Sempre con me

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Clycia

Sono in camera mia, con le gambe in aria e i piedi ribelli, sotto ai morbidi e caldi calzini, che si muovono, sì, amo indossare abbigliamento con taglie più grandi della mia. La mia pancia che schiaccia per colpa della postura il piumone del letto, sotto cui ci sono le lenzuola che hanno visto e sentito tante di quelle parole gridate, dette sotto voce, sognate, che non basterebbe un libro intero per contenerle tutte. La tuta che avevo posizionato nella zona dei piedi, naturalmente sopra il letto nel frattempo aveva cambiato posto, partendo dalle caviglie è arrivata molto più in alto di quanto sperassi, anche se spesso e volentieri me la ritrovo per terra schiacciata con la stessa fine che fanno le zanzare in tutte le stagioni; la tuta perciò è andata per fatti suoi per tutte le volte che mi sono spostata, o per tutte quelle volte in cui cambiato posizione e alla fine posizionata nuovamente, per la millesima volta in quella iniziale. Così, messa supina sul letto, con entrambe le gambe posizionate sul muro e i calzini rivoltati come non mai, la tuta che mi arriva quasi alla pancia, ho il telefono di fronte la mia faccia con le mie dita che smanettano sullo schermo, intente a trovare qualcosa di preciso, ma non so di cosa si tratti. All'improvviso mi viene il cosiddetto lampo di genio, immagino già sulla mia testa una lampadina che si accende dal nulla.

Io:" Che bonaaa che sei nella foto!" Le dico quando sblocco il telefono e vado su Whatsapp per vedere se c'erano notifiche dalle varie chat singole e dei gruppi, il primo contatto che attira la mia attenzione è quello della mia migliore amica e noto, con mia sorpresa, che ha cambiato la sua immagine di profilo, così glielo faccio sapere. Luce mi risponde:"Come te" col cuore accanto alla parola finale, pochi minuti dopo accanto alla sua foto vedo che compare la scritta Sta scrivendo...

Io:" Ma vaaa! Tu stai meglio, anche perché il giorno del tuo compleanno non solo stavi bene, ma il tuo attuale ex ti guardava come non aveva mai fatto!" mentre il mio cuore batteva forte dalla gioia, la mia mente già sapeva cosa avrebbe ricevuto il mio cellulare come prossimo messaggio e infatti contemporaneamente le scrivo questo messaggio, nella mia mente riaffiorano i tanti ricordi di quel fantastico giorno per te molto importante. Mi ricordo della musica, i colori delle luci nella sala che cambiano a ritmo della musica, l'emozione che provavo in quel momento era come se avessi incontrato per la prima volta la persona  che amo ma purtroppo non sei la mia metà anche se ti voglio bene perché ti considero una sorella. Ti cerco con lo sguardo, appena entro nella sala e ti vedo sorridere a una cosa che ti dice nell'orecchio tua mamma, il mio cuore si riscalda di gioia perché tu sei felice. Sì, per me sei una sorella sarà perché con te sto bene e mi conosci più di chiunque altro, forse perché siamo simili più di quanto immaginiamo, forse perché eravamo destinate a incontrarci quel giorno e da quel momento no sapevamo di doverci sopportare fino alla fine, non sapevamo delle tante cose che ci accomunavano, delle litigate che ci avrebbero unito maggiormente. Nonostante non sapessimo nulla dell'altra, quel giorno a scuola, decisi di dare tregua al mio spirito e di concedermi un po' di pace fidandomi di te e feci più che bene.  Con quelle prime parole mi hai illuminato letteralmente la giornata e la vita, con quel tuo innocente: "Ciao, come ti chiami?"

Tu eri proprio quello che meno mi aspettavo dalla vita e che davvero mi serviva! Sei stata come un raggio di sole prepotente che andando contro le regole, volle attraversare la tempesta per far notare la sua presenza in mezzo a quel tetro buio che mi circondava da anni e così mi hai permesso di scoprire una parte di me di cui non conoscevo nemmeno la presenza. Sì, purtroppo sono molto malleabile e per questo quando qualcuno si emoziona, chiunque sia nelle mie vicinanze ed è felice mi contagia, così da essere io triste mi "trasformo" nella pura gioia che uscita da chissà dove trasforma quello che è triste e grigio in colori sgargianti e splendenti  rendendo la mia giornata migliore e trasformandola da così a così in men che non si dica. Nemmeno due minuti dopo sento arrivare una notifica dal cellulare il cui schermo era ormai spento e che si accende non appena arriva il messaggio

Luce:" Ma vaaaa" con accanto lo smile che ride a crepa pelle e io nemmeno il tempo di finire di leggere il messaggio inizio a far passare come schegge le mie dita sulla tastiera del cellulare formando un piccolo papiro con un pizzico di ironia ma con tutta la verità che mi veniva in mente di dire, anzi di scrivere

Io: "E' vero! Ma sei seria??? Non devi pensare di valere poco o di essere un nullità perché gli altri non ti dicono ciò che ti vuoi sentire dire. Devi sentirti bella e una meraviglia perché lo sei! Non  c'è bisogno di nessuno che ti faccia sentire bella o che ti faccia i complimenti perché non ne hai bisogno e se e quando ti capiterà che qualcuno te li farà potrai rispondere fiera "grazie, lo so!"

Luce che per mia fortuna era rimasta online mentre scrivevo queste parole mi risponde con delle emoticon che mi fanno emozionare e allo stesso tempo divertire, ovvero un cuore rosso grande e uno smile triste e con gli occhioni da gatto. Io da vera insensibile che sono le rispondo così, anche perché non sempre voglio che gli altri sappiano che ho dei sentimenti e non voglio ricordare quel giorno

Io: "E' una cosa che ho letto da qualche parte e ho voluto aggiungere altro" anche per evitare di far scendere quella lacrimuccia che tanto voleva scendere e che ho ricacciato dentro in malo modo quasi subito.

Luce: "awwww, grashie" con tanto di emoticon triste e con un cuore grande accanto

Io: "awww, preshio" con vicino un cuore grande

Luce: "piangiooo" con lo smile triste accanto, e io che nel frattempo mi dividevo tra la testa che si emozionava e quasi mi faceva far uscire una cascata dagli occhi e il cuore che rideva a crepa pelle per il nostro modo di pronunciare le parole nel formato scritto, ogni volta così. Fortuna che siamo simili sennò una avrebbe pensato dell'altra che fosse pazza e di sicuro non saremmo diventate amiche in fretta e non avremmo condiviso momenti brutti o belli che fossero stati.

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