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Era venerdì, era passata una settimana e mezza dalla realizzazione dei miei sentimenti e le cose stavano andando bene. Ero finalmente in pari con l'università, Alex era tornato in classe –anche se si limitava solo ad un saluto distaccato- e avevo ricevuto un piccolo aumento al lavoro. E poi, con Harry mi sembrava tutto troppo bello per essere vero.
Moine a parte, ero appena tornata a casa dal lavoro quando mi trovai immersa in un grandissimo déja-vu: Jason era seduto sul divano con le canzoni della band di Harry a palla.
«Dimmi che stai scherzando.» annunciai il mio arrivo chiudendomi la porta alle spalle.
«Non voglio fare brutta figura stasera! Sto cercando di imparare almeno i ritornelli.» disse bloccando il video su youtube.
«Jay, sono sicura che ad Harry non interessa se conosci le sue canzoni o no.» risi iniziando a tirare fuori del cibo dal frigo.
«Che fai?» mi ritrovai il mio amico alle spalle e sussultai dalla sorpresa.
«Secondo te? Cucino.» dissi sventolandogli davanti alla faccia una confezione di petto di pollo congelato.
«Cucini? Non abbiamo una cena vera da ... un sacco di tempo.» rise aiutandomi a trasportare la roba verso il bancone.
«Oggi mi sento allegra, ti voglio preparare una bella cenetta. Naturalmente non te ne assicuro la riuscita.» risi iniziando ad improvvisare il da farsi.
Jason mi fissò per tutto il tempo, quasi colpito, all'oscuro del fatto che stessi letteralmente buttando cose a caso nella teglia da forno –impostato ad una temperatura a caso-.
Dopo mezz'ora di duro lavoro, il mio petto di pollo era pronto, un po' bruciacchiato, ma pronto. Il mio amico nel frattempo aveva apparecchiato tavola, mettendo al centro due bottiglie di vino.
«Ti dirò ... mi aspettavo peggio.» disse Jay dopo aver assaggiato il primo boccone.
«Questo perché mi sottovaluti sempre.» gli feci l'occhiolino portando il bicchiere pieno di vino alle labbra.
«Sei agitata?»
«Per cosa?»
«Beh, stasera è il tuo primo concerto da "ragazza del cantante".» disse con le guance ormai già un po' rosse.
«Piano con i termini! Primo, non sono la sua ragazza, secondo, non cambia nulla!» esclamai con il tono un po' più alto del normale.
«Non sei la sua ragazza ma dormite insieme venticinque sere su sette? Mmh.» mi guardò dall'alto al basso «Secondo me esploderai di gelosia se qualcuna gli si avvicina.» sentenziò poggiando il bicchiere sul tavolo con troppa forza.
«Io non sono gelosa! E poi lui è libero di fare quello che vuole.» dissi poco convinta. Sapevo benissimo che Jason aveva ragione, probabilmente alla vista di lui che flirta con altre ragazze sarei impazzita, anche grazie all'aiuto dell'alcol.
Diedi un'occhiata veloce al tavolo e notai che la seconda bottiglia era quasi finita, così mi alzai per prendere la terza, accompagnata da grida di esultazione da parte del mio amico.
Mezz'ora dopo eravamo sbronzi, io cercavo di sistemarmi il trucco con una sigaretta in mano mentre Jason era intento in un monologo sul senso della vita. Misi un paio di shorts al volo con top corto e dr. Martens, con l'aggiunta di una giacca di pelle per non morire congelata.
Eravamo in super ritardo, come sempre, così chiamammo un taxi invece di farci tutta la città a piedi.
«Quanto sei ubriaca da uno a dieci?»
«Un bel sette e mezzo tendente all'otto. Tu?»
«Un otto pieno, decisamente. Secondo te se lo chiedessimo con gentilezza l'autista farebbe sosta bar?» cercò di bisbigliare il mio amico, non riuscendoci e beccandosi un'occhiataccia dall'uomo che stava guidando.
«Aspetta, guarda cos'ho qui.» dissi tirando fuori dalla borsa una fiaschetta e facendola ondeggiare «Gin, baby.» dissi fiera.
Jason l'afferrò subito e diede dei sorsi, cercando di trattenere un conato.
«Gin liscio? Sei pazza?» urlò portandosi una mano alla bocca.
«Scusa, non ho avuto tempo di mischiarlo a qualcosa.» sussurrai cercando di evitare il contatto visivo con l'autista.
Dopo pochi minuti arrivammo a destinazione, fiaschetta vuota e tasso alcolemico parecchio alto. Non ricordo il nome del bar, né tantomeno come io e Jason finimmo in una stanzetta nel backstage, che era ancora vuoto.
«Non dovremmo stare qui.» annunciai dopo essermi guardata bene intorno.
«Beh, ormai ci siamo. E si sta così bene.» rispose il mio amico sistemandosi meglio su un divanetto.
Dopo pochi istanti ci dimenticammo di dove effettivamente fossimo e iniziammo a ispezionare il camerino alla ricerca di alcol o altro, perché a detta di Jason "Sicuramente hanno qualcosa nascosto, è così che si divertono le rock star". Fummo interrotti da un gruppo di voci che si avvicinava a noi, ma ce ne accorgemmo troppo tardi, così ci ritrovammo, completamente ubriachi, in mezzo alla stanza con tutti gli occhi puntati addosso.
«Ros? Jason?» disse Harry avanzando.
«Oh che imbarazzo ...» sbiascicai guardando il pavimento «Non ricordo bene come siamo finiti qui ... ma giuro che non ci siamo arrivati da soli.» spiegai cercando di non sembrare una stalker.
«Sì lo so, ho chiesto io a Julio di farvi entrare qui.» mise un braccio intorno alle mie spalle ed il mio cuore finalmente smise di palpitare. «Loro sono Zac, Andy e Cameron, gli altri membri della band che già conoscete. Loro invece sono Ethan, Denise e Oscar, altri miei amici.» disse indicando tutti uno ad uno. Naturalmente dopo letteralmente 2 secondi dimenticai tutti i nomi, con la consapevolezza che anche il cervello di Jason non era nelle condizioni di ricordare; invece con mia grande sorpresa notai che il mio amico non era più affianco a me ma si era avvicinato ai ragazzi per parlottare, lasciandomi sola, con accanto l'unica altra ragazza nella stanza.
«Ehm ... piacere, Rosie.» provai a rompere il silenzio.
«Denise.» sorrise con gentilezza. Notai che era davvero una bella ragazza, bionda, occhi castani e un paio di centimetri più bassa di me. «Harry non fa altro che parlare di te.» sussurrò ridendo appena.
Io sentii la faccia andarmi a fuoco, ma allo stesso tempo provai una grande sensazione di piacere, era come se quella semplice affermazione avesse più o meno calmato i dubbi che mi tormentavano.
«Spero dica solo cose positive.» sorrisi a mia volta.
«Non penso abbia mai detto un tuo difetto.» rise rumorosamente «Come avrai notato è un tipo un po' complic ... ehi!» si interruppe non appena un braccio le cinse la vita.
«Vedo che stai già facendo amicizia con la mia ragazza.» sorrise Zac.
«E' davvero adorabile, avete degli ottimi gusti nella band.» feci l'occhiolino provocando una risata.
Dopo pochi istanti ci raggiunse anche Harry, che mi salutò con un bacio sulle labbra, provocandomi quasi un senso di vertigini.
«Zac, dobbiamo andare, tocca quasi a noi. Spero di vederti in prima fila.» concluse salutandomi con un bacio veloce.
Io rimasi immobile e confusa, fortunatamente Jason arrivò in mio soccorso e mi trascinò verso la sala del locale insieme agli altri.
«Come fai ad essere così reattivo?» chiesi nella fretta.
«Te l'avevo detto che nascondevano qualcosa.» sorrise lasciandomi nel mistero.
Arrivata sotto il palco mi trovai con un drink in mano, un drink che io non avevo assolutamente comprato; mi guardai intorno confusa, come a cercare una spiegazione.
«L'hai rubato ad un ragazzo mentre venivamo qua.» sussurrò Denise lasciandosi andare in una risata, a cui mi aggiunsi subito dopo.
Finalmente Harry e gli altri salirono sul palco, e ,dopo le presentazioni, iniziarono a cantare. Io mi divertii tantissimo, non sapevo nemmeno una canzone ma saltellai in giro allegra tra Jason e Denise, gustandomi il mio cocktail gratuito. Finché non sentii una mano afferrarmi la spalla; per un istante la mia mente la collegò a Sean e quasi non svenni dalla paura, era grazie a me se era finito in carcere. Mi girai lentamente e pregai fosse qualsiasi altra persona sulla faccia della terra, e le mie preghiere vennero ascoltate. Mi trovai faccia a faccia con un ragazzo abbastanza alto e muscoloso con la faccia corrucciata.
«Posso aiutarti?» dissi cercando di sembrare il più sobria possibile.
«Penso tu abbia qualcosa di mio.»
«Scusami?»
«Il drink, quello che stai bevendo, me l'hai rubato.» disse indicandolo e io mi trattenni dal non ridergli in faccia.
«Oh scusa, tieni.» glielo porsi, mezzo vuoto.
«Non rimane molto da bere, penso tu debba farti perdonare in un altro modo.» disse prendendomi il bicchiere dalle mani e rovesciandolo a terra.
Girai velocemente la testa e vidi che Jason e gli altri non avevano notato la scena, ed erano anche troppo lontani per poter richiamare la loro attenzione in modo discreto; alzai appena lo sguardo e vidi gli occhi di Harry fissarmi vigili mentre stava cantando e mi sentii un po' meglio.
«Posso ridarti i soldi.» dissi afferrando la mia borsetta a tracolla, ma fui fermata.
«Non voglio soldi. Voglio altro.» ammiccò prendendomi per un polso.
Io rimasi attonita e non reagii subito, permettendogli di allontanarmi ancora di più dai miei amici.
«Lasciami andare!» gridai strattonando il braccio cercando di liberarmi dalla sua presa. Lui in tutta risposta rafforzò la stretta, sentii quasi la mano staccarsi. Provai più e più volte a scappare, finché non sentii la musica intorno a me bloccarsi di colpo, e le persone iniziare a parlottare tra di loro confuse.
Sentii due braccia sollevarmi e tirarmi via e subito dopo vidi Harry tirare un pugno in faccia al ragazzo, che si rialzò prontamente, iniziando una vera e propria rissa.
«Oddio stai bene?» disse Jason prendendomi le mani e vedendomi estremamente scossa.
Nel frattempo Zac e Cameron erano intervenuti nella rissa, ed erano riusciti a fermarla, chiamando anche un buttafuori per cacciare il ragazzo dal locale.
«Sto bene ora, sarebbe potuta andare peggio.» dissi sbrigativamente per poi raggiungere Harry e controllare se stesse bene.
Non aveva nemmeno un graffio in faccia, ma le nocche della mano destra erano distrutte.
«Tutti fuori, il concerto è annullato.» disse una voce dal microfono, e nel giro di cinque minuti tutto il locale era evacuato.
Mi sentivo tremendamente in imbarazzo, era successo tutto per colpa mia e di quello stupido drink. Il mio istinto mi diceva di correre verso il primo taxi libero e tornare a casa, bloccare Harry ovunque e sparire nel nulla, ma il mio cuore mi portò ad avvicinarmi nuovamente ad Harry, che era seduto in una panchina poco lontano con i suoi amici.
«Ehy, stai bene?» chiesi piano.
Lui si alzò di scatto e mi raggiunse, abbracciandomi.
«Cristo Rosie, stai bene? Ti ha fatto qualcosa?» disse scannerizzando il mio corpo per poi soffermarsi sul mio polso viola.
«Sto bene, grazie a te.» sorrisi prendendogli la mano sanguinante.
«Non ti preoccupare, abbiamo già avvertito Julio, la sicurezza del locale, di ritracciarlo. La pagherà.» disse Cameron con un sorriso.
Io mi sentivo sempre più in colpa, erano tutti così gentili con me quando per colpa mia il loro concerto era saltato.
«Giuro che se dovessimo scoprire il nome lo ammazzo.» disse Jason con uno sguardo cupo e un tono estremamente serio.
«Jay, lascia stare, non ne vale la pena, va tutto bene.» cercai di rassicurarlo «E tu devi disinfettarti la mano e medicarla.» rivolsi lo sguardo ad Harry.
Ci salutammo tutti velocemente ed io me ne andai insieme ad Harry, decisa a curargli la mano.
Ci fermammo al primo supermercato aperto –erano le due di notte, la scelta non era molto ampia- e camminai tra le varie corsie con Harry dietro alla ricerca di disinfettante e garze.
«Rosie?»
«Sì?»
«Sei sicura di stare bene?» il silenzio echeggiava dentro al negozio.
«Sì, sto bene. Non è successo nulla, fortunatamente.» sorrisi avanzando.
«E' che hai uno sguardo strano ...»
«E' stato solo spaventoso, mi sono sentita completamente impotente. Fortunatamente sei intervenuto tu.» lo baciai velocemente.
«Ma sei sicura? Quel tipo poteva stupr ..»
«Harry, va tutto bene, davvero. Poteva succedere ma non è successo. Possiamo non parlarne più per favore?» lo interruppi fermandomi in mezzo ad una corsia e voltandomi verso di lui, che annuì e mi prese la mano.

***

«Devi stare fermo.» dissi provando ad immobilizzargli la mano.
«Ma fa male!» piagnucolò buttando la testa all'indietro.
«Abbiamo quasi finito, ne mancano ancora due.» dissi dandogli un bacio sulla fronte.
Harry trattenne il fiato per tutta la durata della medicazione, ed io dovetti affidarmi a tutta la mia forza di volontà per non morire dal ridere.
Dopo avergli fasciato la mano con la garza ero ormai completamente sobria, diciamo che la rissa dell'ora prima aveva aiutato parecchio.
«Dai vieni qui.» disse tamburellando la mano nel lato libero del letto.
«Devo cambiarmi prima.»
«Prendi una mia maglia, sai dove sono.» sorrise.
Mi cambiai velocemente e mi buttai affianco a lui, raggiungendolo sotto le coperte.
«Mi dispiace averti rovinato il concerto.» esternai, finalmente.
«Non hai rovinato nulla. La tua sicurezza è più importante di un concerto.» disse avvolgendomi tra le sue braccia.
Ero esausta, quella sera era stata una montagna russa di emozioni; risposi ad un messaggio di Jason dove si assicurava che stessi bene e mi addormentai istantaneamente, protetta dall'abbraccio di Harry.

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