Chapter 3

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IG: htomlinson94
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Harry

Il viaggio in macchina fu estremamente silenzioso; ognuno immerso nei propri pensieri. Il temporale appena iniziato fungeva da perfetto sottofondo.

Non riuscivo ancora a realizzare appieno l'accaduto.

Louis mi aveva davvero salvato? Eppure poche ore prima non aveva avuto pietà nel malmenarmi.

Ma, soprattutto, stavo davvero per essere stuprato? Il mio professore di matematica voleva davvero farmi del male? Davvero pensava ch'io sembrassi un ragazzo facile? Il suo unico intento era davvero possedere il mio corpo? Ero davvero così inutile?

''Nessuno ti amerà mai. Guardati. Sei soltanto un giocattolino con cui divertirsi. Sei anche brutto. Sei orribile. I tuoi capelli ricci fanno schifo; i tuoi occhi sono a palla e di un verde che è privo di vita; i fianchi pieni: il tuo corpo non ha nulla di maschile, virile. Si vede lontano un miglio che sei frocio. E poi, indossi dei vestiti da vecchio, obbligato dai tuoi che non vorrebbero mai vederti con un jeans stretto o una maglia normale. Tu non sei normale. Non hai una vita vera e propria, degli amici. Le persone ti rivolgono la parola solo per proprio interesse. Sei una nullità. Se morissi, a nessuno importerebbe. Forse a tua madre, ma dopo ritornerebbe alla sua vita frenetica, piena di continue soddisfazioni grazie a Gemma. Lei sì, che è perfetta. Bella, solare, spigliata, educata, competitiva, orgogliosa, fidanzata, con degli amici. Non come te, che sei una nullità.''

- Ehi.. -

Ad interrompere i miei pensieri fu colui che fino a pochi attimi prima guidava, e che in quel momento mi guardava con uno sguardo misto tra tristezza e preoccupazione.

- Perché piangi? Non preoccuparti, non ti farò del male; nessuno lo farà -

Non me n'ero neanche reso conto. Mi toccai la guancia per accorgermi, con stupore, che era bagnata sul serio.

''Sono patetico. Una nullità. Un fallito.''

Le lacrime aumentarono. Probabilmente fu lo stress che avevo accumulato in quelle ore a farmi scoppiare. Insomma, stavo quasi per essere stuprato, per essere poi salvato dal mio aguzzino quotidiano. Era una storia così surreale. Sembrava tutto un sogno, la trama di un film.

- Ehi. No, no. Su, vieni qui - sussurrò, catturandomi fra le sue braccia. Inizialmente sobbalzai, non pronto ad un contatto del genere, ma mi rilassai non appena avvertii la sua mano carezzarmi la nuca. Mi lasciai andare. Lasciai le lacrime scorrere sulle mie guance e i singhiozzi scuotere il mio petto. Mi aggrappai alla sua maglia, mentre lui mi accarezzava la schiena. Louis si stava dimostrando così perfetto: perché perdeva tempo con me? Non m'importava. Volevo essere egoista; rimanere tra quelle braccia sicure per sempre.

''Non mi lasciar andare. Sono stanco di sentirmi solo.''

Louis

Lì, tra le mie braccia, sembrava un cucciolo bisognoso d'affetto. Il suo busto era scosso da continui singhiozzi che gli impedivano quasi di respirare.

- Harry.. Non fare così. Dai, è tutto finito. Domani a scuola non c'andiamo. Non andremo fino a quando non starai bene. Ora calmati, che poi saliamo in casa mia -

La sua testa scattò verso l'alto e i suoi occhi incontrarono i miei: - C-Cosa vuoi farmi? Ti-ti pre-go, n-non farmi ma-le - mi pregò, disperato.

- Portami a ca-casa mi-a. Me ne an-andrò vi-a, ma non far-mi male -

- No, piccolo. Non ti faccio male. Non pensarci nemmeno; anzi ti chiedo scusa per ciò che ti ho fatto in questi anni. Puoi anche non accettarle, ti capirei e - oh! - sono così patetico. Ti scongiuro, perdonami per tutto il male che ti ho causato. Non te ne farò più. E non ti azzardare ad andare via: senza te morirei. Perdonami, Harry -

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