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Scarlett

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Scarlett

Aiden si allontanò in compagnia di un uomo alto più o meno quanto lui.
I due sparirono oltre il cancello.
Vidi i loro occhi sbraitare mentre le loro labbra rimasero serrate.

Se ne andava sempre sicuro di sé, la sua camminata spavalda mi urtava il sistema nervoso.

Era bravissimo a non mostrare nessuna emozione.

Lo invidiavo.

Volevo avere la sua stessa forza e la sua grande abilità...
Riusciva sempre ad essere superiore a chiunque.

Da una parte non me ne fregava niente, mentre dall'altra desideravo seguirlo e scoprire cosa aveva in mente di fare.

Dicevo a me stessa che non avevo il diritto di sapere...
Dal momento in cui avevo deciso di andare via, non doveva importarmi niente.

Per un attimo pensai di fermarlo e farla finita.
Ero al limite.

Volevo urlare davanti a tutti il mio segreto e scappare via subito dopo.
Mi sarei sicuramente levata un peso dallo stomaco.

Fermai nuovamente quell'istinto e mi sedetti sul prato allo stesso modo dei bambini.

Fissai i miei piedi avvolti da un paio di vans nere.
Storsi le labbra.

Il mio vestito elegante rosso fuoco non si intonava alla perfezione con le scarpe sportive.

Scossi la testa raggiungendo Sofi che continuava ad infastidire quell'orribile clown dal naso rosso.

La richiamai ignorando tutti i presenti.

«Ei Amore, Loren sta servendo gli stuzzichini che ti piacciono tanto, andiamo a mangiarli?» chiesi nella speranza che mi degnasse di uno sguardo.

I suoi occhi rimasero piantati sul pagliaccio.

L'assenza di Aiden mi permetteva di respirare per qualche minuto, in realtà volevo portare mia figlia dentro casa e stare con lei da sola.

Ero convinta che non l'avrei rivista nei giorni a venire poiché volevo ritornare a Londra.

Non avevo ancora capito se Aiden facesse sul serio quando mi diceva che sarei rimasta qui.
Cambiava spesso versione, con l'intenzione di confondermi le idee.

«Mamma, le patatine... » Sofi batté le manine contenta di poterne assaggiare qualcuna.
Per quella sera non mi sarei assolutamente rifiutata di accontentarla.

«Andiamo a mangiarle?» Le sorrisi solleticandole il pancino.

«Il signor Aiden non è ancora salito, la bambina non può allontanarsi da me.» Intervenne la baby-sitter mentre mi lanciava occhiate di superficialità.

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