Alek
Mi ritrovavo su un letto, anzi mi sono ritrovato sul letto; quello di quando ero piccolo, le cui coperte mi avvolgevano con il modo di fare di una madre, sembravano mani enormi, buie e cattive e poi si avvicinavano più avevi paura, ma quando ti toccavano poi erano soffici come lo zucchero filato e dello stesso azzurro del cielo. Mi faceva dormire, quel letto, perché riusciva a farmi rilassare, riusciva a sprigionare tutta la sua delicatezza in quelle che erano a tutti gli effetti carezze, dolci e tranquille, coccolandomi beatamente. Mi sono addormentato, come cullato dalla voce di una madre che legge una favola a suo figlio, il quale aspettando il mattino seguente, sogna mondi fantastici e pieni di meraviglia. Ma, ahimè, quel bambino è cresciuto ed è diventato quello che sono oggi, è vero che ho commesso tanti di quegli errori che non basterebbe un foglio per elencarli tutti, ma sì, ammetto che ho sbagliato e anche tanto nella mia vita. Ho avuto e istigato molte litigate, tutte fatte perchè ci tenevo, davvero a quella persona e volevo dimostrarglielo in qualche modo, in tutti i modi possibili, e l'ho fatto per orgoglio, o anche per il semplice fatto di andare contro le regole, eppure non ho nessun rimpianto o rimorso. Nella mia vita ho avuto e causato altrettante incomprensioni, quasi tutte per lo stesso o simile motivo, ho come avuto all'epoca una spinta, data però con ingenuità infantile. Ora, il bimbo dentro di me piange, piange su un altro letto, ma non quello della sua casa, come avrebbe sperato, ma quello di un'ospedale, ripensando a tutte le monellerie che aveva combinato, facendo ricadere la colpa ad altri, sapendo però di chi era la vera colpa. Sdraiato sul letto, rabbioso contro me stesso, per quello che ho causato e per cosa ho lottato, agli occhi degli altri per nulla, ma se solo qualcuno me lo chiedesse gli risponderei: "Per una buona causa!".
Tutti piangenti, gli amici veri o falsi che siano, e i pochi parenti che mi sono rimasti vicini, anche e nonostante la morte di persone a me care e vicine, tutti fuori ad aspettare che mi riprenda, tutti in pena per me, anche se in cuor loro tutti sanno in fondo che sono forte e posso farcela. Ma il bimbo, non vuole solo essere chiamato per sempre tale, come è successo a molte altre persone come lui, ma avendo il cosiddetto cambio di frittata, diventati cosi tanto fortunati da snobbare chi gli era amico durante l'infanzia. Quel bambino oramai è cresciuto, ed ora io mi ritrovo sullo stesso letto, sì, lo stesso che mi faceva sorridere da bimbo, quando inventavo storie sul mio futuro con colui che all'epoca era il mio migliore amico, ma con il corpo da bambino non potevo far altro che sognare ad occhi aperti, ma ero già pieno di speranze per il mio futuro e già realizzato nella mia mente.
Sento solo delle gocce di acqua scorrere giù dai miei occhi, che rigando le mie guance finiscono per trapassare anche il mento, cadendo silenziosamente come macigni sul pavimento, e dei gemiti di dolore sul cuscino ormai umido, per non far sentire il rumore dell'anima infranta che mi tormenta, ma invano. Ha sbagliato tanto il bambino, che era tale all'epoca, e che è ancora dentro di me, sempre all'apparenza dolce e innocente, al quale, da l'altra parte non c'è mai stata la vera fiducia, quella speranza e quell'amore di dargli una seconda possibilità.
Oppure il fanciullo era condannato a ciò perchè ha commesso troppi errori o alcuni di questi imperdonabili..? Ora tutto ciò che voglio fare è soltanto tornare in dietro, quando tutto sembrava bello, sereno e perfetto. Vorrei ancora avere qualcuno che mi dica "TI AMO" o "ANDRÀ TUTTO BENE", o quanto meno qualcuno che mi dica "TI AMO, MA FACCIAMO LE COSE CON CALMA, VISTO CHE CI SIAMO LASCIATI E ABBIAMO SBAGLIATO!". Così da avere anche solo l'impressione che dal tono stesso della persona che ha pronunciato quelle che, all'apparenza possono sembrare vane parole, ahimè per me sono molto importanti e da dover pesare con cura, inconsciamente pronunciate con nonchalance, e soprattutto con tutta la superficialità che una qualunque persona possa impiegare per scegliere cosa prendere al supermercato. Io sono consapevole di non poter tornare indietro, per avere quel miracolo tanto atteso, o anche solo una parte del mio desiderio avverarsi, ma il fanciullino no, non avrà mai niente di tutto ciò.Un bicchiere di vetro, se cade si infrange o si scheggia e sta a noi scegliere cosa farne, se ripararlo e tenerlo o buttarlo e sostituirlo; ma se succede, il bimbo non capendo l'accaduto non può essere rimproverato da un genitore, così come un genitore anziano mentalmente o fisicamente che sia, ormai molto avanti con l'età, non può essere rimproverato dai figli per le sue dimenticanze. Io a questo fanciullo ci tengo e ho pregato tanto per lui, ma ahimè non è stato ascoltata alcuna sia parola; ora si sente preso in giro e rannicchiandosi come quando era un feto vivrà per sempre la sua vita con un cuore che ora non ha più, oppure con un cuore ormai di pietra o ancora peggio con un cuore spezzato e in mille pezzi, che tra l'altro nessuno sarà in grado di riparare. Io sono vicino a tutti, non perché ci tenga particolarmente, ma perché mi piace aiutare gli altri, chiunque essi siano, quando ne hanno bisogno, io amo la mia vita, ma non posso e non potrò mai capire cosa prova quel pargolo a cui è stata strappata la vita, la gioia, l'amore che già possedeva. Bastava solo amarlo di più, capirlo, sì, anche se con molti difetti e fatiche condurlo sulla retta via e non abbandonarlo al suo primo errore o per qualche suo capriccio, com'è giusto che sia, nel dargli la possibilità di concedergli qualche svago. Non potrò mai capirlo fino in fondo, potrei mettermi nei suoi panni, ma non sarebbe mai la stessa cosa, che viverlo in prima persona. Oh forse si, ma ormai non so neppure io a volte cosa fare, perché non sappiamo più metterci nei panni degli altri e a volte sono gli altri che non si vogliono o non riescono a mettersi nei nostri panni, per orgoglio? Per incapacità? O per volontà celata dietro amabili parole?
Lo capisco? Ovvio che lo capisco, perché quel bambino ero all'epoca io, e lo sono ancora io, ora! Dico tutto questo al mio migliore amico, quasi con le lacrime agli occhi, e soprattutto col cuore quasi letteralmente tra le mani, mentre mi guarda con una faccia che è una specie di confuso o sorpreso e una faccia che penso sia una di chi sa e comprende cosa ha ascoltato, perché lo ha provato in prima persona o ha assistito all'evento. Eppure appena finisco mi sento più libero da un peso, da quel mi opprimeva da anni e che finalmente ho messo a terra, ma allo stesso tempo in colpa, si, perché ora che sa cosa ho passato da piccolo, può agire in modo diverso, potrebbe essere più cauto sulle parole da dirmi, o ancora peggio... potrebbe guardarmi male o giudicarmi come non mi aspetterei mai, oddio non lo so!! Non ne ho idea! Vado quasi nel panico e inizio così a respirare in modo irregolare, per fortuna mi aiuta comprendendo il mio stato preoccupato da qualcosa che ha visto su di me, intuisco che qualcosa non va, forse dalla sua espressione che è cambiata appena finisco il mio groviglio di pensieri e paranoie, e infatti mi dice seguito subito dopo da un sorriso super grande, quasi a trentaquattro denti, che va tutto bene. Penso che andrebbe tutto bene se tutto questo non fosse mai accaduto o se fosse successo solo la metà di quello che ho vissuto, durante la mia, infelice infanzia.
"Grazie davvero! Per tutto quello che fai per me è per tutto il supporto che mi dai, anche se a volte non parli proprio, è proprio quello volte mi aiuti tanto, più di quanto pensi!"
Gli dico appena mi riprendo. Dato che eravamo sul marciapiede della città dove mi sono trasferito ormai da anni, ci incamminiamo, andando verso la nostra destra e dirigendoci verso una meta ancora sconosciuta. Qualche minuto dopo esserci incamminati mi mette il suo braccio destro attorno al mio collo, come per darmi un supporto morale, e la sua mano che colpisce più volte, ma in modo delicato la mi spalla.
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Thinking Of You 1
Romance"Un altro riprender fiato, un silenzio che dura un secondo in cui è rinchiusa l'eternità, i nostri cuori un tutt'uno di battiti" questo è ciò che Clycia ha letto su un foglio stropicciato. Chi l'ha scritto? Perché è arrivato proprio a lei? Gli inc...