8. Sei arrabbiata?

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<<Stai tranquilla Bianca, tua madre avrà i suoi motivi>> mi rassicura Dylan prima di percorrere il vialetto di casa e suonare il campanello.

<<Probabilmente hai ragione tu>>

<<Certo che ho ragione>> mi sorride, poi mi lascia un bacio a stampo sulle labbra <<Adesso vai>>

Prima di andare gli do un altro lungo e dolce bacio, poi mi dirigo verso il mio destino. Apro la porta di casa e non ci vuole molto per trovare mia madre intenta a passare l'aspirapolvere in salotto.

<<Buongiorno tesoro, come è andata ieri sera la festa?>> grida per sovrastare il rumore di sottofondo dell'aspirapolvere.

<<Bene>> dico posando le chiavi sul mobile all'entrata <<Ho incontrato Diana, mi ha detto che diventeremo coinquiline>> replico con lo stesso tono di voce.

Alle mie parole, mia madre si blocca e spegne l'apparecchio elettronico. Si volta a guardarmi, il volto improvvisamente cupo.

<<Quindi... l'hai saputo>>

<<Sì, mamma da Diana, non da te. Perché non me l'hai detto?>> mi pento subito di aver utilizzato un tono un po' troppo brusco e scontroso. Lei inizia a torturarsi le mani mentre i suoi occhi vagano per tutta la stanza, come alla ricerca delle parole giuste da usare.

<<Avevo paura che tu la prendessi male e poi anche Alex mi ha consigliato di aspettare>>

<<Lui lo sapeva?>> e se prima stavo cercando di trattenermi, sapere che ad Alex lo avesse già detto, mi fa perdere le staffe.

<<In realtà l'ha scoperto per caso, origliando ad una nostra telefonata>>

<<Forse avrei potuto prenderla bene se solo me l'avessi detto prima>> mi volto e vado via da lì prima che inizi a gridare contro mia madre ed io non voglio questo, non ora che l'ho riavuta indietro.

Chiudo la porta della mia camera con un po' troppa forza. La rabbia mi sta divorando da dentro, continuo a fare avanti e indietro per la stanza ma non serve a nulla. Mi siedo sul letto, poggio i gomiti sulle ginocchia e le mani tirano via i capelli che ricadono davanti agli occhi.

E solo dopo aver preso profondi respiri, riesco a calmarmi quasi del tutto. Poi chiamo Matt e gli chiedo di poterci incontrare da qualche parte per poter parlare di quello che è successo. Ci diamo appuntamento a casa sua e in men che non si dica mi trovo già di sotto. La voce di mia madre mi blocca.

<<Bianca, possiamo parlare?>>

<<Non ho nulla da dirti, mamma>> dico scocciata. Lei mi raggiunge sull'uscio della porta d'ingresso.

<<Puoi almeno dirmi perché sei arrabbiata?>>

<<Perché? Non mi hai detto nulla riguardo al loro trasferimento qui, mi ha colto totalmente di sorpresa questa notizia. Secondo te come mi dovrei sentire?>> senza ripensamenti, lascio scorrere il mio flusso di pensieri. Il volto di mia madre si incupisce di nuovo, guarda in basso e questo gesto mi fa sentire terribilmente in colpa.

<<Ti da fastidio?>>

<<Mi da fastidio il fatto che tu non me ne abbia parlato, mamma. Quand'è che dovrebbero venire ad abitare qui?>> abbasso il tono della voce ed incrocio le braccia al petto, tenendo il broncio.

<<Domani>> sgrano gli occhi alla sua risposta sussurrata. Una strana sensazione si fa strada nel mio petto, qualcosa comincia a fare peso. Sento la necessità di andarmene e in una mosso veloce, esco di casa in fretta e furia.

Tu ed io... la nostra salvezza 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora