10.

7 1 0
                                    

«Hai voglia di parlare di quello che è successo?» chiese il riccio pochi istanti dopo l'uscita del mio amico.
«Sinceramente non c'è molto di cui parlare ... Jason ha esagerato a descrivere la situazione.»
Harry si sedette sul divano e mi affiancò, tenendo basso lo sguardo.
«So che potrà sembrare tutto molto strano, soprattutto per il fatto che ci conosciamo da poco.» sospirò «So cosa può fare quel farmaco se preso inconsciamente, è per questo che mi sono precipitato qui non appena Jason l'ha nominato.»
Mi voltai verso di lui e cercai contatto visivo, fallendo. Volevo sapere cosa stesse pensando in quel momento, sembrava stesse creando degli scenari dentro la sua mente.
«Harry?» bisbigliai appena, distraendolo e portando l'attenzione su di me.
«Sarai confusa, immagino. Beh te la faccio molto breve, mia mamma ne abusava.» disse semplicemente, ma io colsi tutta la tristezza che cercava di nascondere «Ora sta bene, è finito tutto al terzo anno di liceo.» provò a sorridere.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai, dimenticando temporaneamente il dolore che mi perseguitava da tutta la giornata. Lui ricambiò ed io mi lasciai andare completamente nelle sue braccia, respirando il suo profumo.
«Ora è il tuo turno di dirmi cosa è successo.» sussurrò dolcemente ed io mi staccai.
Raccontai tutto quello che era successo, dalla giornata precedente, di Sean, di Alex e dei miei genitori. Harry aveva lo sguardo attento, come se cercasse di rivivere tutto ciò che era successo. Ad ogni parola che usciva dalla mia bocca mi sentivo sempre più leggera, non sapendo nemmeno perché stessi raccontando tutto quello a un ragazzo con cui ero uscita una sola volta.

***

Erano le dieci e mezza di sera e io ed Harry eravamo spaparanzati sul mio divano intenti a guardare un film, mangiare pop corn e ridere. Dopo il mio racconto non siamo più tornati sull'argomento, ha cercato di addolcire l'atmosfera ed io mi sono sentita meglio. Sapevo che il dolore non era sparito per sempre, però in quel momento ero felice e spensierata, o almeno, finché non decisi di controllare il telefono.

Da: Marika
Hanno portato Sean in carcere, Alex ha parlato con la polizia poco fa

Rimasi un po' a fissare lo schermo, incerta su come sentirmi. Avrei dovuto sentirmi triste, magari un po' dispiaciuta, ma la verità è che mi sentivo sollevata. Decisi di ignorare la questione, ne avrei parlato solo con Jason e poi sarebbe finita lì per sempre. Sean Riddle era morto per me.
Riposi la mia attenzione sul ragazzo che avevo di fianco, che ignaro di tutto continuava imperterrito a mangiare davanti al film. Sorrisi appena, pensando a quanto era bello quando era concentrato, e mi stesi sul divano, sollevando le gambe e poggiandole sulle sue. Lui sorrise e si voltò pochi istanti dopo verso di me, trovandomi incantata a guardarlo.
«Non ti hanno insegnato che è maleducazione fissare le persone?» mi prese in giro, beffardo.
Io come risposta sollevai un piede e lo colpii sulla faccia, provocandogli una risata. In pochi secondi lo trovai sopra di me, le sue mani salde sui mie polsi ed io immobilizzata. Mi sforzai ed allungai il collo verso di lui, cercando di baciarlo, invano; lui rise appena, mostrando le fossette, e si avvicinò alla mia bocca, sfiorandola.
«Ti bacio solo se mi prometti un altro appuntamento.» sussurrò sulle mie labbra.
Io annuii, in trance, iniziando a sentire il mio cuore accelerare. Finalmente mi baciò e lasciò andare i miei polsi, spostando le mani dietro la mia schiena e avvolgendomi. Io ricambiai la stretta, buttando le braccia intorno al suo collo.
Le sue mani avevano iniziato a vagare sotto la mia felpa, fino ad arrivare a sfilarmela, lasciandomi in reggiseno.
«Sono a casa!» urlò Jason sbattendo la porta alle sue spalle e trovandoci pochi istanti dopo seminudi sul divano.
Io ed Harry fummo colti di sorpresa e rimanemmo entrambi immobili a fissare il mio amico. Realizzai che avevo solo i pantaloni della tuta addosso, così afferrai il ragazzo sopra di me e lo schiacciai contro il mio petto, per coprirmi.
«Okay, è stato molto divertente» disse portandosi una mano sugli occhi e ridacchiando «Ora me ne vado in camera mia per due minuti, dopodiché sarò di ritorno per guardare Shameless alla televisione. Quindi regolatevi.» disse con un tono troppo divertito per la situazione.
Mi infilai velocemente la felpa e guardai Harry, provocando una risata da parte di entrambi.
«Vuoi venire da me?» chiese Harry alzandosi.
«Oh sì, sarebbe grandioso. Aspetta che ti vado a prendere la tua felpa.» dissi scattando verso il corridoio, ma fui bloccata.
«No, tienila.» sorrise, ed io sorrisi a mia volta.
Avvisai velocemente Jason della mia uscita e mi precipitai di nuovo da Harry, che intanto si stava infilando le scarpe.
Non appena fummo fuori dall'edificio mi porse la mano, che io afferrai prontamente, per poi incamminarci verso il suo appartamento. Nel tragitto ci fermammo in un piccolo supermercato aperto h24 e ci rifornimmo di cibo e bibite.
«Mettilo giù.» disse guardando severo la bottiglia di vino che tenevo in mano. Sbuffai rumorosamente e la rimisi al suo posto, sentendo due braccia avvolgermi da dietro. «Lo faccio per te, non puoi bere alcolici dopo aver preso lo xanax.» sussurrò dolcemente al mio orecchio, causandomi dei brividi, un po' per il respiro caldo sul mio collo, un po' per come si preoccupava della mia salute.
«Lo so. La combo perfetta per le feste.» sorrisi voltandomi e dandogli un bacio veloce sulle labbra.
Harry mi guardò rimproverandomi silenziosamente ed io scoppiai a ridere. L'unico modo che conoscevo per evitare il passato era l'ironia, e spesso non mi rendevo conto di mettere in imbarazzo le persone, soprattutto perché sono sempre stata una ragazza molto aperta e senza peli sulla lingua. Più volte è capitato che Jason dovesse portarmi via da gruppi di persone perché raccontavo cose troppo private.
«Scusami, spesso dico cose senza pensare.» cercai di rimediare.
Lui come risposta mi riprese la mano e ci dirigemmo verso la cassa.
Il resto del viaggio passò in modo molto silenzioso, e io sapevo che era per via della mia battutina; mi sentivo così stupida per non aver pensato a sua madre.
«Hey tutto ok?» sussurrai piano, cercando di rompere il ghiaccio. Lui annuì appena sorridendo, non lasciandomi andare la mano. «So che è colpa mia, avrei dovuto evitare.» dissi abbassando lo sguardo.
«Ros, va tutto bene, davvero. L'importante è che sia tutto finito.»
Arrivammo finalmente al suo appartamento e le cose sembravano essere tornate normali, ridevamo e scherzavamo come se ci conoscessimo da sempre.
«Aspetta qua, ti prendo qualcosa come pigiama.» disse lasciandomi sola seduta sul letto.
Ne approfittai per guardarmi intorno e cercare di cogliere più particolari su di lui, anche se era difficile in quanto era la casa era perfettamente in ordine, al contrario della mia. Ritornò pochi secondi dopo con una t-shirt bianca e il mio vestito del giorno prima, che appoggiò sul bancone della cucina.
«Girati, mi metti in soggezione.» risi alzandomi dal letto con in mano la maglietta.
«Beh Rosie ho già visto tutto ...» disse ammiccando.
«Non ho intenzione di farti uno spogliarello.» dissi incrociando le braccia al petto, divertita.
«Nemmeno se faccio così?» disse portando il labbro inferiore su quello superiore e sbattendo dolcemente le palpebre.
Non dissi niente, buttai semplicemente la t-shirt a terra ed iniziai a sollevare lentamente la mia felpa, fino a sfilarla completamente, facendo attenzione a non interrompere il contatto visivo con lui. Abbassai anche i pantaloni, giocando con l'elastico, finché non lo vidi scattare dal letto e raggiungermi. Mi baciò subito, senza aspettare un secondo, e iniziò a slacciare il reggiseno; intanto io gli levai la maglietta e gli slacciai i pantaloni.

Burning for youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora