Chapter 11 "Campeggio"

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POV GRACE

-Campeggio?- Come gli è venuta in mente un'idea del genere? Madison è proprio davanti a me, con le mani incrociate pregandomi di venire con loro.

-Lo sai, io non sono tipo da queste...cose... Non so neanche come si monta una tenda!- Le dico allargando le braccia come se le dicessi "arrenditi, non ce la farò mai".

-Che cosa significa? Alex sa farlo, ti insegnerà lui.

-Alex sa fare tante cose si, ma non credo che montare una tenda rientri nelle sue capacità...- Rispondo avviandomi verso il divano, lei mi sta supplicando ma sa che farò sicuramente la figura dell'incapace. Non riesco a immaginarmi immersa nella natura, persa nel libretto delle istruzioni per montare la tenda, non credo di riuscire a farcela.

-Dai ci divertiremo tanto, e poi...- Dice afferrandomi il braccio e costringendomi a voltarmi verso di lei.

-Avrai anche del tempo per stare con Alex... da soli- Il suo sguardo provocante mi fa ridere e scuoto la testa come in segno di disapprovazione.

-Dio, no! Che stai dicendo!?- Chiedo alzando le mani al cielo. Non credo che potrebbe succedere una cosa di questo tipo, è ancora presto, insomma, non si sa mai cosa potrebbe succedere ma è molto improbabile. Lei fa ruotare gli occhi, come se ne sapesse più di me. Non gliel'ho mai chiesto perché non mi ci ero mai soffermata, lei e Sean... Oh Dio spero davvero di no, altrimenti la mia sorellina avrebbe fatto più esperienze di me e mi sentirei leggermente a disagio.

-Tu e Sean...- Chiedo giocherellando con una ciocca di capelli, lei ha capito subito di cosa sto parlando.

-Anzi no, non me lo dire. Non lo voglio sapere...- Lei ridacchia mentre io mi tolgo il cappello di lana passando la mano tra i capelli mentre vago con le pupille, ovunque tranne che su di lei. Madison mi afferra per le spalle invitandomi a respirare. Lo prendo per un si. Subito inizio a sentire caldo, è opprimente, non voglio immaginarmelo. Sembrava ieri che dovevo allacciarle le scarpe e ora invece...

-Allora vada per il campeggio?- Chiede lei cercando di distrarmi cambiando discorso. Gliela lascio vinta, stare a casa non cambierebbe niente e forse non ha tutti i torti, stare con Alex potrebbe davvero aiutarmi ad eliminare completamente ogni mio dubbio che mi sono creata su di lui.

-Stasera credo che farò tardi, non aspettarmi per cena- Avverto Madison.

-Perchè?

-Beh perché il mio adorabile capo ha deciso di darmi del lavoro extra. Dovrò stare tutta la sera a pulire tutto il bar, da cima a fondo senza lasciare una briciola. Non stare in pensiero, vai con Sean, cenate insieme. Vi farà bene -Le dico mentre tento di fare una sottospecie di sorriso pensando alla marea di lavoro che dovrò cercare di finire durante la notte. Lei accetta ed è arrivato il momento di prepararmi per il prossimo turno. Indosso la mia solita tuta da lavoro e mi reco sul posto. Una bella camminata non mi farà di certo male, mi aiuterà a perdermi nei miei pensieri. Cosa che forse faccio anche troppo spesso, ma non riesco a farne a meno. È doloroso, ricordare, ma sono quelli i ricordi che mi aiutano a non buttare la spugna. Tutto quello che sto facendo, lo faccio per prendermi cura di Madison, che a quanto pare non ha più bisogno della mia protezione. Devo accettarlo, lei è cresciuta ma la vedo sempre come una bambina, la mia piccola sorellina. Non voglio che le capiti niente di brutto, soprattutto dopo tutto quello che abbiamo perso: genitori, una casa, sicurezza, praticamente ogni cosa. Delle volte penso che se in passato, se fossi intervenuta quando... Forse a questo punto non saremmo mai arrivati a tutto questo. Forse adesso saremmo sul divano di casa nostra con un freddo gelato tra le mani, davanti ad un bel film. Non riesco a non pensare che magari avrei potuto fare qualcosa e che è soltanto colpa mia. Scaccio il pensiero quando arrivo alla caffetteria. Il mio turno inizia tra poco, ho pensato che se fossi arrivata un pò prima non sarei dovuta rimanere fino a tardi, ma questo è tutto da vedere. Inizio a lavorare, giro per i tavoli pieni di gente e porto vassoi pieni di tazze e piattini, qualche volta mi capita di perdere l'equilibrio nel girarmi schivando vari clienti alla cassa. Papà me lo diceva sempre "Stai attenta Grace, sei troppo sbadata", come dargli torto.

Their Young Hearts | Story of a new beginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora