Suffer 2

𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟓 || 𝐬𝐨 𝐥𝐨𝐧𝐠

Mi sveglio assolta da dubbi che minchia ho combinato ieri sera? E perché ho sognato quel tipo della festa? Esco dal letto e vado in bagno -:Cazzo! Ma sono nuda!:- corro di nuovo in camera e mi infilo la prima maglietta che trovo e ritorno in bagno.

-:Che sogno realistico:- poi guardo il lavandino
-:Cazzo!:-
È successo veramente? Impossibile... Sarà una mia camicia? La prendo ed è troppo grande per essere mia ed è anche strappata.

-:Cazzo! Porca Troia ho... ho:- mi metto le mani in testa e ritorno in camera per guardare l'ora.
Okay, sono le otto del mattino, insomma non ho dormito assolutamente nulla stanotte.

Cerco di sciacquarmi la faccia sperando di darmi una svegliata ma al contrario mi inizio a ricordare tutto, mannaggia.
Ritorno in camera e apro la parte dell'armadio dove avevo messo i barattoli di pillole -:Qualcosa di leggero per rimanere sobria... a modo mio ovvio:- e vada con il Midazolan.

Mi chiedo come faccio ad essere così brava a rubare tutte queste pillole dai carrelli senza che nessuno se ne sia mai accorto. Insomma un talento in più da aggiungere alla lista.
La ingoio e ritorno in bagno, meglio che mi faccia un bagno ora che ci penso, così tolgo via la tensione che mi sta letteralmente uccidendo.

Apro il rubinetto d'acqua calda e aspetto che la vasca si riempia abbastanza, che figata questo bagno: ha sia la vasca che la doccia, cioè è multiuso! Ora credo di voler cambiare casa a New York cioè quella in cui sto è troppo strana, io voglio abitare all'ultimo piano di uno di quei grattacieli nel upper east side anche se in quello in cui sono ora amo la vista sull'oceano.

Ci penserò in un altro momento, entro nella vasca bollente e appoggio la testa sul cuscinetto, che sensazione di benessere! Prendo il sapone e inizio a pulirmi le gambe.
Caspita dovrei farmi la ceretta alle gambe ma io sono dentro a questa vasca e non ho intenzione di uscire -:Ho portato la gillette se non sbaglio:-
Allungo la mano nel piccolo ripiano sopra alla mia testa e cerco il rasoio sbattendo la mano un po' ovunque

-:Ahia!:- dico prendendolo per la parte della lama, sono scema e mi sono anche tagliata. Metto il dito nell'acqua per pulire la ferita e con l'altra inizio a passare la lametta nelle gambe.

Diciamo che ho un rapporto di amore e odio con questo utensile, lo odio perché sono incapace di usarlo e lo amo perché mi ha quasi realizzato il sogno di una vita.
Ma passiamo a parlare d'altro, anche perché ho fame e ci dovrebbe essere la colazione a buffet fino alle 10.

Esco dalla vasca in fretta, mi arrotolo nell'asciugamano e corro in camera a trovare qualcosa di decente da mettere e ovviamente punto sicuro sul nero perché si. Scelgo un tailleur con la giacca oversize perfetto per metterci dentro la mia voglia di vivere, che se non si fosse capito è minima.

Mi metto un top in pizzo bianco e sopra il blazer largo, mi sono finalmente calmata e mi sento bene con me stessa il che è una cosa strana e rara.
Completo l'outfit con un paio di collane che non possono mancare e il mio profumo di Chloé, lego i capelli in un codino, metto quel minimo di trucco che so mettere ed esco.

𝐓𝐡𝐨𝐦𝐚𝐬 𝐩.𝐨.𝐯.

-:Posso sapere che ti passa in testa Thomas?:-
continuo a bere il mio caffè e ignoro ciò che mi dice Michael.

-:Devo dire a tutti che hai tu la collezione di bambole della nonna?:- Appoggio la tazza sul tavolo -:Michael, fratellino mio, mica mi vergogno di avere una collezione di bambole da 10 milioni di dollari:- dico sorridendo.

-:Allora non ho idea di cosa tu stia tramando ma riconosco gli occhi:-

-:Non ricominciare con la storia degli occhi anche tu:-