The Cat

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Il parco ormai era deserto. Le foglie secche si staccavano dagli alberi e lievi cadevano a terra grazie al vento d'autunno.

Si sentì un miagolio. Un miagolio debole, acuto.

Luke alzò la testa dal libro che stava leggendo e si guardò intorno. Non vide niente, solo un altro ragazzo con i capelli rossi dall'altra parte del parco. Michael Clifford. Lo riconobbe subito, è uno dei ragazzi più popolari della Norwest e chiunque vorrebbe stargli vicino, magari per avere un pizzico della fama che ha lui.

Michael si alzò dalla panchina e buttò la cicca di sigaretta a terra, incamminandosi verso il cuore del parco.

Un altro miagolio. Questa volta un miagolio più strozzato, quasi assente.

Questa volta anche Michael lo sentì, e guardò a terra, sperando di trovare il gatto che sentiva.

Luke piego l'angolo della pagina che stava leggendo e mise il libro nel suo zaino, alzandosi anche lui dalla sua panchina, guardando tra i rami degli alberi. Continuava a camminare con la testa verso l'alto, non dando retta al fatto che potrebbe inciampare su qualche ramoscello spezzato o sulle foglie bagnate.

Michael seguiva i miagolii, che si fecero sempre più vicini.

Luke prese il suo esempio, arrivando con lui nel prato dove vi erano le margherite.

I ragazzi si inghinocchiarono e iniziarono a guardare tra i fiori, quando Michael vide due orecchie bianche sbucare in fondo al campo. Si mise a correre e piano piano rallentava, per paura di spaventarlo e di farlo scappare.

Luke lo seguì, e quando si accorse anche lui del batuffolo bianco lo prese in braccio, sorridendo.

Un gattino minuscolo, che si teneva nelle mani.

Michael si avvicinò a Luke, e iniziò a guardare il micio. Lui sapeva che nel loro paese le persone non avevano molti gatti, e quei pochi che gli avevano erano anziani che avevano gatti grossi da compagnia.

Lui lo sapeva, era entrato nelle case di tutti per fare servizio, dopo che aveva fatto esplodere con i suoi amici dei petardi illegali davanti alle loro dimore.

Fù denunciato, e per scontare la pena doveva per un mese aiutargli in tutte le loro faccende.

-Non ho mai visto questo gatto in vita mia.- Luke girò la testa verso Michael, che gli aveva rivolto per la prima volta la parola.

-Neanche io.- affermò, continuando ad accarezzare il micio, che si era tranquillizzato.

-Dobbiamo trovargli una casa.- Michael mise il pollice sul viso del gatto, iniziando ad accarezzargli il muso, e sorrise, quando sentì che il piccolo iniziò a far le fusa.

-Potrei tenerlo io.- disse Luke, sorridendo anche lui.

Michael arricciò il naso.

-Volevo tenerlo io.- Luke ridacchiò, e Michael potè ammettere che quella è la risata più tenera e sincera che avesse mai sentito.

-Potremmo fare a turni.- Michael lo guardò e annuii.

-Comunque sono Michael Clifford se non lo sapessi. - Luke rise ancora.

-io sono Luke, Luke Hemmings.-

ZALVE.
VI PARLA UN RAGAZZO CHE ADORA SCRIVERE.
rido.
RINGRAZIO LA MIA ISPIRAZIONE MichCliffordLoveMe1 sei fantasticah, e il mio gatto, che mi ha sopportato mentre scrivevo.
E con questo mi dileguooh.

-MichaelButNotClifford

The Cat • MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora