Chapter 2

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Twitter: @ibraveryi
IG: htomlinson94

Harry

- Lasciami! Lasciami! - urlai disperato, piangendo.

- Smettila, puttana. Nessuno verrà a salvarti: a nessuno importa di te. Nessun principe azzurro sul cavallo bianco; ma io potrei riempirti di roba bianca, se lo desideri - rise, maligno.

''Ha ragione'' pensai ''A chi potrebbe interessare dello sfigato di turno, preso costantemente di mira dai più popolari della scuola? A chi importa di te, Harry? A stento ti notano i tuoi genitori.''

Ormai con le lacrime ad inondarmi il viso, vidi l'essere liberarsi anche dei boxer e accingersi ad entrare in me, a sverginarmi. Strinsi gli occhi, arrendendomi all'idea che fosse quello il mio destino.

D'un tratto sentimmo dei colpi su una porta, probabilmente l'ingresso, e poi delle urla: - Grimshaw! Apri subito questa cazzo di maledetta porta! Grimshaw! Lo so che sei lì dentro! Ho sentito la tua schifosa voce da depravato, qualche attimo fa! -

Impossibile. Non poteva essere: Louis Tomlinson era fuori quella porta. Che si fosse accordato col professore per farmi del male? Possibile. Di cosa avrei dovuto stupirmi? Io non ero niente, se non un oggetto di sfogo e divertimento. Le lacrime aumentarono e abbassai la testa.

''Sono così patetico.''

- Grimshaw! Giuro che la sfondo se non ti muovi ad aprire! - urlò, furiosa, la voce.

- Maledetto Tomlinson. Cosa vuole ora? - sussurrò tra i denti, liberandomi i polsi e alzandosi dal letto per indossare una vecchia tuta. Poi si rivolse a me che, ancora tremante, lo guardavo in silenzio: - Se t'azzardi anche solo a respirare rumorosamente e a farti sentire da quell'imbecille, giuro che non la passerai liscia. Capito? -

Non risposi, troppo disorientato da ciò che stava accadendo.

- Hai capito? - ringhiò, stringenomi il mento in una mano. Annuii debolmente.

- Bene. - E si avviò verso l'entrata, dalla quale si sentivano imprecazioni e volgrità uscire dalla bocca di Louis.

Nell' esatto momento in cui uscì dalla camera respirai a fondo, strinsi le ginocchia al petto e mi abbadonai ad un pianto sommesso, attento a non essere troppo rumoroso.

Louis

Finalmente venne ad aprirmi, schifoso come sempre: capelli alla rinfusa, occhi lucidi per l'eccitazione e un bozzo abbastanza evidente nella tuta logora che indossava.

- Tomlinson! - esclamò con finto tono sorpreso - Qual buon vento la porta a bussare così rudemente alla mia porta? -

- Basta coi giochetti, Grimmy - ghignai - So che Harry è qui, ho sentito le sue urla prima, e so anche del tuo schifoso patto con Andy -

Diventò rosso dalla rabbia, o dalla vergogna, forse.

- Io invece non so di cosa tu stia parlando, Louis. E ora, se non ti dipiace, ho molto di meglio da fare - e fece per chiudere la porta, ma glielo impedii, spingendola prima che lui potesse farlo del tutto. L'agitazione era chiaramente leggibile nei suoi occhi: sapeva di essere nella merda fino al collo.

- Okay. A che gioco vuoi giocare, ragazzino? -

- Non voglio giocare a nessun gioco. Voglio soltanto che tu liberi Harry, altrimenti saranno guai grossi -

- Scordatelo! Magari se aspetti un'oretta te lo ridò, ma soltanto dopo essermi divertito con lui. Sai, sembra proprio una puttanella: quelle labbra così rosse e carnose, le sue gambe lunghe, il suo culo ancora intatto.-

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