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Un rumore assordante mi svegliò dal mio sonno "mummiesco" e mi fece sobbalzare leggermente. Aprii piano gli occhi e rimasi attonita un paio di secondi, cercando di capire dove mi trovassi; provai a girarmi ma non ci riuscii, delle braccia mi tenevano ferma. In quel momento mi ricordai della mia serata con Harry e tutto quello che era successo dopo, e un sorriso mi spuntò sulle labbra. Controllai l'ora grazie ad una sveglia digitale sul comodino e mi tranquillizzai vedendo che erano solamente le 5 del mattino; dimenticai però che era martedì, ed io avevo l'università.
Con delicatezza cercai di rigirarmi tra le sue braccia, riuscendoci, e trovandomi faccia a faccia con Harry. Mi presi svariati minuti per osservare tutti i particolari del suo viso, dai numerosi nei sparsi sulla faccia alla bocca semi aperta mentre continuava a dormire. Con il rumore della pioggia contro il vetro della finestra i miei occhi iniziarono a cedere, così mi accoccolai al suo petto e chiusi gli occhi, sentendo le sue braccia stringermi di più.

***

Un altro rumore mi portò via dal mondo dei sogni, questa volta una suoneria, la mia. Mi alzai il più velocemente e delicatamente possibile per non svegliare Harry e corsi verso la mia pochette.
«Jay ma sei pazzo sono le 7 del mattino.» sussurrai con foga.
«Vedo che sei ancora da riccioli d'oro! Lo sapevo.» rise soddisfatto «Fatto sta che tra mezz'ora inizieresti i corsi tecnicamente.» accentuò l'ultima parola. "Cazzo." pensai, accorgendomi finalmente di essere completamente nuda nella cucina di Harry.
«Non credo di poter andare, ho solamente un vestito super corto e dei tacchi ...» sospirai guardandomi intorno.
«Amore io ti sto avvisando solamente per avere notizie di quel ragazzo ... come si chiama? Alex?»
Venni travolta da vari flashback riguardo la giornata precedente, compresa l'immagine di Sean che picchia il mio compagno di corso. Per quanto volessi passare la mattina a letto con Harry, dovevo fare la cosa giusta, per una volta. Dopo aver chiuso la chiamata con Jason, corsi verso il bagno e mi lavai velocemente il viso, rubando anche una felpa di Harry appesa vicino la doccia. Infilai l'intimo ed infine la felpa, correndo verso la sala per recuperare le mie scarpe; persi un paio di secondi ad ammirare il ragazzo nel letto, che nel frattempo non si era spostato di un millimetro. Misi le scarpe –col tacco- al volo e presi la mia pochette, per poi precipitarmi fuori dall'appartamento, ricordando subito dopo aver chiuso la porta di aver lasciato il mio vestito sul pavimento del salotto. Imprecai e corsi, per quanto possibile, verso l'uscita, dove doveva teoricamente aspettarmi il mio amico con il mio zaino e dei vestiti.
Appena uscita dall'edificio venni travolta da una marea di persone e ringraziai il cielo che la felpa mi arrivasse quasi al ginocchio. Vidi subito dopo un taxi fermarsi davanti a me e aprire un finestrino, da dove spuntò Jason che mi urlò di entrare.
«Rosie se mi licenziano ti ammazzo.» disse passandomi velocemente un paio di leggins e le mie air force.
«Sei il migliore amico migliore del mondo.» lo canzonai dandogli un bacio sulla guancia.
Mentre mi infilavo i vestiti raccontai la mia serata magica, vedendo comparire un sorriso sul volto del mio amico.
«L'avete già fatto?!» esclamò.
«Shh, non urlare!» sussurrai lanciando un'occhiata veloce all'autista.
«Scusami, sono super fiero di te!» disse emozionato «Mi piace lui.» sorrise. Sorrisi a mia volta, sentendomi davvero felice, anche se una brutta sensazione era nata dal profondo del mio stomaco.
Arrivai finalmente davanti alla mia università alle 7:40, troppo tardi per seguire la prima lezione, quindi ne approfittai per sedermi su una panchina ed avvisare Harry del perché della mia sparizione.


A: Harry
Buongiorno! Scusa se sono scappata stamattina, mi sono dimenticata di avere lezione xx
p.s. ho lasciato il mio vestito da te e ti ho preso una felpa

«Hai sentito cos'è successo ad Alex? Non l'hanno ancora dimesso dall'ospedale.» sentii in lontananza. Mi si ghiacciò il sangue nelle vene e mi trovai pietrificata; non sapevo cosa fare o cosa pensare, le mie gambe avevano iniziato a muoversi da sole ed in un paio di secondi mi trovavo di fronte alle due ragazze.
«Scusate, non volevo origliare ... cos'è successo ad Alex?» chiesi a voce bassa per nascondere il tremolio.
«Ieri un ragazzo l'ha picchiato davanti l'entrata dell'università! L'ha lasciato in terra sanguinante ed è scappato via.» rispose una delle due visibilmente preoccupata.
«Oh no è terribile ... si sa chi è stato?»
«Non saprei ... sono usciti molti nomi ma non si sa con certezza. Comunque piacere, Sarah.» mi porse la mano, che afferrai con un sorriso.
«Rosie. Un'ultima domanda, sai per caso in che ospitale si trova?»
«No, purtroppo. Lo conosci?»
«Più o meno, non troppo bene. Sono comunque molto dispiaciuta.» accennai un sorriso leggero e mi dileguai salutandole velocemente con un cenno della mano.
Abbandonai l'idea di frequentare i corsi per tutta la mattina e mi puntai sul cercare Alex, dovevo assicurarmi che stesse bene, sentivo come se una gran parte della colpa fosse mia. Ma come potevo trovarlo se non sapevo nemmeno il suo cognome? Avrei potuto chiederlo in giro, certo, ma poi come avrei fatto a trovare l'ospedale giusto? In più nessuno sapeva che era stato Sean, avrei dovuto chiamare la polizia e denunciarlo? Non avevo nessuna prova, non ero nemmeno presente al momento della rissa. In quel momento avrei voluto usare la faccia di Sean come sacco da box.
Dopo aver percorso il perimetro dell'università almeno tre volte mi si illuminò una lampadina: Marika stava facendo un tirocinio come infermiera, magari poteva aiutarmi in qualche modo. Mi sedetti sulla prima panchina asciutta che trovai e composi il numero, portando poi impazientemente il telefono all'orecchio.
«Ehi Ros!»
«Ehi! So che è presto, ma questa è un'emergenza ...» sussurrai.
«Rosie cos'hai fatto?!» esclamò preoccupata la ragazza.
«Oh no, io nulla. Devo trovare un ragazzo ricoverato in ospedale, puoi aiutarmi?»
«Posso provarci. Ho bisogno solo di nome e cognome.»
«Perfetto! Grazie mille! Appena so il cognome ti mando tutto per messaggio!» ed attaccai velocemente la chiamata dopo esserci salutate.
Ora l'unica cosa che mi rimaneva da fare era scoprire il cognome di Alex.

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