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«Rosie sono a casa!»
Aprii lentamente gli occhi e fui accolta dal buio più totale. Presi il telefono dal mio comodino e controllai l'ora, le 19:05. "Merda" bisbigliai cercando di accendere la lampada; nel frattempo fui intasata anche di notifiche, che mi portarono ad imprecare a più non posso. Mi alzai di scatto dal letto e presi dell'intimo e una maglia oversize al volo, per poi precipitarmi in cucina.
«Cazzo Jason, sono in un mare di merda, devo fare tipo un milione di cose per l'università per domani.» dissi come una furia prendendo il mio computer portatile dal tavolino vicino al divano.
«Ti sei svegliata adesso?!» esclamò levandosi la giacca e scrutando i miei vestiti sul pavimento.
«Sì, è stata una notte ... intensa.» dissi decidendo di omettere tutto quello che era successo e sedendomi al tavolo.
Il mio amico mi diede un abbraccio veloce chinandosi e prese i miei vestiti da terra per portarli in bagno. Una delle tante cose che amavo di Jason era il fatto che riusciva a capire quando non volevo parlare di qualcosa, e non faceva domande, perché sapeva che gliene avrei parlato quando sarei stata pronta.
«Ros il tuo telefono sembra un vibratore da quanto sta suonando.» disse entrando in cucina con il mio cellulare in mano.
Sbuffai e lo afferrai con una mano, mentre con l'altra continuavo a digitare sulla tastiera del computer. Mi trovai davanti agli occhi 30 chiamate perse, 77 messaggi e 8 videochiamate da parte di Sean; non ci pensai due volte, bloccai il suo numero e lo cancellai dalla rubrica, non volevo mai più vederlo né sentirlo. Trovai anche un messaggio da parte di Harry, che chiedeva conferma per la sera stessa; in quel momento rivissi il fatto che avrei dovuto trovarmi ad un appuntamento in meno di un'ora, ma ero bloccata davanti al pc a cercare di non farmi cacciare dall'università. Decisi di optare per l'onestà, sperando che il karma positivo iniziasse a girare dalla mia parte.

A: Harry
Scusami, mi sono svegliata adesso e ho letto ora il tuo messaggio. Purtroppo stasera non posso, sono bloccata a casa con una tonnellata di cose da fare per l'uni, possiamo rimandare? Xx

Non aspettai nemmeno una risposta e lanciai il telefono sul tavolo, rimettendomi a digitare sul computer velocemente.

***

Mi svegliai alle 5 in punto, dopo essere stata davanti al pc fino alle 3 ed aver quindi dormito due ore. Mi alzai dal divano, dove avevo passato la notte, e accesi la macchina del caffè, sbirciando fuori dalla finestra e notando il temporale imminente. Presi finalmente anche il mio telefono e lo accesi, trovando subito un messaggio da parte di Harry.

Da: Harry
Non ti preoccupare, che ne dici di domani sera?

A: Harry
Perfetto, io stacco da lavoro alle 18, quindi facciamo alle 20 xx

Sorrisi sorseggiando il mio caffè volteggiando verso camera mia per prendere i vestiti. Optai per dei leggins di vernice nera e una felpa oversize, per stare al caldo, considerando che i riscaldamenti della mia università non funzionavano.
In quaranta minuti ero già fuori casa e diretta alla stazione della metro, cosa che odiavo, soprattutto quando pioveva, perché finivo sempre per bagnarmi strusciando contro gli ombrelli degli altri. Fortunatamente il mio istituto non era lontano da casa mia, in venti minuti ero arrivata e pronta psicologicamente ad un'altra giornata d'inferno, solo che questa volta avrebbe preso una piega positiva durante la sera. Feci per entrare in classe quando fui bloccata dalla suoneria del mio telefono; lo controllai e fui assalita da un senso di sorpresa e preoccupazione.
«Pronto Jay, tutto bene?» dissi tentennando, non mi era mai successo che mi chiamasse alle sette del mattino.
«Ros so che sei a lezione ma c'è un'emergenza. C'è Sean sotto il nostro appartamento che continua a citofonare e urlare, non so cosa fare!» lo sentii affannare dall'altra parte della linea.
"Merda" pensai, allontanandomi ancora dalla classe.
«Jason io non posso tornare a casa, devo assolutamente consegnare il saggio oggi, altrimenti mi bocciano.» sussurrai per non attirare l'attenzione.
«Secondo te dovrei scendere a parlargli? O chiamare la polizia?»
Mi venne quasi da ridere sentendo la voce impanicata del mio amico, ma mi trattenni.
«Prova a scendere, se diventa molesto minaccialo dicendo che chiami la polizia. Ora devo proprio andare, stanno entrando tutti, ti voglio bene.» dissi attaccando velocemente il telefono e buttandomi in aula.
Passai le seguenti due ore a pensare a cosa potesse essere successo, ignorando completamente la spiegazione del professore; provai anche a mandare un messaggio a Jason, ma non rispose, probabilmente perché era già a lavoro.
A mezzogiorno scoccato mi precipitai fuori dalla classe, dopo aver consegnato i miei fogli, e composi il numero di Jason.
«Che è successo?» chiesi senza nemmeno dargli il tempo di aprire la bocca.
«Si è messo a piangere e ha detto che gli manchi. Io l'ho mandato a fanculo per te.» mi immaginai il suo sorriso «Non serve che mi ringrazi.»
«Solo questo? Non ha detto altro?»
«Ha provato a comporre delle frasi, ma era troppo ubriaco, credo, o forse fatto. Non era in sé comunque.» sospirò «Sono stato il più chiaro possibile, non dovrebbe più darti fastidio.»
«Grazie Jay, davvero. Ci vediamo a casa.» e ci scambiammo schiocchi di baci per circa trenta secondi prima di attaccare.
Non sapevo come sentirmi al riguardo, sapevo solo che la situazione mi aveva provocato una nausea terribile. Per la prima volta non avevo quell'urgente bisogno di correre a casa sua e vedere se stesse bene e parlargli, non avevo nemmeno voglia di sentire tutte le sue bugie. Egoisticamente, mi sentivo bene, in pace con me stessa, stavo guarendo.
Mi incamminai sovrappensiero verso la caffetteria dell'università per pranzare, quando andai a sbattere contro una figura alta.
«Oddio scusami, non ti avevo visto.» dissi tornando nel mondo reale.
«No, scusami tu.» disse il ragazzo aiutandomi a raccogliere gli oggetti caduti dalla mia borsa «Sono Alex.» disse sorridendo e porgendomi una mano.
«Rosie.» sorrisi a mia volta afferrandola.
«Lo so, siamo nello stesso corso di psicologia.» disse imbarazzato.
«Oh giusto ...» cercai di assecondarlo, non riuscendoci.
«Non mi offendo, tranquilla!» rise, provocando una risata anche a me.
«E' stato un piacere conoscerti Alex, ci vediamo.» lo liquidai ondeggiando la mano.
Arrivai in caffetteria e mi misi subito in coda per prendermi un'insalata al volo e poi sedermi nel primo tavolo libero che trovai. Tirai fuori la mia agenda dallo zainetto e controllai velocemente le prossime consegne, sorridendo subito dopo aver realizzato di avere tutta la settimana libera. Mi arrivò anche un messaggio da parte di Harry.

Da: Harry
Quindi stasera confermato? Xx

Digitai un "" con una emoticon e ricevetti nel giro di pochi minuti orario e luogo. Mi sentivo leggera e felice.
«Posso sedermi?»
Alzai lo sguardo e vidi il ragazzo di prima, Alex, fissarmi in modo supplichevole; annuii con gentilezza e spostai il mio zaino dalla superficie del tavolo a terra.
«Non ti sto stalkerando, giuro.» sorrise «E' l'unico tavolo con una sedia libera.»
«Non ti preoccupare, tanto tra poco io devo andare.» dissi rimettendo a posto la mia agenda.
«Volevo chiederti una cosa ...» venni interrotta nuovamente dal mio pranzo.
«Sì?»
«Ti va se un giorno ci vediamo per studiare insieme?»
«Sì, certo, volentieri.» sorrisi.
Chiacchierammo per una decina di minuti, dopodiché lo salutai il più velocemente possibile per correre a lavoro, naturalmente ero in ritardo.

***
Finii il mio turno mezz'ora prima del previsto, alle 17:30, ed iniziai a sentirmi leggermente nervosa per l'appuntamento.
Rientrai a casa e trovai Jason spaparanzato sul divano con un sacchetto di patatine tra le mani.
«Ciao raggio di sole!» urlò non appena mi vide entrare dalla porta.
Io come risposta gli rubai le patatine di mano e ne mangiai alcune, provocando un grugno da parte sua.
«Ciao anche a te amore mio!» urlai sorridendo e ripassandogli il suo "snack".
«Non vorrei ficcare il naso nei tuoi affari, ma ... non hai un appuntamento stasera?» disse sbucando da dietro l'enorme sacchetto.
«Hm-hm.» risposi versandomi del vino in un bicchiere. «Solo uno, per rilassare i nervi.» risi dopo essere stata fulminata dal suo sguardo.
Andai poi in camera mia per iniziare a prepararmi, in modo da fare tutto con calma. Venni però distratta da delle urla fortissime provenienti dal corridoio del nostro piano e dei colpi.
«Ros!» entrò Jason come un lampo nella mia camera «Non ne sono sicuro ma penso che queste urla siano per te.» disse visibilmente preoccupato.
Sentii una profonda rabbia crescermi dallo stomaco, e senza nemmeno pensarci due volte uscii dal nostro appartamento per trovarmi faccia a faccia con il ragazzo che mi aveva spezzato il cuore.
«Smettila di urlare, stai infastidendo i vicini!» urlai a mia volta cercando di sovrastarlo e guardandomi intorno per controllare. «Ora dimmi che cosa vuoi, velocemente perché ho da fare.» incrociai le braccia.
«Ho fatto una cazzata ... due cazzate ...» sbiascicò a sua volta.
«Sean non ho tempo, mi dispiace.» dissi dopo aver sbuffato rumorosamente.
«Rosie è una cosa seria ... io ti amo davvero, l'ho capito solo dopo averti persa ... mi dispiace averti tradita ... davvero ... e mi dispiace aver picchiato quel ragazzo ...»
Sbarrai gli occhi dalla sorpresa e il mio pensiero si spostò immediatamente su Harry.
«Quando vi ho visti seduti insieme in caffetteria ... lo avrei voluto ammazzare ...»
Aprii la bocca, scioccata; stava parlando di Alex, non di Harry. Provai un leggero senso di sollievo, ma allo stesso tempo avrei voluto spaccare la faccia a Sean per essersela presa con un ragazzo innocente.
«Allora, cercherò di essere chiara in modo da non dovermi più ripetere in futuro. Mi fai schifo. Mi disgusti. Mi nausei. Non voglio mai più vederti né sentirti, e se dovessi tornare a casa mia ti giuro chiamo la polizia. E no, non posso perdonarti, mi hai uccisa, quando l'unica cosa che invece ho fatto io è stata amarti con tutta me stessa. Mi hai portato via quel briciolo di felicità che mi era rimasta, sai cos'ho passato, mi hai vista piangere, avere attacchi di panico, hai visto il peggio di me. Io non ti avrei obbligato a restare insieme a me, avrei solo preferito che mi avessi lasciata prima, quando mi hai tradita la prima volta, così avrei evitato di sprecare altro tempo e lacrime. Ed è inutile che adesso mi professi amore eterno quando sappiamo entrambi che hai rovinato tutto tu fin dal principio.» dissi voltandomi e rientrando nel mio appartamento, lasciandolo lì da solo immerso nella sua schifezza.
Per la prima volta da quando era finita mi sentivo davvero sollevata, mi sentivo serena e mi spuntò un sorriso enorme sulle labbra. Ce l'avevo fatta, ero riuscita a dire tutto quello che provavo, che pensavo. Ero davvero pronta ad andare avanti e sperai che lui rispettasse la mia decisione di non volerlo mai più vedere.
«Ho sentito tutto ... stai bene?» sussurrò Jason avvicinandosi a me cautamente.
«Mai stata meglio.» sorrisi a 360 gradi.
Lui mi guardò titubante e confuso e si limitò a sorridermi ed abbracciarmi.
Io ritornai in camera mia, pensando ad Alex; non sapevo il suo cognome, non sapevo come assicurarmi che stesse bene. Provai a non pensarci, con la speranza di vederlo il giorno successivo in classe, e riniziai a prepararmi per il mio appuntamento.

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