Chapter 21

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Hi.
Aggiornamento a pochi giorni di distaaanza (ringraziate una certa persona per la sua insistenza. Love ya ❤)
Dio, tutte le informazioni prese per scrivere questo capitolo. Probabilmente ci saranno informazioni errate riguardo alle corti inglesi, ma, non so, averlo scritto mi ha fatta sentire un caaavolo di genio. Detto questo, vi lascio al capitolo e vi annuncio che alla fine della storia manca davvero poco. Anche se, beh, in realtà ho intenzione di continuare a scrivere.
Ringrazio tutti colore che nonostante tutto, continuano a seguire questa storia. Mi fate sentire immensamente orgogliosa di me stessa.
So, enjoy the chapter!
All the love Xx

Harry.

Mi rigirai nel letto, rabbrividendo al contatto freddo con le lenzuola. Affondai il viso nel guanciale, inspirando l'odore fresco di ammorbidente.
D'un tratto, sentii un braccio cingermi la vita e poi delle labbra che depositavano un bacio tra le mie scapole.
- Haz... Piccolo, è ora di alzarsi - mormorò Louis, passandomi una mano tra i capelli e spostandoli all'indietro. Mi voltai verso di lui, aprendo piano gli occhi e: - Buongiorno, Boo. Che ore sono? - sussurrai.
- Quasi le 9. Alle 11.15 ci sarà l'udienza - replicò, affievolendo la voce sull'ultima parola.
Fu come essere inondato da un secchio di acqua gelata.
Era il giorno dell'udienza: il giorno in cui avrei dovuto affrontare Grimshaw. E ciò significava dover affrontare tutte le mie paure, incrociare di nuovo lo sguardo malato di quell'uomo: rivivere quegli attimi orribili che avrei voluto soltanto cancellare per sempre e fingere che non fossero mai avvenuti.
"Aspetta, se oggi è 1° febbraio, allora... E' anche il mio compleanno."
Già, era anche il giorno del mio compleanno; del mio 17esimo compleanno. Avrei voluto e dovuto festeggiarlo come un normale adolescente, nel migliore dei modi: circondato dal mio ragazzo, dai miei amici e dalla mia famiglia. E, invece, ero costretto a trascorrerlo per metà nell'aula di un tribunale, a rimembrare ed esplicare a una corte di giudici i macabri istanti di quella sera.
Portai i palmi delle mani a coprirmi gli occhi, divenuti lucidi al solo pensiero di ciò che mi avrebbe riservato quella giornata.
- Ehi, Haz - sussurrò il castano al mio fianco, tentando di stringermi tra le proprie braccia.
- No, dai. Ssh, andrà tutto bene: andrà tutto bene - aggiunse, cullandomi e posando ripetutamente baci sul mio capo.
Mi asciugò le poche lacrime a cui avevo ceduto, soffiando un dolce e pacato: - Che ne dici se mettiamo qualcosa sotto i denti e poi ci prepariamo con tutta calma? - al quale io annuii stancamente, per poi poggiare la testa sul suo petto ancora nudo.
- Ah! Amore? - mi richiamò, sorridente.
- So che non è il momento più adatto, ma buon compleanno - fece, impacciato, chinandosi a baciarmi le labbra.
- Grazie, tesoro - Sorrisi a mia volta.

- Piccolo, sei pronto? E' quasi un'ora che sei chiuso lì dentro! - urlò Louis dall'altro lato della porta del bagno.
- Dai, che tra mezzora dobbiamo essere in tribunale! - continuò, ignaro del mio pianto.
Sì, stavo piangendo per ben la seconda volta in un paio d'ore. Era davvero tanto che non mi capitava.
Avevo paura, paura di Grimshaw, del giudice, di come sarebbero potute evolversi le cose. Avevo semplicemente paura di affrontare la realtà. Louis e gli altri non avevano mai più fatto riferimento alla violenza da me subita, se non in casi prettamente necessari. E se fosse andato tutto storto? Se la difesa avesse vinto? Se il signor Tomlinson non fosse riuscito nel proprio lavoro? Se non mi avessero creduto?
Singhiozzai ulteriormente, seduto contro il legno della porta. Portai le gambe al petto, immergendovi il viso.
"Non voglio che tutto vada storto. Dio, ti prego: ho così tanta paura."
- Harry! Esci da lì, per favore! Parliamone, sono qui per te - strillò, supplichevole, il mio ragazzo. E come dargli torto? Di sicuro si stava preocupando da morire.
Mi alzai lentamente, ripulendomi il viso nel modo migliore, facendo, successivamente, scattare la serratura.
- Andiamo - sussurrai con voce spezzata, senza neanche guardarlo negli occhi. Ma prima che potessi anche solo azzardare un altro passo, mi afferrò delicatamente da un polso. Mi voltai, non resistendo alla tentazione di guardarlo negli occhi, e: - Amore, andrà tutto bene. Ci sono io al tuo fianco e niente e nessuno potrà più farti del male - affermò con convinzione.
- Ti amo, Boo - risposi, allacciando le braccia intorno al suo collo e abbracciandolo.
- Ti amo anch'io, nano - sorrise, portando una mano ad aggiustarmi gli occhiali, prima di baciarmi lentamente.
"Se non ci fossi tu, chi si occuperebbe di me? Chi faticherebbe così tanto soltanto per rendermi felice? Chi amerei alla follia? Ti debbo la vita, amore mio."

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