Chapter 16

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Good evening, guys!
How r u?
Okay, scherzi a parte.
Volevo parlarvi di ciò che è successo a Parigi. Vi prego, vi supplico: non odiate i musulmani, non confondete l'Islam col terrorismo. La prima è una religione pacifista, come un'altra che crede nelle proprie idee. Il secondo è pazzia. Non si uccide in nome di Dio, che lo si chiami Allah, Cristo o Budda. Non commettete quello stupido errore comune di additare persone bravissime a causa di questi psicopatici.
L'Islam è una religione rispettabilissima, e parlo da cristiana.
Il terrorismo è malsana follia omicida.
Detto questo, vi lascio al capito e chiedo venia per essere mancata per ben una settimana! Mi dispiace, ero completamente senza internet.
Anyway, al prossimo capitolo.
All the love Xx

Louis.

Mugugnai, infastidito da una strana aria gelida. Sbadigliando, aprii gli occhi ancora assonnato, alla ricerca delle coperte, che trovai piacevolmente arrotolate attorno al corpo rannicchiato di un Harry sonnecchiante. Sorrisi alla vista delle sue mani strette in deboli pugni per trattenere la stoffa e dei suoi ricci sparsi ovunque sul guanciale. Conscio che tentare di riaddormentarmi fosse, ormai, inutile, mi tirai a sedere, lanciando un veloce sguardo alla sveglia posta sul comodino: le otto e quarantacinque.

''Chi si sveglierebbe mai così presto durante le vacanze natalizie?''

Chianandomi a depositare un piccolo bacio sulla testa del riccio, le nuvole incredibilmente grigie al di fuori dell'enorme finestra, posta su una delle pareti della nostra camera, attirarono la mia attenzione: si presagiva una forte e tempestosa pioggia. Sospirando, decisi di recarmi prima al bagno per una doccia bollente, e, soltanto in seguito, a svegliare Harry; in quel momento sembrava così calmo e rilassato, come se fosse in pace col mondo.

''E invece dovrebbe odiarlo, questo schifo di mondo, per tutto il male che gli ha causato.''

- Babe.. - richiamai il riccio, accarezzandogli i capelli gonfi e arruffati. Bofonchiò qualcosa di incomprensibile, per poi darmi le spalle.

Alzai gli occhi al cielo divertito, e: - Piccolo, dai: svegliati! - l'incitai, scuotendolo lievemente.

Sollevò di poco le palpebre, serrandole l'attimo successivo.

- Amore - mormorai, scostando le coperte dal suo corpo e iniziando a lasciargli leggeri baci sul collo.

- Lou.. - ansimò, allungando una mano a premermi di più contro di lui.

- Ma allora sei sveglio! - esclamai, allontanandomi, ridacchiando della sua espressione confusa e insoddisfatta.

- Mi hai svegliato tu! - ribatté, sdraiandosi di schiena e incrociando le braccia.

Sfregai il mio naso col suo dolcemente, ricordandogli: - Riccio, oggi vengono tua sorella e il suo fidanzato a pranzo -

Emise un lamento frustrato, premendosi le mani sugli occhi.

- Mi era completamente passato di mente - spiegò, guardandomi con gli occhi lucidi e gonfi di chi si è appena ridestato.

Gli accarezzai un fianco, reggendomi sull'altro gomito: - Non sarà mica la fine del mondo, dai! - lo schernii.

- Forse per te! - ribatté, puntandomi un dito sul petto.

- Devo ancora cucinare, rendere decente l'appartamento, vestirmi e un mucchio di cose che -

Frenai le sue proteste con un casto bacio, premendo sulle sue meravigliose labbra per far sì che le dischiudesse. Piacevolmente accolse la mia lingua, permettendo l'incontro con la sua. Con la mano scesi alla coscia, che accarezzai lentamente, per poi tornare su e ripetere lo stesso percorso, mentre le sue dita andavano ad incrociarsi sul retro del mio collo. Provai a staccarmi, ma lui riunì prontamente le nostre bocche, rafforzando la presa.

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