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         Capitolo non modificato

Aiden

Il rumore della sedia appena caduta sul pavimento fa scappare via Scarlett come una furia. Ignoro ogni suo lamento proveniente dalle scale seguendola con molta calma.
Se volessi sarei già da lei in un secondo. Ma voglio lasciarle una piccola speranza di potermi sfuggire.

«Mi dispiace, non lo faccio più.»
Urla a cantilena ripetendo più volte la stessa frase.

Trattengo un sorriso di scherno sporgendomi dalle scale. Sta per saltare l'ultimo gradino ma per sua sfortuna, inciampa scontrandosi con il pavimento. Impreca a bassa voce cercando di rialzarsi ma io, sono già dietro di lei.

Poso il piede sulla sua caviglia annoiato nel vederla stringere la ringhiera cercando di liberarsi senza successo.

«Ho notato una cosa, ti piace strisciare sul pavimento vero?»
La fisso seriamente premendo il piede sulla sua caviglia.

«Ho detto mi dispiace.»
Sussurra rossa in viso contorcendosi dal dolore.

Allento la presa senza smettere mai di guardarla negli occhi. Non perde tempo a ricomporsi e correre verso la mia camera.

«Senti Aiden, non volevo ok? Ora per favore te ne vai?»
Urla attraverso la porta con il fiatone.

Ritorna quel fastidio al petto, quella sensazione di vuoto che provo quando mi sta troppo vicina.
Non mi piace affatto, non voglio che accade, e non voglio che sia lei a farmi stare così.
E per farlo, sento il bisogno di trattarla male, di allontanarla da me il più possibile.

Infastidito da questa sensazione apro la porta senza nessuna fatica. Non le dirò mai che lei, è il mio unico punto debole, che i suoi occhi lucidi e colmi di perdono mi smuovono lo stomaco, mi fanno dimenticare ogni cosa.
«Non dovevi farlo.»
Ritorno a trattarla male, a guardarla con odio e disapprovazione.

«OK, scusami.»
Sussurra con un filo di voce chiudendo gli occhi.
Deglutisce a vuoto portando la mano sul ventre piatto cercando di calmare il tremore alle gambe.

Scarlett

«La prossima volta non sarò così gentile è chiaro?»
Sbraita attaccandomi al muro senza nessuna delicatezza.

Sussulto ricambiando il suo sguardo con timore, non capisco mai come fa a cambiare umore così velocemente. C'è sempre qualcosa a frenarlo, accade solo con me.
Non si è mai comportato con gli altri in modo diverso, lui è sempre serio e composto. Con me è tutta un'altra storia, si lascia andare solo per poco, poi, come se si fosse ricordato di qualcosa ritorna quello di sempre.

Dice di volermi bene, dopo mesi si rifà vivo però, continua a non fare nulla per migliorare la situazione.
Mi usa a suo piacimento come ha sempre fatto, trovandomi a sua disposizione in ogni momento ed io, non faccio altro che lasciarmi usare dall'uomo che amo nonostante tutto il male che continua a farmi.

Non abbiamo più parlato della mia partenza che arriverà a breve, manca un solo giorno e poi tutto finirà un'altra volta.

«Posso farti una domanda?»
Chiedo dal nulla con l'unico tormento che mi martella in testa.
Una domanda che mi spaventa, mi agita, mi fa mancare il respiro. Una domanda a cui ho pensato spesso durante la sua assenza. E se la sua risposta dovesse essere quella che temo, ne morirei.

«Che vuoi.»
Risponde allontanandosi di poco verso la porta.

«Mi hai tradita in questi mesi?»
Chiedo aspettando la sua risposta come se fosse la morte. Lui è sempre stato diretto e senza sentimenti e a volte, chiedere mi fa paura.

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