Hi! Sono stata brava stavolta, vero? Sono qui dopo pochissimo tempo! Amatemi, su.
Finalmente si respira un po' di pace nella storia. Resterete mooolto colpiti dal contenuto del capitolo. Beh, spero vi piaccia e, che dire, enjoy the chapter!
All the love XxLouis.
Mancavano esattamente due settimane all'udienza che avrebbe condannato Grimshaw; perché sì, ero sicuro che il giudice avrebbe mandato quel bastardo in galera per molto tempo. Ma Harry, no. Harry non era sicuro di niente.
Da quella volta, durante la quale mio padre ci aveva comunicato la spiacevole sorpresa di ritrovarci a dover affrontare Des Styles come difensore del nostro precedente insegnante di matematica, non aveva più retto. La poca forza che all'inizio sembrava aver acquistato, era andata scemando man mano. La sua insonnia era peggiorata, così come le sue crisi di pianto: più volte avevo assistito ad esse e altrettante volte mi ero dannato l'anima a causa della mia impotenza. Cosa avrei potuto fare? Nulla, assolutamente nulla. Mi limitavo a stargli vicino, ad abbracciarlo e a rassicurarlo. Eppure mi sembrava che le mie parole si disperdessero nell'aria.
Ora, ci ritrovavamo nell'aula di matematica ad attendere l'insegnante che da qualche mese si premurava di insegnarci qualcosa di quella materia incomprensibile. L'osservavo passarsi una mano tra i capelli, aggiustarsi gli occhiali sul naso e poi ritornare a fissare il cortile fuori dalla finestra: nevicava. Passai una mano sul suo ginocchio, per richiamare la sua attenzione. Si girò a guardarmi, fingendo un sorriso.
''Credi di ingannarmi, amore? Qui non ci sono neanche le fossette.''
- Babe, smettila di pensarci - sospirai, stringendo la mano sulla sua coscia.
- Non sto pensando a nulla, Boo. Non preoccuparti - mentì, riportando lo sguardo oltre il vetro alla sua sinistra. Sbuffai, scocciato da quel suo essere estremamente distante negli ultimi tempi. L'avrei aiutato, se solo me l'avesse permesso; ma sembrava che lui non lo volesse.
Afferrai il cellulare precedentemente poggiato sul banco, crucciando le sopracciglia quando mi accorsi del ritardo del professore.
''Che strano.''
Proprio in quell'istante, la porta della classe si aprì, rivelando il vicepreside, che: - Oggi Mr Winston ha avuto un imprevisto. Vi annuncio che avete due ore libere - ci comunicò, prima di sparire alla medesima velocità con cui aveva fatto irruzione.
Tra noi studenti si diffusero urla di gioia, sospiri di sollievo; l'unico che sembrò non accorgersi della confusione fu proprio il riccio seduto al mio fianco, totalmente perso nei meandri della propria mente. Gli pizzicai la gamba sulla quale avevo la mano, facendolo irritare.
- Non sto pensando a Grimshaw, all'udienza e a mio padre, Louis. No - sbottò in mia direzione. Ghignai, soffiando un acido: - Ah, no? E cosa ci ha appena detto il vicepreside? - mentre incrociavo le braccia al petto.
- Smettila, non è entrato il vicepreside - mormorò, abbassando il capo. Sapeva che probabilmente stava sbagliando, eppure l'orgoglio gli impediva di ammettere la verità.
L'afferrai da un polso, tirandolo su e spingendolo davanti a me, continuando fino a fuori l'aula. Quando realizzò ciò che stavo facendo, provò a girarsi e a tornare indietro, poiché: - Louis! E se entra il professore? Non voglio una punizione! Louis! Ti odio quando fai così -
- Finiscila, Harry! - gridai, afferrandogli i polsi - Non entrerà nessuno, il vicepreside ha detto che oggi Mr Winston mancherà. E smettila di essere dannatamente stressante - sputai infine, strattonandolo leggermente. Mi rivolse uno sguardo ferito, a cui non diedi peso: doveva riprendersi, avremmo vinto la causa. Doveva eliminare tutto quel pessimismo, non faceva del bene a nessuno dei due.
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Give Me Love
FanfictionUna storia d'amore dove ogni certezza viene abbattuta e ciò che sembra impossibile diviene scontato. (O dove Harry Edward Styles è uno sfigato tormentato dai bulli, tra i quali domina la sua cotta secolare, Louis William Tomlinson. Tuttavia, nulla è...