Chapter 3 "La Cena"

23 1 0
                                    

POV GRACE

Un rumore mi fa spalancare gli occhi tutto d'un tratto. Esco da sotto le coperte che mi tenevano al caldo, guardo la sveglia appoggiata sul comodino accanto al mio letto. 7:34. Vado di sotto e sobbalzo nuovamente allo stesso rumore improvviso. Cosa diamine sta succedendo? Scendo le scale più veloce della luce e trovo Madison con delle pentole nella mano destra e uno strano composto color panna nella sinistra. Sembra confusa.

-Ciao- Dico un pò disorientata.

-Oh buongiorno, sto cercando di preparare la colazione, vuoi?- mi offre un pancake, bruciato.

-Mad... sei sicura?- Lei aggrotta le sopracciglia, come se si sentisse offesa.

-Cosa? No insomma, è perfetto, ho seguito la ricetta.- arriccia il naso.

-Bar?- Propongo cercando di fare un mezzo sorrisetto.

-Ti odio...- butta il pancake nella pattumiera affrettandosi a prendere la giacca.
Tutto questo mi fa nascere una risata spontanea che non riesco a trattenere, lei continua a sbuffare ma lo sa nel profondo che le voglio bene.

Dopo la ricca colazione fatta ad un piccolo bar proprio di fronte casa mi reco sul mio nuovo posto di lavoro cercando di fare bella figura. Il capo mi spiega velocemente ciò che devo fare, le basi già le sapevo quindi è stato abbastanza facile afferrare quel che mi diceva. Essenzialmente quello che devo fare è servire ai tavoli, fare il caffè e sorridere. Credo che sia semplice, lo spero. Il posto è umile, senza alte aspettative, quindi credo che non avrò problemi ad ambientarmi in fretta. I clienti non sono neanche scortesi, a Los Angeles pretendere un minimo di gentilezza nei bar in città era come cercare l'oro. Raro. Sbuffavano davanti ad una tazza di latte macchiato e la riportavano al bancone lamentandosi perché non c'era abbastanza miele.
Dopo una lunga giornata di lavoro torno a casa, dove trovo Madison che si sta preparando davanti al suo specchio enorme. Me n'ero completamente dimenticata, la cena. Con la stanchezza, la voglia di riposarmi sul mio letto morbido e la totale svogliatezza non so quanto potrò essere amichevole con i Diaz, però mi sento in dovere di andarci perché Karen è stata così gentile nell'ospitarci subito a casa sua. Così mi trascino in camera e mi obbligo a prepararmi. Non ci penso tanto a come vestirmi, so che non devo fare colpo su nessuno quindi non mi preoccupo tanto del mio aspetto fisico. Mi infilo un semplice vestito verde con dei piccoli fiorellini bianchi, è il mio vestito preferito, era della mamma. Mi do una sistemata veloce ai capelli e torno al piano di sotto da Madison che mi sta aspettando in tutta la sua bellezza, si volta non appena mi vede scendere le scale facendo svolazzare il vestito scuro.

-Sei bellissima.- Le dico dolcemente.

-Davvero? Grazie- Sembra così piccola ma non lo è, era solo poco tempo fa che la vedevo andare all'asilo e la cullavo e invece ora, è cresciuta così tanto. E' forte e decisa, sono qualità che ho sempre ammirato in lei.

-Sei pronta?- Mi chiede facendomi scendere dalle nuvole.

-Pronta- Affermo facendo un cenno veloce e deciso con la testa.

Madison mi prende per la mano e usciamo da casa, ci avviamo verso la casa di Karen, per poco non deve trascinarmi fin là, mi tremano le gambe, non sono fatta per cene, party, tanto meno per conoscere e conversare con sconosciuti. Mad è brava a farlo, non io. Prendo un grande respiro pensando "tra poco finirà, non preoccuparti". Ho sempre fatto fatica ad integrarmi, e ritrovarmi qui questa sera è come navigare in un mare tempestoso e sconosciuto, un mare non adatto a me. Sto per aprire la bocca e dire qualcosa, non esce niente, come se dentro di me sapessi che se parlassi vorrei chiedere a Madison di tornare dentro casa e dimenticarci di questo giorno, dargli buca e finire la nostra giornata in bellezza, come di solito facciamo. Sdraiarci sul divano davanti ad uno dei nostri film preferiti da quando siamo bambine, mangiare un bel gelato e parlare fino a notte fonda.

Their Young Hearts | Story of a new beginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora