mai esserlo se io in primis appartenevo a un'altra?
Decisi di non allungare il brodo e non chiederti nient'altro.
Questo era stato un boccone molto amaro da mandare giù, forse il più grande.

"You're the reason 2"                                        -Billie Eilish-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora