|Capitolo 7

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Billie's pov
Con che coraggio sarei dovuta rimanere a mangiare lì?
Stiamo scherzando? A momenti non mi reggevo nemmeno in piedi tanto lo sconcerto del momento.
Mi recai subito in bagno e chiusi a chiave.
Avevo bisogno di un momento per riordinare i pensieri.
Mi appoggiai al lavandino, quelle parole rimbombavano in testa ogni volta che provavo a chiudere gli occhi.
"Ti odio da morire, non hai idea, mi avevi promesso il mondo e ora invece l'hai accartocciato nelle tue mani insieme al mio cuore. Niente è per sempre, ma noi due meritavamo di più."
Aveva fatto la dura per tutto questo tempo, ma alla fine era crollata anche lei sputando fuori parole rabbiose, cariche di astio nei miei confronti.
Nonostante tutto non potevo dirle o rinfacciarle nulla, era giusto così.
Forse, anche a distanza di due anni, meritavo quelle parole e quella rabbia da parte sua.
Mi chiedevo se sarebbe mai sparita...
Tirai su con il naso, guardando il mio riflesso allo specchio: solo allora mi accorsi che due lacrime mi stavano rigando le guance, lasciando dietro di loro una striscia umida.
Presi un po' di carta igenica e mi soffiai il naso cercando di riprendermi.

La cena sembrava interminabile.
Beverly non si fece viva per tutta la sera e passai tutto il tempo ad ascoltare le inutili chiacchiere di Marcus e Samantha riguardo il loro precedente viaggio a Madrid.
"Sarebbe bellissimo andarci di nuovo solo noi due, vero amore?" mi chiese Samantha entusiasta, appoggiando una mano sulla mia gamba.
Le sue parole mi arrivarono come un suono confuso e basso, quasi disturbante.
Ci misi un attimo per processare le sue parole.
"ehm sisi certo" le risposi velocemente con un mezzo sorriso forzato sulla faccia, tanto per farla contenta.
Come risposta ricevetti una piccola risatina stridula.
Possibile che questa ragazza non si accorga mai di nulla? cristo a volte era così superficiale che avrei trovato più interessante parlare con un pesce palla.
Dopo aver finito il dolce, finalmente potevo considerare quella tortura finita.
Aiutai a sparecchiare e subito dopo Marcus propose di spostarsi nel salotto per parlare un altro po', mi iniziavo a chiedere se questa giornata avesse intenzione di finire ad un certo punto.
Dopo un'oretta buona trascorsa con vecchie fotografie di famiglia e risatine varie, ero davvero stanca e approfittando di un momento di silenzio , diedi la buonanotte a tutti, trovando quella una buona scusa per isolarmi un po' prima di andare, ma come al solito il destino aveva in serbo altri programmi per me.
"Oh si, credo proprio che verrò con te..sono così stanca" disse Samantha fingendo uno sbadiglio che, a mia detta, fu davvero pessimo.
Sbuffai mentalmente.
"perfetto, davvero perfetto".

"Geniale l'idea di scrollarseli di dosso con la scusa della buonanotte, sono fidanzata con un genio!" urlò Samatha non appena entrammo in camera, prima di saltarmi addosso.
"Cristo Samatha ti prego" sbottai levandomela di dosso quasi disgustata dalla sua presenza.
Il silenzio regnò in quella stanza per almeno due minuti buoni, nei quali mi stesi sul letto sbuffando.
"Scusami?" mi rispose lei dopo l'attimo di sconcerto ormai passato.
"Mi dispiace ok? ma in questo momento voglio solamente starmene da sola con me stessa, sembrerò rude e scortese ma recitare la parte della fidanzatina perfetta è l'ultimo dei miei pensieri ora come ora." dissi coprendomi gli occhi con il braccio, come a proteggerli dalla luce.
Sputai fuori quelle parole quasi con rabbia: solo in quel momento mi resi conto che in tutti quei mesi di relazione non ero mai riuscita a ritagliarmi un po' di spazio per me stessa, che Sam doveva sempre essere lì con me: dove c'ero io, doveva automaticamente esserci anche lei.
Era come la mia ombra e iniziavo a pensare che soffrisse di qualche strana patologia, come la paura dell'abbandono.
"ah si? quindi ora la cattiva sarei io solo perché voglio passare un po' di tempo con quella che è la mia ragazza?!?" rispose scazzata mettendosi la mano sinistra sul fianco.
Dio ti prego, ma cosa ti ho fatto di male stasera?
"Non ho voglia di litigare, quindi sfogati pure dicendomi che sono stronza e tutto quello che vuoi, io sono stanca." dissi alzandomi dal letto, ricomponendomi un attimo di fronte allo specchio.
Samantha continuava a parlare, ma le sue parole parvero come da sottofondo ai miei pensieri:
"cristo è già mezzanotte" pensai guardando l'orologio, notando che si era fatto davvero tardi.
"Dio billie perché non mi ascolti!" urlò Samantha sbattendo un piede a terra per il nervoso. Il suo tono fu così alto che solo allora mi resi conto che eravamo rimaste le uniche due sveglie in tutta la casa dato l'assurdo silenzio che susseguì.
"Hai davvero bisogno di calmarti, sono seria Samantha" le dissi puntandola col dito mantenendo sempre una certa distanza.
"Oh bene! fantastico anzi. Ora sono io quella a doversi calmare qui ah?! tu hai crisi esistenziali da un momento all'altro, mi tratti di merda come se fossi una persona qualunque, rifiuti il contatto intimo da più di due settimane e quella che dovrebbe calmarsi sono io!?" sputò fuori tutto d'un fiato, come se quelle parole fossero nulla.
I miei occhi si fecero lucidi, ma non potevo piangere, cazzo non ora.
Aprì la bocca per controbattere, ma nessun suono uscì dalla mia bocca. Avrei voluto dirle così tante cose ma l'unico suono presente in quel momento fu il silenzio, di nuovo. 
"Sai cosa? hai ragione, pienamente. Sono io quella strana qui, e sono io a dovermene andare ora." affermai prendendo le chiavi della macchina, lasciate precedente sul comodino.
"Ho bisogno di un bagno caldo, mi verranno le rughe a forza di capire cosa ti passi per la mente." la sentì dire mentre si avviava verso l'armadio per prendere non so cosa.
Mentalmente la mandai a farsi fottere, sperando quasi che affogasse nella sua cazzo di vasca, ma non le dissi nulla.
Come avevo già detto, ero troppo stanca per discutere.
Uscì dalla stanza senza rivolgerle nemmeno una parola, nemmeno uno sguardo, come era mio solito fare.
Ero davvero piena di tutto ciò, ero allo stremo delle mie forze, ma a nessuno sembrava importare e questa sensazione di disagio mi stava logorando dentro, sempre più.
Era come se non riuscissi più ad essere me stessa, soprattutto con la persona che in teoria avrebbe dovuto capirmi e farmi sentire a mio agio.

Chiusi la porta di camera sua dietro di me fermandomi sul posto, chiusi gli occhi liberando un sospiro trattenuto da ormai troppo.
Basta davvero, necessitavo di prendere un po' d'aria fresca, ed era anche ora di tornare a casa.
Mi avviai verso le scale, ma quando arrivai alla fine di esse mi accorsi di una luce accesa proveniente dalla stanza alla mia destra.
Ero convintissima del fatto che tutti fossero andati a dormire, così mi avvicinai, ma quando aprì la porta mi sembrò davvero di essere in un incubo senza fine.
Beverly era lì, in piedi vicino ai fornelli a prepararsi quello che sembrava del latte caldo.
Cristo santo ma un po' di fortuna mai eh?

Arieccomi :)
No, non sono sparita, o meglio si ma con una buona motivazione.
Ho attraversato un periodo molto instabile e necessitavo di ritrovare me stessa.
Adesso le cose vanno meglio, pian piano ce la sto facendo dai ahaha.
Nonostante ciò, vedo che comunque la storia vi sta entusiasmando sempre di più, e di ciò ne sono felice💗
Btw billie è meravigliosa, sta spaccando il mondo e damn, sono così orgogliosa di lei.
Grazie sempre per tutto il supporto che mi date, nonostante il passare del tempo, davvero.
Love y'all
Alla prossima.
-carol

"You're the reason 2"                                        -Billie Eilish-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora