Louis- Haz, sta' calmo - sussurrai al riccio, evidentemente agitato.
Passai una mano tra i suoi capelli, carezzandogli la cute e sperando che almeno questo mio gesto lo facesse rilassare un po'.
- Lou, non riesco a stare calmo. E' una cosa troppo importante, capisci? Ci saranno i miei genitori! - strillò frustrato, scansandomi e alzandosi.
- Se è per questo ci saranno anche i miei, che avranno un bel compito arduo - borbottai, incrociando le braccia al petto mentre osservavo il mio ragazzo calcare l'intera area del nostro salotto.
- E se i nostri genitori non andassero d'accordo? - domandò al vuoto, arrestandosi di colpo.
- Dio, come faremmo? - continuò, stavolta girandosi verso di me, accomodato placidamente sul divano. Presi un grosso respiro, alzandomi e avvicinandomigli: - Babe, smettila di essere così nervoso: è soltanto una stupida cena per permettere ai miei e ai tuoi di conoscersi -
Mi si fece più vicino, abbracciandomi i fianchi e seppellendo il volto nella mia spalla, sospirando: - Sì, lo so -
Poi, d'improvviso, fissò quegli smeraldi sul mio volto, e: - Ma se non andasse bene comunque? Se si odiassero? Se fossero talmente diversi da influire sulla nostra relazione? Io ho paura che mamma e papà mi obblighino a tornare a casa loro -
- Casa loro? - squittii, sorpreso.
- Ovvio, Boo. La mia, di casa, ora sei tu - sorrise, sporgendosi sulle punte e posando un leggero bacio sulle mie labbra.
Ricambiai, stringendolo e mormorando un frettoloso: - Saliamo, prima di fare tardi -, ma lui ghignò malizioso, replicando con un petulante: - No, è soltanto una semplice cena, giusto? E poi è presto, Boo - prima di spingermi a sedere sul divano e sedersi a cavalcioni su di me.
Il resto - beh - non credo sia poi così difficile da immaginare.Raggiungemmo i miei e i suoi genitori abbastanza tardi, da quanto si può dedurre. Non mancarono le occhiate curiose e le domande imbarazzanti, purtroppo.
Preso posto a tavola e servite le varie pietanze, iniziarono i consueti e noiosi discorsi da adulti. Personalmente, cercavo di non ascoltarli e distogliere l'attenzione da essi, ma Harry non sembrava del mio stesso avviso. Era tremendamente nervoso e non riusciva a buttare giù i bocconi facilmente, agitando costantemente la gamba sinistra, che incontrava la mia destra.
Poggiai la mia mano su essa, appena ingerito l'ultima forchettata. Si girò di scatto ad incontrare i miei occhi, e gli sorrisi. Non saprei spiegarvi come avvenne il tutto, ma si rilassò all'istante.
"Incredibile: il nostro legame è incredibile."
Fu in quel momento che un leggero colpo di tosse richiamò la nostra attenzione: Desmond Styles ci guardava di sottecchi, curioso. La mano del mio ragazzo scese a incontrare la mia, mentre sussurrava un debole: - C'è qualcosa che non va, papà? -
- Beh, vorrei maggiori dettagli sulla vostra relazione. E sul perchè Louis non era con te quando il mio non più cliente Grimshaw ti ha, come dire, molestato. Non capisco, figlio. Se vi volete così tanto bene, come mai non eravate insieme anche quella volta? Insomma, sembrate l'uno l'ombra dell'altro - rispose senza indugi.
Il riccio mi riservò un'occhiata ricca di tensione e paura; ciò mi portò ad intervenire.
- Quella sera... Ecco, quella sera avevamo litigato. Non credo che i motivi debba elencarveli, ma discutemmo. Sì, una discussione abbastanza accesa - spiegai, guardando Harry negli occhi, sicuro delle mie parole.
- Vede - continuai - Litigammo tanto seriamente, da far scappare suo figlio. Il resto, beh, lo sapete -
Non sembrò particolarmente soddisfatto delle delucidazioni da me comunicategli e andò avanti con le domande.
- Da quanto state insieme? La cosa è seria? - indagò, mentre il mio ragazzo sussurrava un imbarazzato Papà!, stringendo ancor di più la mia mano e intrecciando le nostre dita.
- La nostra storia è molto più che seria. Sono sicuro di amare suo figlio - replicai, proprio nell'esatto momento in cui le due donne ci servirono il dolce.
- E stiamo insieme, "ufficialmente", dal giorno di ottobre in cui ci recammo presso la vostra abitazione con sua figlia Gemma, anche se andava avanti già dal principio di tutta questa situazione - aggiunsi, giocando distrattamente col piccolo cucchiaio posto accanto al piatto su cui poggiava una fetta di torta al cioccolato.
E con quest'ultime mie parole, ottenni un sorriso dall'uomo che sedeva dal capo del tavolo alla mia destra, oppositamente al mio patrigno.
- Bene, ragazzo. Hai carattere e ciò mi piace; ma attento a te e a ciò che fai - ridacchiò, rivolgendo un ultimo sguardo eloquente al proprio figlio, che lo ringraziò con un cenno del capo.
"Finalmente sembra che ogni cosa sia al proprio posto."
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Give Me Love
FanfictionUna storia d'amore dove ogni certezza viene abbattuta e ciò che sembra impossibile diviene scontato. (O dove Harry Edward Styles è uno sfigato tormentato dai bulli, tra i quali domina la sua cotta secolare, Louis William Tomlinson. Tuttavia, nulla è...