ScarlettLo guardai, forse anche troppo.
Mi concentrai a soffermarmi più del dovuto sulle sue iridi leggermente dilatate.Dopo, mi sollevai sulle punte senza alcuna esitazione e lo baciai assaporando le sue labbra carnose.
Fermai la mano sulla sua schiena limitandomi ad una carezza impacciata.Ad accogliermi fu la sua lingua che si insinuò all'interno della mia bocca con la stessa foga che usava tutte le volte.
Ero spaventata.
Terrorizzata all'idea di rivelargli la verità.
«Non sono mai stata così felice di vederti», soffiai sulle sue labbra leggermente umide della mia stessa saliva.
Aiden rimase a fissarmi senza degnarmi di una risposta.
Addirittura parve pensieroso.
Era un fottuto enigma, impossibile da decifrare.
Non era la prima volta che lo pensavo.
Accadeva solitamente quando non riuscivo a scorgere nessuna emozione da parte sua.Piantai nuovamente i talloni sul pavimento sentendomi addirittura schiacciare dalla sua altezza.
«Come facevi a sapere che fossi qui?» domandai confusa.
Finalmente ritornai a udire la sua forte voce.
«Il tuo telefono, ho attivato la posizione prima di dartelo.» Rispose tranquillo portando una ciocca dei miei capelli attorno al suo dito.Non riuscii ad emettere alcun suono, se non quello del mio cuore che batteva all'impazzata.
Ero delusa da una parte e felice dall'altra.
Aiden non si fidava di me.
Più che sicuramente, senza farmelo capire, avrebbe continuato a controllarmi.Però, se non l'avesse fatto probabilmente sarei ancora tra le mani di Jason.
Anche ripensare a quest'ultimo mi fece scuotere la testa.
Perché l'aveva lasciato andare in quel modo?Non era da Aiden non prenderlo a pugni.
Mi allarmai constatando che, sicuramente, era più pericoloso da silenzioso.
Ormai avevo imparato ogni santissimo gesto.«Non ti fidi di me?» chiesi in un filo di voce.
Intanto, mi allontanai di qualche passo alla ricerca delle mie mutandine.
Essere completamente nuda mi provocò un brivido di freddo.
La porta d'ingresso era del tutto spalancata ed io temevo che da un momento all'altro potesse entrare qualcuno e vedermi.Feci fatica a raccogliere da terra ogni indumento poiché Aiden mi guardava e di tanto in tanto serrava la mascella.
Forse aveva deciso di usare l'autocontrollo. Ma io, volevo sentirlo parlare.
Volevo sentirlo urlare.
Volevo sentirgli dire qualsiasi cosa mi facesse capire del perché aveva deciso di comportarsi così.
Scrollai le spalle e senza perdere altro tempo mi rivestii sotto il suo sguardo indecifrabile.
«Mia nonna, devo assolutamente andare da mia nonna. È stato Jason a...», balbettai in preda al panico più totale.