Parte 9

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La mattina dopo mi sveglia molto presto a causa della luce del sole, la sera prima mi ero dimenticata di chiudere le tende. La sveglia segnava le sette. Mi feci una breve doccia e, con la macchina fotografica in borsa, scesi a fare colazione per poi andare in spiaggia. La sabbia era fredda e i gabbiani si godevano la quiete mattutina prima che venisse la folla di turisti. Seduta sulla riva del mare cercai di scattare alcune foto a granchietti e conchiglie colorate. Il sole era già sorto da un po' ma in cielo c'erano ancora dei resti di luce rosa che cercai di catturare con la fotocamera. 

Alle nove arrivarono i primi ospiti dell'albergo coi loro ombrelloni e le gigantesche borse da spiaggia e io mi ritirai in stanza. Di sfuggita diedi un'occhiata alle foto appena scattate, poi preparai la mia borsa per la gita mettendoci un libro, crema solare, la mia rivista di Sudoku e una conchiglia trovata poco prima in mare come portafortuna. Poi scesi e mi accomodai sulla solita panchina bianca per leggere il mio libro e aspettando che si facessero le dieci. 

Appena sentii il rumore di una moto mi alzai. Eccolo lì, che guidava una Vespa azzurra con in testa un vecchio casco stile anni settanta e un enorme sorriso stampato in faccia.

-"Ce l'hai la patente vero?", gli chiesi per prenderlo in giro, lui mi diede una spinta amichevole e salii dietro di lui. Stavo per chiedergli se sapeva dove dovessimo andare ma lui partì a tutto gas e per poco non caddi a terra. Dopo quello spavento mi prese il braccio destro e se lo mise intorno alla pancia e fece lo stesso con quello sinistro, in modo che io mi potessi tenere meglio. 

Sulla strada principale c'era già un grande traffico, poi però girammo a destra su per una stretta strada circondata da alberi di un verde particolarmente acceso. In cima c'era una vista pazzesca sul nostro albergo e molte altre spiagge. Passammo per piccole casette colorate e viali di pini e il vento faceva svolazzare il mio vestito. 

Dopo un oretta ci fermammo ad un distributore di benzina. Mi spiegò che aveva mal di schiena siccome era da un po' che non andava in moto. Lo rassicurai dicendo che non c'era nessun problema e che avrei potuto guidare io. Mi guardò perplesso ma poi annuì e io gli feci un breve massaggio sulla schiena. Ripartimmo e subito mi accorsi che non ero abituata ad andare in moto su strade curvose come queste, mi dovetti dunque concentrare molto per non andare a sbattere da qualche parte. Solo dopo un po' riuscii di nuovo a godermi la natura che ci circondava. Da dietro mi dava indicazioni e con ogni nuova strada che imbucavamo diminuivano le case finché ad un certo punto mi sembrava di esserci persi nel nulla. Giuseppe mi disse di fidarmi e quindi io proseguivo. 

Ad un certo punto arrivammo ad un piccolo paesino e lui mi fece segno di fermarmi. 

-"Non manca molto, aspettami qua, vado a prendere qualche dolce al panificio giusto per non arrivare a mani vuote".

Prese il portafogli e se ne andò. Io mi tolsi il casco, avevo la testa fradicia di sudore e ero stufa di guidare. Anche a me iniziava a fare male la schiena e volevo solo sdraiarmi e dormire, il caldo mi aveva stancata. Tornò con due sacchetti in mano e quando mi vide fece un faccia preoccupata, a quanto pare non sembravo molto entusiasta di essere lì perché mi chiese cosa fosse successo.

-"Non è niente, sono solo stanca e voglio finalmente arrivare.", dissi e mi sforzai di sorridere.

-"Guarda,", disse e delicatamente mi girò verso una collina dietro di noi, "adesso saliamo a piedi fino in cima e poi, quando sarai lì, penserai che ne è valsa la pena di fare tutto questo viaggio. Su, andiamo prima che si faccia mezzogiorno." Parcheggiata la moto e prese tutte le sue cose mi raggiunse e, prendendomi per mano, mi trascinò su per la collina. Le sue parole mi avevano motivata a resistere ancora un po'. Stringevo forte la sua mano che era grandissima e soffice, sembrava fatta di pane. Un quarto d'ora dopo arrivammo a un punto dove gli alberi erano meno fitti e intravidi il mare all'orizzonte.

-"Eccoci qua, ce l'hai fatta".

Ti dedico un DPCMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora