Capitolo 8

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Dopo aver detto al tassista l'indirizzo di casa sua, Eren chiamò immediatamente Mikasa: più tempo passava più c'era la possibilità che lo seppellisse vivo.

< Mikasa sono- >

< EREN CAZZO! DOVE MINCHIA SEI? STAI BENE? > urlò Mikasa dall'altro capo del telefono.

< Calma, sto bene. Sono in taxi, sto tornando a casa prima che mia madre si accorga che non ci sono >

< Domani ci vediamo tutti al bar al solito orario, ci devi raccontare tutto... eravamo davvero in ansia... > si calmò

< Lo so e mi dispiace. Domani vi racconto tutto, promesso >

< A domani >

< Ciao >

Riattaccò velocemente e in 15 minuti si trovò davanti casa. Non poteva mica entrare dalla porta quindi si arrampicò fino ad arrivare alla finestra della sua camera, ancora aperta dalla sera prima. Entrò, si tolse i vestiti più velocemente di un fulmine e tolse il falso Eren da sotto le coperte. In seguito scese le scale e sul divano trovò i suoi genitori che guardavano l'Attacco dei Giganti, come sempre.

< Ciao mamma, ciao papà > Carla e Grisha si voltarono contemporaneamente

< Buongiorno Eren, come stai? Abbiamo preferito non disturbarti dato che stavi male. Stai meglio ora, tesoro? > esclamò la madre

< Sì sto molto meglio ora grazie > *I piani di quegli idioti sono infallibili, però mi dispiace dover mentire ai miei*

< Vuoi che ti cucino qualcosa? Noi abbiamo già mangiato > disse Grisha, guardando sorridente il figlio

< No papà tranquillo, non ho fame. Ora torno in camera, studierò per un po' >

< Ricevuto capitano! Nessuno disturberà il tuo studio > Carla sembrava più felice del solito

Il moro salì le scale e si chiuse la porta della sua stanza alle spalle. Si lanciò sul letto e si mise a fissare il soffitto. Provò a chiudere gli occhi, ma gli tornò in mente l'uomo della notte prima e non riuscì a riposarsi. Aveva ancora un sacco di paura.

*Non so cosa sarebbe successo se non ci fosse stato Levi. Devo ripagare il favore.*

Eren si alzò e cominciò a studiare matematica: pensò che il corvino sarebbe stato felice nel vedere dei bei voti nella sua materia.

Dopo 3 ore di studio sfrenato, il moro si immerse nella vasca da bagno per 15 minuti. Per un qualche strano motivo, si sentiva un po' a disagio e gli tornò in mente Levi. La faccia di Eren si colorò di un rosso molto acceso. *Ma perché quell'uomo mi fa sentire così?*

Si fecero velocemente le 19 e il ragazzo scese per cenare coi suoi.

<  E' già pronto? >

< Manca qualche minuto. Puoi preparare la tavola intanto? Tuo padre è dovuto uscire, un suo paziente sta dando problemi >

Grisha ormai da 15 anni lavorava in psichiatria in ospedale e capitava spesso che dovesse scappare a causa di qualche psico pazzo che voleva evadere.

< Certo mamma faccio io >

Durante la cena, Carla ed Eren parlarono davvero poco e solo di notizie generali sulla politica o sulla scuola.

Al ritorno del padre, Eren andò in camera sua, lasciando i suoi genitori da soli a parlare degli affari loro.

Rimase su tik tok fino alle 23, quando, esausto, riuscì finalmente a chiudere occhio.

Per tutta la notte, Eren venne perseguitato dagli incubi su quel bastardo pervertito che voleva violentarlo e qualche volta si svegliò di soprassalto urlando il nome di Levi, sperando di non farsi sentire dai suoi. Era terrorizzato: Eren non voleva pensare a cosa sarebbe successo se il corvino non lo avesse salvato e, alle 5 del mattino, si vestì e andò a correre al parco vicino a casa sua. Tanto non si sarebbe mai riaddormentato. Restò fuori fino alle 7:30 e quando rincasò, trovò la colazione già fatta e messa in tavola. C'era un biglietto.

My sexy teacher (Ereri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora