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             Capitolo non modificato



*contenuti sensibili *
Canzone per il capitolo, Hard For me⬆️⬆️⬆️

«È impossibile», disse l'orgoglio.
«È rischioso», disse l'esperienza.
«È senza speranza», tagliò la ragione.
«Provaci», sussurrò il cuore.

William Arthur Ward

Scarlett

Altre interminabili ore passano, me ne sto chiusa in camera facendo avanti e indietro come un leone in gabbia.

Non ho staccato gli occhi dalla finestra, tremante e preoccupata di vederlo uscire fuori e scappare come fa sempre.

Decido di provarci anche se la paura è tanta, litigare con lui non servirà a niente quindi, con tutta la buona volontà che possiedo lo raggiungo.

Ad ogni passo, la distanza tra noi due si riduce fino a quando non mi ritrovo dietro la porta della sua camera trovandola semi aperta, come la maggior parte delle volte. Sembra sempre un invito, non fa altro che cacciarmi via ma i suoi gesti dicono tutt'altro.

Poso la mano sopra spingendo timorosa, il buio pesto non mi permette di vedere granché. C'è solamente la finestra spalancata, ai lati la tenda velata svolazza sbattendo sui muri, silenziosa e agitata proprio come me.

Non mi ci vuole molto ad abituarmi alla poca luce, la luna riflette sul suo corpo mostrandomi l'immensa tensione che aleggia nella stanza.

Assume una postura che non mi piace affatto, i gomiti posano sulle ginocchia e la testa sui pugni stretti.

Una folata di vento mi costringe a stringere le gambe tremanti, con calma e qualche tentennamento mi decido ad avvicinarmi ad essa per chiuderla.

«Non chiudere»

Sussulto lasciandomi stordire dalla sua voce tormentata, sembra quasi che abbia bisogno d'aria gelida per stare meglio.

«Aiden», mormoro smarrita posando gli occhi sulle bustine trasparenti con della polvere bianca all'interno.

«Vattene» continua a fissare dritto con gli occhi sbarrati, perso nel vuoto ma abbastanza in sé da farmi capire che sia meglio mandarmi via.

Questa volta, non ribatto, indietreggio amareggiata urtando contro l'armadio.

Lui, non si muove, resta nella stessa posizione fissando il vuoto. Impreco sottovoce sgattaiolando via come una fuggitiva.

Dopo aver chiuso la porta a chiave, torno a distendermi sul letto con il cuore in gola.

Pare che i demoni di Aiden siano passati oltre la parete a tormentare anche me.

Ombre oscure vagano per tutta la stanza incuranti d'essere viste. Sono io a vederli anche se so con certezza che questo, è tutto frutto della mia stupida immaginazione.

Come facevo da bambina, torno a coprirmi l'intero corpo sotto il piumone, nella speranza di chiudere gli occhi e svegliarmi domattina.

All'improvviso, un forte rumore proveniente dall'altra camera mi fa stringere tra le mani il piumone, come se fosse l'unica protezione disponibile.

Il rumore diventa sempre più insistente, seguito da urla e pugni contro la parete. È una vera e propria tortura.

A momenti tutto tace poi, riparte più violento di prima. Ho paura, una paura tremenda che possa venire da me e riservarmi lo stesso trattamento.

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