Louis.- Come in ospedale? Come sta? Zayn? Zayn!? - urlai al mio interlocutore.
- Lou, ci vediamo dopo - rispose lui con calma apparente; me ne accorsi dalla voce che tradiva, in realtà, un leggero tremolio.
- Zayn! - gridai, nel momento in cui terminò la chiamata - 'Fanculo, mi ha attaccato il telefono in faccia - continuai, ringhiando.
- Louis, che ti ha detto? - m'interpellò mia madre, seduta al posto del passeggero con mio padre accanto che guidava. Non ne avevano voluto sapere di lasciarmi il volante: dicevano che ero troppo agitato.
"Il mio ragazzo è scappato via. Chi non sarebbe agitato?"
- Che l'hanno trovato e di raggiungerli all'ospedale di Doncaster - mormorai, afflitto. Lei, intuendo la gravità della situazione (lei e quel suo fottuto sesto senso femminile o da mamma), incitò Mark ad accelerare leggermente; nel frattempo cercava di farmi rilassare con banali frasi di circostanza.
- Smettila, mamma! Cazzo, è tutta colpa mia. Gridamelo, sputamelo in faccia! Non voglio che tu mi dica che andrà tutto bene: ho commesso un cazzo di errore e ora me ne sto fottutamente pentendo! - sbraitai.
- Louis, non parlare così a tua madre - s'intromise il mio patrigno.
- No, amore - lo bloccò lei.
- Bene Louis, ti accontenterò: è tutta colpa tua. Tutta colpa tua e del tuo stupido cervello che invia le informazioni a quella tua altrettanto stupida boccaccia. Sei un idiota, figlio mio: un grandissimo idiota. Ti sei comportato male nei confronti dell'unica persona che ti abbia mai veramente amato e voluto bene. Lui ti adora, farebbe qualsiasi cosa per te. E tu, da imbecille, cosa fai? Lo lasci, così, da un giorno all'altro. Sei stupido, figlio mio, immensamente stupido - m'incolpò lei.
Bene, era ciò che volevo. Qualcuno finalmente metteva in chiaro la situazione. Basta parole di conforto, basta frasi fatte: volevo soltanto la verità. Ed eccola: ero stato un fottuto stronzo.
Gli occhi mi si inumidirono, mentre mi rendevo davvero conto delle mie azioni. L'avevo lasciato, senza dargli alcuna motivazione valida; e lui era scappato, ritrovandosi, ora, in uno squallido ospedale. Perché c'era finito? Cos'era successo? Tante, troppe domande affollavano i miei pensieri, confondendoli e dando origine ad un terribile mal di testa.
''Devo raggiungerlo al più presto e chiedergli perdono. Chissà se l'accetterà.''
- Papà, per favore: accelera - lo pregai, tra le lacrime.
- Lou, bambino mio. Non preoccuparti, Harry starà bene. Probabilmente si sarà sentito male a causa del freddo - provò a rassicurarmi mia madre. Sapevo che non avrebbe voluto dire le parole che mi aveva rivolto precedentemente, ma mi avevano fatto bene; mi avevano fatto realizzare appieno la situazione.
Eppure, io sentivo che Harry stava davvero male. Ero certo che gli fosse successo qualcosa di grave: lui odiava gli ospedali, avrebbe fatto di lutto per non andarci, me l'aveva detto lui stesso. Sorrisi a quel ricordo.Eravamo distesi sul divano a guardare un anonimo telefilm: lui con la testa appoggiata sul mio petto ed io che l'abbracciavo per riscaldarlo e gli accarezzavo i capelli. Troppo concentrato sul suo viso, non prestai attenzione al programma, fin quando non vidi passare sul suo viso una smorfia di disgusto. Distolse lo sguardo, affondando il capo nell'incavo del mio collo.
- Che c'è, piccolo? - gli domandai, sfilandogli gli occhiali e appoggiandoli a terra, allungando semplicemente il braccio.
- Se tu non fossi occupato a guardarmi, ti saresti accorto che nel telefilm è stata ricoverata una persona e che ora si stanno dando da fare per salvarle la vita, poichè reduce da un incidente. È una cosa orribile - biascicò.
Rivolsi le iridi sullo schermo da cui provenivano le immagini, e, in effetti, erano quelle di un intervento chirurgico ripreso nei minimi dettagli. Riportai completamente la mia attenzione sul riccio, che non accennava a rinunciare alla sua posizione.
- Cosa è orribile: che la persona sia stata vittima di un incidente o che sia finita in ospedale? - cercai delucidazioni.
- Mi dispiace per la prima cosa, ma mi riferisco alla seconda. È disgustoso. Odio gli ospedali. Spero di non finirci mai. Mi prometti che, nel caso mi ferisca, non mi porterai in quel luogo orribile? Mi terrorizzano - spiegò, guardandomi con quei suoi occhioni verdi illuminati dalla TV.
Risi e: - Va bene, amore - acconsentii, depositandogli un dolce bacio tra i capelli.
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Give Me Love
FanfictionUna storia d'amore dove ogni certezza viene abbattuta e ciò che sembra impossibile diviene scontato. (O dove Harry Edward Styles è uno sfigato tormentato dai bulli, tra i quali domina la sua cotta secolare, Louis William Tomlinson. Tuttavia, nulla è...