2.

11 0 0
                                    

Arrivai a casa per le 20, accolta dalla cena già pronta sul tavolo della cucina e due bottiglie di vino come contorno. Trovai Jason in camera mia alle prese con i miei trucchi e un tutorial su youtube e sorrisi.
«Ehy Jay, se vuoi posso darti una mano.» dissi dandogli un bacio veloce sulla guancia.
«Credo di esserci quasi ... Rosie davvero io ti ammiro, non so come tu faccia a truccarti ogni giorno.» sbuffò facendo cadere il pennello sul pavimento.
Dopo un paio di minuti pieni di imprecazioni e risate ci spostammo in cucina,pronti ad iniziare la festa.
Erano le 10, e noi avevamo quasi finito le due bottiglie di vino e sporcato ovunque con il cibo. Finalmente mi ricordai che dovevo ancora truccarmi e vestirmi,quindi corsi in camera senza dire una parola e lasciando Jason confuso.
L'alcol scorrazzava nelle mie vene, rendendo il tutto più difficile e lento.Non ero ubriaca, eravamo abituati a bere il vino (scadente) durante le nostre serate in casa, però le mie ultime 24 ore erano state abbastanza intense e così finii a piangere sul pavimento.
Sentii i passi di Jason avvicinarsi.
«Ros muoviti, tra poco dobbiamo andare!» urlò tirando dei pugnetti alla mia porta.
Fu allora che raccolsi i pezzi e mi calmai. Mi guardai dritta allo specchio emi dissi «Sei una donna forte e indipendente, non hai bisogno di uno stronzo come lui a rovinarti.» iniziando finalmente a truccarmi.
In mezz'ora ero pronta, avevo scattato dei selfie da sola e con il mio amico, riempito la mia galleria di mie foto allo specchio e avevo postato delle storie imbarazzanti su instagram: era l'ora di andare.
Uscimmo dall'appartamento e venimmo travolti da persone di tutte le età travestiti nei modi più improbabili; io e Jason saltellavamo, cantavamo e a malapena ci reggevamo in piedi, eravamo felici.
Non so esattamente in che modo arrivammo alla festa in maschera –probabilmente con un taxi non chiamato da noi- e non so nemmeno dove si trovasse questa festa. Appena misi piede nel grande giardino riconobbi dei volti familiari, ma troppo distorti per poterli denominare.
«Rosie! Oddio non ti vedo da una vita, andiamo a berci qualcosa!» disse una voce femminile alla mia sinistra.
Mi girai e guardai la ragazza, cercando di concentrarmi il più possibile sulla sua faccia e non sugli alberi dietro di lei che ballavano il valzer.Normalmente avrei declinato l'offerta, in quanto un litro di vino e un paio di cocktail –probabilmente rubati o comprati a scrocco- erano più che sufficienti,ma ehy, ero tornata la Rosie di un tempo, piena di vita.
«Ehy hmm ... sì certo andiamo.» biascicai sforzandomi di ricordare il nome della ragazza. Lei mi prese la mano e mi guidò all'interno della casa, portandomi dritta verso la cucina.
«Marika!» esclamai puntandole l'indice sul naso e provocando una sua risata rumorosa.
«Finalmente Ros!» ridacchiò spettinandomi i capelli.
Io e lei ci siamo incontrate da piccolissime, eravamo vicine di casa. Siamo andate d'accordo dal primo momento in cui ci siamo parlate e non passavamo mai un giorno intero senza vederci; però poi lei si trasferì in un altro quartiere,il che limitò i nostri incontri ma non spezzò la nostra amicizia. Quando a sedici anni finii in un brutto giro mi stette vicina, anche se il nostro rapporto non era più così stretto. Ci perdemmo di vista iniziata l'università per via dei vari impegni, però ci vedevamo spesso durante i weekend e alle varie feste.
«Ho sentito che tu e Sean avete rotto ... mi dispiace un sacco, tu come stai?»chiese porgendomi un cocktail.
«Beh, una merda» risi portandomi il bicchiere alla bocca. «Ma cerco di pensare ad altro, andiamo a ballare!!» urlai trascinandola via dal bancone dove era appoggiata.
In un momento di lucidità realizzai che avevo perso le mie ali da diavolo, così iniziai a guardare per terra mentre camminavo, cercandole. Inutile dire che caddi più volte–trascinando Marika con me- e rovesciai il mio drink. La mia testa toccò qualcosa e in un secondo mi ritrovai nuovamente in terra.
«Oddio stai bene?»
Alzai lo sguardo ed incrociai gli occhi con il ragazzo più bello che io avessi mai visto. Rimasi un po' imbambolata e non dissi una parola. Marika fu più veloce di me e si alzò in piedi, sollevando anche me di conseguenza.
«Scusala, stasera è davvero andata.» disse sorridendo al ragazzo.
Io in tutta risposta ero lì a fissare il povero sconosciuto con bocca semiaperta e occhi rossi. Fortunatamente la mia amica mi portò via prima che la situazione potesse farsi ancora più imbarazzante.
Raggiungemmo il dj e iniziammo a ballare, scatenandoci come pazze,dimenticandoci subito dell'accaduto.
Ballai per quello che mi sembrò un'eternità e decisi di allontanarmi dalla massa per prendere un po' d'aria fresca fuori. Uscii ed inspirai a pieni polmoni, lasciando poi uscire tutto.
La mia mente mi portò nuovamente alle mie ali scomparse, provocandomi una risatina perché ero davvero un disastro. Mi toccai la testa, assicurandomi di avere almeno ancora le corna, altrimenti il mio costume si sarebbe trasformato da "diavoletta sexy" a "spogliarellista" (anche se la differenza era davvero minima).
Tirai fuori dalla borsa una bustina rosa e iniziai a farmi un joint,appoggiandomi alla ringhiera del terrazzino.
«Ros è da ore che ti cerco.» disse una voce maschile alle mie spalle. «E che fai, non offri?» riuscii a captare un sorriso dall'inclinazione della sua voce.
Mi voltai e vidi Jason, il trucco un po' colato e la camicia completamente slacciata. Sorrisi ampiamente e gli passai il joint, per poi abbracciarlo.
«Sarò sincera con te, in questo momento sono talmente ubriaca che potresti dirmi che siamo al polo Sud e io ti crederei.» biascicai in modo confuso guardando negli occhi il mio amico.
«Sarò sincero anche io, mi sembra di essere in un videogame.» rise. «E in questo momento ucciderei per un hot dog.» biascicò a sua volta passandomi la canna.
Stemmo insieme a chiacchierare –scambiarci dei versi- per un po', fino a quando delle ragazze si avvicinarono a noi cinguettando. Io non capii nulla di quello che dissero, seppi solo che a un certo punto mi trovai sola sul terrazzino con una consapevolezza: Jay aveva rimorchiato.
Decisi di rientrare per prendere un altro drink, così aprii la porta e fu in quel momento che sentii il mio cuore spezzarsi per la seconda volta. Vidi Sean in mezzo alla stanza ballare e baciarsi con una ragazza; la cosa che più mi fece arrabbiare fu il fatto che i due sembravano molto intimi, troppo intimi per essersi conosciuti la sera stessa. Quindi in quel momento realizzai l'ipotesi che lui la vedeva da prima, da quando stava con me.
Sentii il mio corpo andare a fuoco e un'esplosione nel petto. In quel momento volevo solo urlargli contro, picchiarlo ed infine sputargli in faccia.Naturalmente non potevo, o almeno, non davanti a tutte quelle persone, così optai per l'opzione numero due, ovvero fingermi matura e menefreghista. Ovviamente seguii l'opzione numero 3 e diedi retta al mio istinto; mi ritrovai così a correre verso il centro della stanza ed iniziai a ballare vicino a loro,mantenendo un basso profilo. Improvvisamente rividi quel ragazzo di prima, e mi venne un'idea. Provai ad avvicinarmi al ragazzo, ma non ci riuscii per via del troppo accalcamento; decisi allora di attirare il ragazzo da me, ignorando la vocina nella mia testa che mi dava un segnale d'allarme.
Salii su un tavolino non troppo basso vicino alla console del dj e iniziai a ballare, ondeggiando i fianchi questa volta, fingendo di essere in un videomusicale. Dopo un paio di minuti mi ricordai la mia missione, così aprii gli occhi e cercai il suo sguardo nella folla, continuando a ballare.
Finalmente lo incrociai e mantenemmo contatto visivo per un po' di tempo, finoa quando si avvicinò.
Si mise davanti a me, io ancora sul tavolino; eravamo alti uguali, così riuscii a vedere bene il suo viso: era meraviglioso.
«Scusami per prima, non volevo farti cadere.» sorrise mostrando le fossette.«Piacere io sono Ha-» non lo feci finire, gli gettai le braccia al collo e lo baciai.
Lui in tutta risposta ricambiò il mio bacio e mise le sue mani sulla mia vita,sollevandomi dal tavolino e facendomi scendere con una semi piroetta.
Il bacio mi provocò delle sensazioni strane, che vennero interrotte da delle mani che mi staccarono dal ragazzo.
«Rosie ma che cazzo fai?» urlò Sean a 2 cm dalla mia faccia.
Mi venne da piangere, ma invece delle lacrime uscì una risata amara.
«Tu sei la persona più schifosa che esista su questo pianeta, non devi rivolgermi nemmeno la parola. Per me sei morto Sean, sei morto dal momento in cui ti ho visto baciare quella ragazza prima.» dissi liberandomi da un peso sul petto.
«Anche tu mi sembra ti sia divertita stasera.» sibilò lanciando un'occhiata dietro di me.
«Ovvio, ma dopo aver scoperto che mi hai fatto le corna-» e aggiunsi azzardando«con più ragazze.»
«Come lo ... va beh non importa, ormai non stiamo più insieme.» disse abbassandolo sguardo.
«Amico, penso tu debba andare ora.» il ragazzo dietro di me si unì alla conversazione, provocando una reazione aggressiva da parte di Sean, che mi scostò di lato per avvicinarsi a lui.
«Chi cazzo sei tu per dirmi cosa fare?» urlò Sean; non lo vidi in faccia ma mi immaginai i suoi occhi pieni di sangue.
Il ragazzo rimase calmo da far paura, face un passo verso sinistra e mi raggiunse, spostandosi dall'ira di Sean.
«Andiamo via da qui.» mi disse posandomi un braccio sulle spalle e portandomi fuori dall'abitazione.
L'aria gelida abbracciò il mio corpo, ormai non più caldo per l'alcol.
«Mi spiace tu abbia dovuto avere a che fare con quel coglione.» dissi spostandolo sguardo su di lui ed accennando un sorriso. «Comunque, piacere Rosie.» dissi porgendogli la mano.
«Harry.» rispose afferrando la mano e sfoggiando un sorriso mozzafiato. 


Burning for youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora