2. Mi manchi

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Anche questa mattina mi sono alzata senza avere veramente voglia di andare a scuola, ma la mamma dice che sono troppi giorni in cui sono mancata: è ora di tornare là dentro e affrontare lo sguardo pieno di delusione e rabbia di Dylan.

Penso ogni giorno all'immensa stupidaggine che ho commesso, vorrei potermi spiegare di più ma lui sembra non volerne sapere nulla. Ho provato a chiamarlo milioni di volte ma rispondeva solo la voce fredda ed elettronica della segreteria.

Non dormo bene da giorni, forse settimane, ho perso il conto del tempo ormai. La felpa gigante che ho indossato questa mattina mi protegge dalle lezioni noiose di questo giorno, mentre sono seduta all'ultimo banco e la testa poggiata sul banco.

Matt è l'unico che ancora parla con me ma da quando si è avvicinato di più a Sofy ha smesso di chiamarmi ad ogni ora del giorno, o semplicemente a mandare un messaggio per sapere come sto.

Me lo chiede solo quando ci vediamo ed ogni volta che rispondo "bene", ci casca, mi da un bacio sulla guancia e si allontana da me per andare a raggiungere Sofy dall'altra parte della scuola probabilmente, per evitarmi.

Ogni volta che vedo Matt comincio a sospirare pesantemente, come se inconsciamente volessi dargli un segno del mio stato pensieroso ma sembra non accorgersene nemmeno. Ed ogni volta che lo fa, non sa che è l'ennesimo colpo al cuore.

Non so del perchè lo faccia, forse perché è Sofy ad ordinarglielo ma non credo ne sarebbe capace, forse perché vuole darmi una lezione, farmi capire cosa si prova ad essere ignorati per tanto tempo, soprattutto se è il tuo migliore amico a farlo.

Mi sento così sola, sento un vuoto dentro ogni volta che guardo il corridoio pieno di ragazzi che si dirigono al proprio armadietto, spero di vedere il suo sguardo tra quelli ma non accade.

Le settimane passano così velocemente che mi sembra che il tempo stia scorrendo sulla mia pelle senza che me ne accorga. Ad un certo punto Alex sembra rendersi conto che qualcosa non va.

Sento bussare alla porta della mia camera e solo dopo il mio permesso, sbuca fuori il mio fratellone. Rimane sulla soglia ad osservarmi, poi inizia a sorridere in modo dolce.

<<Puoi dirmi cos'hai?>>

<<Ti è mai capitato di perdere tutti coloro a cui vuoi bene in una sola volta?>> mi metto seduta sul mio letto, a gambe incrociate. Lui arriccia il naso mentre si siede ai piedi del letto.

<<In realtà no, perché?>>

<<Sono stata una stupida, Alex, e adesso sono sola>>

<<Spiegati>> sospiro, prima di raccontare tutto ciò che è accaduto negli ultimi mesi, senza guardarlo negli occhi. Alla fine non dice nulla, mi abbraccia e mi stringe così forte che mi sembra lo faccia apposta per ricomporre i pezzi del mio cuore.

<<Di certo hai sbagliato a fare una cosa del genere, che quel ragazzo si sia sentito preso in giro, la tua amica, ma non vedo perché Matt debba comportarsi così con te>>

<<Non capisco neanche io, continuo a chiedermi cosa gli abbia fatto di male ma la cosa peggiore è che non riesco a trovare nulla>> la vista si fa lucida subito e mi verrebbe da piangere. Ma stringo più forte mio fratello e traggo forza dal suo abbraccio.

<<Perché non ci parli?>> scioglie l'abbraccio ed io torno a sentire un vuoto nel petto.

<<Non so se vuole e poi dovrei lavorare>> cambio di proposito discorso ed Alex ne approfitta per distrami un po' dai mille pensieri, così comincia a chiedermi come va, se i colleghi sono simpatici ed è lì che casca l'asino: Dylan è un mio collega.

Tu ed io... la nostra salvezza 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora