Rabbia, delusione, tristezza

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Clycia

E poi ci sono quei giorni in cui vorresti fare tutto, ma non fai niente di quello che volevi fare perché non puoi. Perché sei costretta a vivere passivamente facendo ciò che gli altri vogliono ma non perché lo vuoi tu. Lo fai perché sei costretta, costretta a mentire, a essere felice all'apparenza anche se dentro di te muori o sei già morta da tempo, da così tanto tempo che non ricordi neanche il motivo della tua morte e dell'ultima volta che hai amato. Lo fai perché non hai altra scelta, perché per non stare peggio assecondi, subisci, fai ma non reagisci mai; non perché non vuoi, anzi lo vorresti con tutta l'anima, lo vorresti gridare al mondo intero quello che stai passando solo per non dover fingere. Lo fai perché lo vogliono gli altri, perché sei felice vedendo il sorriso sul volto del prossimo che ti scalda, ti scalda tanto da farti stare meglio non soltanto un pochino meglio, ma è solo illusione, quel poco che ti resta, di umanità, quel poco che non sono riusciti a toglierti perché troppo giù; troppo tempo sprecato nel cercare di prender quello che è già alla fine e sta per morire lì.

Sono in camera mia distesa sul letto, con la pancia in giù, le lacrime che scendono come cascate dai miei occhi e non vogliono smettere. Il mio viso rigato e rosso per le lacrime e per il fatto che sono in una condizione peggio di uno straccio, mi permetto di chiamare la mia migliore amica, Luce che spero risponda, e per fortuna mi risponde quasi dopo due squilli, appena sullo schermo vedo la sua immagine, il cuore fa come un sospiro di sollievo e così inizio a raccontarle tutto.

"Ho appena aperto la porta a quella che chiamo mamma perché è appena tornata dal lavoro, la prima cosa che ha fatto quando è entrata è stata porgermi la busta della spesa, senza dire ne buongiorno ne altro, della serie tu non sei nessuno! Facendo finta di niente poggio la busto in cucina e la sento parlare, mentre si toglie le scarpe, al telefono con gli auricolari."

(quello che mi ha fatto sempre capire è, che ci sono sì, ma fa finta che io non ci sia e quando le chiedo qualcosa mi ignora.)

Provando a non guardarla, per non stare peggio, ma ogni volta finisco col guardare il suo orecchio perché si è girata per un motivo x ma non curante continuo il mio sfogo. "Cosa ho fatto di male? ESISTERE forse? Essere nata in un paese di merda come lo definiscono gli latri ma che per me è la mia unica e sola casa, quella che la mia mamma adottiva definisce troiaio con trote ovunque e che lo è anche mia madre di sangue!?" ogni volta che insulta un mio familiare sanguigno mi arrabbio come non mai e la mia faccia da rossa diventa bordeau per la rabbia.

"Si sono stata adottata, embè? Questo di certo non ti dà nessun diritto di insultarmi a tuo piacimento e con parole tra l'altro pesanti quando gli altri non ti possono ne sentire ne vedere, ti preoccupi pure di dire male parole riferite a MIA MADRE ??? Chi ca**o credi di essere? Ti ricordo che non stai parlando con tua sorella o con una tua fott*ta amica del cavolo a cui racconti pure quando vado in bagno e ti permetti pure di paragonarmi alle loro figlie?!"

(nel frattempo che scrivevo è entrata in camera mia e mi ha fatto la ramanzina per quanto accaduto poc'anzi, io sempre più incapace di capire gli italiani, mi faccio domande esistenziali! Senza offesa a questi ultimi!) Sempre più scioccata nel vedere le persone che dicono di avere la mente aperta alle novità ma che in realtà non hanno assolutamente anzi, hanno la mentalità più chiusa di un mulo e inoltre ferma a decenni fa. Ma davvero non ce la faccio più e la mia pazienza si è esaurita già da anni!

"E dicono che i genitori sono comprensivi, ti vogliono bene e te lo dimostrano sempre, ma dove si è mai visto!? Io da quando sono qui non ho mai visto, provato, sentito NULLA del genere, nemmeno una briciola che si avvicinasse a elementi sopra elencati! Ne avessi visto uno! Manco morta! E poi mi chiedono (sempre i genitori adottivi) perché non ti apri con noi? Perché non racconti mai niente a noi o a qualcuno? Io cosa dovrei rispondere, che tutto quello che mi ha detto, TUTTO compreso tutti gli insulti che ho dovuto sentire su mia madre, contro di me, contro la mia famiglia di origine dovrebbe essere riferito a lei? Certo, ritrovandomi poi le cinque dita ovunque, no grazie, preferisco evitare di finire in ospedale odiandola più di quanto non la odi già."

"Mi dispiace, per fortuna gli italiani non sono tutti così..." mi dice un amico quando ne parlo con lui che nel frattempo si era unito a noi nella chiamata, che noto solo dopo essere con la mia amica

"Lo so che non tutte le persone italiane siano come questa persona, ma tutti quelli con cui ho parlato, ho frequentato se pur poco tempo (per fortuna) mi hanno dato tutti la stessa impressione, tutti che pensano a se stessi, e forse pensano solo a chi gli/le piace o alla/al proprio/a ragazzo/a se va bene. Sennò nemmeno a quel povero soggetto considererebbero. Ahimè sono costretta a fingere di essere felice e lo sarei davvero soltanto se fossi con la mia metà. Se solo sto mondo del cavolo accettasse anche noi come coppia e non come malattia. Del resto molti dicono che l'amore non ha età, bene, se dite questo perché porca p*ttana non lo mettete in pratica, perché continuare a dare aria inutilmente ai polmoni per non fare un c*zzo di concreto? PERCHE'?!!" gli rispondo mentre le lacrime ricominciano a scendere ininterrottamente. 

Un'altra amica che è con Luce, ma non c'era quando l'ho chiamata e mi dice "Mi permetto di risponderti semplicemente con due parole, dirti una cosetta che penso sulle adozioni...Dunque, molti scelgono di avere figli o meno...per altri (e in questo caso mi riferisco alle donne, in particolare, perché sono loro che mettono al mondo una creatura) è il destino a scegliere; e quando questo accade ci sono conseguenze di vario tipo: c'è chi sceglie di abortire e c'è chi sceglie di abbandonare il proprio figlio sperando di poterlo consegnare ad una sorte migliore! Qui mi fermo perché l'argomento ha un miliardo di sfaccettature e non basterebbe un libro. Poi ci sono coloro che scelgono di adottare e qui è tutta un'altra storia. I motivi di questa scelta sono legati per la maggioranza dei casi al fatto di non poter avere figli. Ed è qui che si fa difficile...l'adozione comporta la consapevolezza di saper donare amore a chi non è sangue del tuo sangue e la cosa è molto ardua." finisce la frase mentre si mette un cuscino sotto al petto mentre prende le redini della conversazione Luce

"Però penso che chi scelga l'adozione debba considerarsi in grado di compiere al meglio il "lavoro" che questo preclude. Adottare non è un obbligo, è un desiderio e se non si sa coltivarlo al meglio, non ci si dovrebbe neanche provare!" provando così a farmi calmare e di conseguenza ragionare, conoscendomi. Alcune volte mi chiedo, come fa una ragazza come lei a sopportare una come me?!

"Il punto è proprio questo, loro mi hanno adottata per la voglia di avere un figlio, anche se avevo sei anni quando è successo, non è facile da ambo le parti e io sinceramente non li considero genitori, che siano i migliori al mondo o i peggiori. Loro mi hanno portata con loro pensando che un giorno sarei diventata come loro, ma non sanno che io ho solo conosciuto il loro lato peggiore, quello della finzione, quello delle maschere e che perciò loro non sono e non saranno mai in grado di capire dove sbagliano, perché secondo loro, sono sempre gli altri a sbagliare e mai, mai loro!" le rispondo mentre cerco di trattenere il singhiozzo. Rispondo riferendomi prima a lei e poi a Luce.

"Purtroppo conoscere esclusivamente la finzione è il peggio che possa accadere, perché non si riesce mai ad individuare la bellezza della verità. È vero però, che la finzione occorre per poter costruire un mondo in cui possiamo stare bene perché la verità è crudele, è austera, capace di farti soccombere se non la accetti. A volte si fa un uso sproporzionato della finzione, perché si sente il bisogno di difendersi da un mondo che ci vuole vittime della sua bastardaggine. Ricorda sempre, però, che tu sei vera e i tuoi sentimenti hanno il sacrosanto diritto di essere rispettati. Non farti mettere i piedi in testa da chi vuole farti credere il contrario! Ognuno di noi è prezioso a modo suo. Ognuno può brillare, ma questo avviene in maniera direttamente proporzionale alla proprio consapevolezza di poterlo fare. E se uno ti fa credere che tu non potrai mai brillare, alla fine finisce che ci credi davvero. Allora, ti dico una cosa...la luce ce l'abbiamo tutti...dobbiamo imparare a farla splendere e non a farla spegnere mai!" Continua Luce, mentre mi diceva queste parole che le ho sentite, per tutto il tempo, mentre avevo la faccia conficcata fino alle orecchie dentro al cuscino e appena finisce alzo la testa per vedere se erano ancora lì ebbene si, erano lì! Menomale! Ma ho esultato troppo in fretta perché lascio la frase a metà quando lo schermo diventa tutto nero."Oh cavolo, forse sei morto anche tu" così mi alzo dal letto, non mi curo nemmeno di mettere le ciabatte dato che amo andare scalza per casa, e mi dirigo verso la scrivania dove al suo lato si trova la spina, dove è inserito il caricabatterie e lo collego. Purtroppo devo aspettare un'ora e mezza se non di più per farlo caricare.

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